L’Italia ha intrapreso ”un percorso di guerra durissimo”, afferma Monti, che definisce la concertazione causa di molti dei mali da combattere. Il presidente del Consiglio Mario Monti se la prende con il “vecchio ruolo delle parti sociali” che “danneggia i giovani”. Il presidente del Consiglio per accendere la miccia, ha scelto la platea dell’Abi per la sua strigliata.
Ha spiegato Monti: “Le giovani generazioni che si affacciano nel mondo del lavoro e non lo trovano sono state sistematicamente danneggiate” dal modo di “comporre i conflitti” con le parti sociali “in passato. I nostri figli e i nostri nipoti – ha aggiunto – non trovano lavoro” proprio per il modo di “comporre il conflitto con le parti sociali, saldando la differenza occorrente con il bilancio pubblico”. Quindi, il presidente del consiglio ha ribadito la filosofia che aveva portato al varo del ddl lavoro, e ai relativi problemi con i sindacati prima e con Confindustria poi. “Le parti sociali vanno consultate, devono far valere i loro interessi ma devono restare parti. Devono essere viste come parti vitali, importanti, ma non soggetti verso i quali il potere politico pratichi l’outsourcing del governo dell’economia”. Insomma, il Governo ascolta, ma poi decide e non affida all’esterno la gestione dell’economia. La segretaria Cgil Susanna Camusso ha definito “imbarazzante prendere lezioni di democrazia da chi è stato cooptato e non si è confrontato con il voto degli elettori”.
Non sa di cosa parla, replica la Camusso. E pure Luigi Angeletti ha bocciato l’uscita del premier: “il nostro Presidente del Consiglio è più realista del re: pensa di poter salvare l’Italia senza preoccuparsi di salvare gli italiani. Forse, un ascolto più attento delle aspettative di lavoratori e pensionati ci farebbe uscire dalla crisi, tutti insieme, prima e meglio”.
Il premier lascia l’interim all’Economia: Grilli ministro. Oggi nuovo round governo-regioni sulla spending review, con Bondi. Il decreto all’esame della commissione Bilancio del Senato.
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