Vogliono lasciare l’Italia, o per tornare nel Paese d’origine o per trasferirsi in un altro Stato. In Lombardia sono circa 125 mila, il 10% del totale, gli immigrati che a luglio 2011 hanno dichiarato l’intenzione di cambiare residenza. I meno “affezionati” all’Italia sono i senegalesi (il 16% se ne andrebbe), gli egiziani (15%) e i marocchini (13%). Non intendono trasferirsi invece filippini (5,5%), albanesi (5%) e soprattutto i cinesi (2%). Lo rivelano i dati dell’Osservatorio regionale sull’integrazione e la multietnicità, presentati oggi a Milano dall’Ismu, in occasione dell’incontro “I diritti previdenziali dei lavoratori stranieri. Normative e procedure di riferimento per chi rientra nel proprio Paese d’origine”.
Il 21,7% di chi dice di volersene andare, vive da solo o con amici e conoscenti, mentre solo il 3,5% di chi ha famiglia cambierebbe vita. Inoltre il 21,9% è pensionato, il 20,4% è in mobilità, mentre il 14,2% è lavoratore irregolare e il 10,1% è disoccupato. Solo lo 0,9% è titolare di un’impresa. Il 13,2% sono uomini e il 7,8% donne. “I dati sono il risultato di 8mila interviste – spiega Alessio Menonna, collaboratore del settore statistica dell’Ismu e autore della ricerca – realizzate da stranieri in tutta la regione”. Tra chi si dice intenzionato a lasciare l’Italia, circa la metà vorrebbe tornare in patria e un’altra metà desidererebbe cambiare Paese. Fanno eccezione gli ucraini: circa il 9% vorrebbe vivere di nuovo in Ucraina e poco più dell’1% si trasferirebbe altrove. E i cittadini originari dello Srilanka: più del 6% cambierebbe Stato, mentre meno del 2% tornerebbe nel Paese d’origine. Tra gli intervistati solo il 23,9% conosce la pratica del rimpatrio volontario assistito. E solo un immigrato su venti lo giudica una buona opportunità per ricominciare nel Paese d’origine.
Ludovica Scaletti
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