Tutte le volte che ci sono persone travolte da valanghe, sul banco degli imputati c’e’ innanzitutto l’imprudenza dei frequentatori delle alte quote. Sono tanti infatti gli escursionisti che sfidano la montagna sciando fuori dalle piste ed in zone pericolose, senza avere un equipaggiamento e senza essere informati delle condizioni atmosferiche. Ma, oltre all’imprudenza, c’e’ da considerare anche il cambiamento climatico.
La temperatura sulle Alpi e’ cresciuta in media di un grado a partire dall’inizio del secolo scorso, mentre i ghiacciai alpini, dal 1990, si stanno riducendo di circa un metro all’anno.
Questo il decalogo del Corpo forestale dello Stato per evitare di finire travolti dalle slavine:
1) Indossare l’Arva (dispositivo radio) controllandone il funzionamento prima di iniziare l’attivita’.
2) Muoversi il piu’ possibile lungo le creste e i dorsali, utilizzando i punti sicuri del terreno, come le rocce, i tratti pianeggianti, gli alberi.
3) Evitare le zone sottovento e dominate da cornici.
4) I pendii aperti e uniformi, o quelli che presentano bruschi cambi di pendenza ed i canaloni sono da considerare sospetti.
5) In caso di manto nevoso instabile, non avventurarsi su pendii con inclinazione superiore a 30 gradi
6) Evitare attraversamenti di pendii aperti.
7) Quando un attraversamento e’ necessario, il pendio deve essere tagliato il piu’ in alto possibile.
8) La salita e la discesa di un canalone deve avvenire sempre verticalmente e lungo i margini.
9) Evitare assolutamente l’attraversamento di zone che confluiscono in crepacci, salti di roccia, pietraie affioranti o altre insidie.
10) Le vecchie tracce non sono indice di sicurezza, in quanto nel frattempo la situazione puo’ essere mutata. Anche le tracce di animali non danno garanzie.
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