Premio Alpi: Mafie, Gheddafi, crisi e immigrazione in gara alla diciottesima edizione

La crisi economica, la guerra in Libia e la caduta di Gheddafi, gli ultimi criminali nazisti, il traffico di uomini e di rifiuti tossici. E poi i migranti in fuga da guerra e povertà e la storia dei loro figli nati in Italia senza esserne cittadini. E ancora la criminalità organizzata con le infiltrazioni della […]

La crisi economica, la guerra in Libia e la caduta di Gheddafi, gli ultimi criminali nazisti, il traffico di uomini e di rifiuti tossici. E poi i migranti in fuga da guerra e povertà e la storia dei loro figli nati in Italia senza esserne cittadini. E ancora la criminalità organizzata con le infiltrazioni della camorra nell’Agro Pontino, la sacra corona unita e le donne vittime della ‘ndrangheta. Arrivano dall’altra parte del Mediterraneo, dalla carceri italiane, dalla Russia e dall’Afghanistan ma anche dal Veneto con i suoi capannoni fantasma i 21 finalisti della diciottesima edizione del Premio giornalistico televisivo dedicato a Ilaria Alpi. “Scegliere i finalisti è stato un lavoro faticoso perché la qualità migliora di anno in anno – racconta Luca Ajroldi, una vita in Rai come inviato di guerra, caporedattore esteri e vicedirettore del Tg2, direttore del tg di Tmc e della testata on line Il Journal e da sempre nella giuria del premio – Nelle redazioni è cresciuta la voglia di fare inchieste a tutto tondo, di spostarsi e investire per raccontare vicende nascoste, con tassi di rischio non indifferenti”. Tra i 21 finalisti (scelti tra 300 video in concorso) ci sono i lavori di giornalisti di testate italiane e internazionali, di cronisti di web tv e di emittenti locali. “Si annulla sempre di più il gap tra servizi fatti per il web, per una tv locale o per una grande emittente – continua Ajroldi – e è questo è un fatto positivo: è un vantaggio per i cittadini che sono più informati, lo è magari un po’ meno per noi della giuria che abbiamo discusso, e non poco, per sceglierli”. La manifestazione si svolgerà a Riccione dal 6 all’8 settembre.

Sono 8 le categorie del premio dedicato alla giornalista della Rai uccisa nel 1994 a Mogadiscio (Somalia) insieme all’operatore Miran Hrovatin. La premiazione è prevista per l’8 settembre al Palacongressi di Riccione. Per il miglior servizio da tg sono stati selezionati Giulio De Gennaro del Tg5, autore di una “Caccia ai nazisti” che si conclude con un’intervista a Werner Bruss, responsabile dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, Michele Cagiano De Azevedo di Sky Tg24 che ha filmato il corpo di Gheddafi esposto al mercato di Misurata, Marco Clementi ed Enrico Bellano del Tg1 per “L’amazzone di Gheddafi” in cui raccontano storie di violenze e umanità nei giorni della caduta del rais. Tre finalisti anche per il reportage breve: Luca Bertazzoni di Servizio pubblico per “Un treno lungo la notte” (16 ore da Crotone a Milano con i pendolari che si sfogano con gli immigrati “rei” di affollare le carrozze), Alessio Lasta di L’ultima parola (Rai) con “Veneto Spoon River” sulle fabbriche dismesse in Veneto, Emilio Casalini di Report con “Spazzatour” (viaggio di andata e ritorno dei rifiuti tossici dall’Italia alla Cina dove vengono usati per produrre giocattoli). Giovani di seconda generazione (“18 ius soli” di Fred Kuwornu di Babel tv), donne “acidate” dalla ‘ndrangheta (“Voci mai spente” di Migoto, Loiero e Fedeli di Terra!) e carcere (“Fratelli e sorelle” di Barbara Cupisti di Doc 3) tra i finalisti per il reportage lungo.

Arrivano dal canale di Sicilia e dall’Europa dell’Est i video finalisti per il miglior reportage internazionale. Si tratta di “The price of sex” di Mimi Chakarova per The documentary channel sulle donne dell’est vittime del traffico sessuale, “The nigerian connection” di Chiara Caprio, Juliana Ruhfus e Orlando von Einsiedel di Al Jazeera English sulla violenza delle gang mafiose che gestiscono i traffici umani dall’Africa, “Mare deserto” di Emiliano Bos e Paul Nicol della radiotelevisione svizzera su un gommone alla deriva per 15 giorni nel Mediterraneo e l’indifferenza delle forze Nato di pattuglia. La Puglia è protagonista della categoria miglio servizio di tv locali e regionail cn 2 su 3 servizi in finale prodotti da Telerama. Si tratta di “La rivolta dei migranti e le minacce dei caporali” di Danilo Lupo, e “Mesagne e la Scu” di Lucia Portolano. Il terzo servizio è “Amianto balangero Italia” di Daniela Giacometti di Telesubalpina sul processo Eternit a Torino.

Novità dell’edizione 2012 è la nuova sezione dedicata al miglior servizio delle web tv. In lizza ci sono “I nuovi signori di Sabaudia” di Repubblica.it sulle infiltrazioni camorristiche nell’economia, turismo e politica dell’Agro Pontino. Camorra al centro anche di “Napoli, il bacio del padrino” di Claudio Pappaianni e Andrea Postiglione di l’Espresso sulla festa dei gigli del quartiere Barra. Il dramma del sovraffollamento è protagonista in “Just(ice) in Italy” di Valentina Ascione e Simone Sapienza di Fainotizia.it. Inediti (e il vincitore guadagnerà la messa in onda su Rai 3 e Rainews) i video in corsa per il premio Ia Doc Rai: “Blue Ghost” di Franco Fracassi che mostra le due facce dell’Afghanistan, “Kome un palloncino” di Massimiliano Cocozza che racconta l’eroica lotta delle persone affette dalle malattie neoplastiche” e “Giornalisti in prima linea” di Giorgio Fornoni. (lp)

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