Ci inorgoglisce non poco sapere che il primo libro al mondo che si occupa del rapporto tra Bruce Springsteen e il cinema è di due italiani: ‘Il cinema secondo Springsteen’ il titolo, presentato oggi al Giffoni Film Festival e curato da Diego Dal Pozzo e da Vincenzo Esposito, con dentro tutte le sfaccettature del rapporto tra “The Boss”, l’icona per eccellenza del rock americano contemporaneo, e il grande schermo.
Nelle canzoni di Springsteen, dai dischi d’esordio popolati da personaggi fortemente apparentati con i fuorilegge protagonisti di b-movies, passando per la produzione della seconda meta’ degli anni Settanta, ispirata invece al cinema classico dei maestri, agli eroi quotidiani tipici delle pellicole di John Ford, fino ai dischi della presa di coscienza politica, dello smascheramento del lato oscuro del sogno americano, da Reagan a Obama, delle cronache di una Paese raccontato dal punto di vista degli sconfitti e degli oppressi scaricati dalla societa’; vi un filo rosso che collega tutta la produzione degli ultimi trent’anni del rocker statunitense.
Poi dalla seconda meta’ degli anni Novanta al 2012, in cui Hollywood inizia a fare suo l’intero universo springsteeniano, divenuto ormai un mondo autonomo a se’ stante.
Nel libro, oltre ai saggi dei due curatori, si aggiungono altri tre contributi, ancora nostrani: uno di Antonio Tricomi, sui videoclip; un altro di Fabio Maiello, sui testi delle canzoni del cantautore; e l’ultimo, ad opera di Corrado Morra, sull’evoluzione di Springsteen come icona visiva, a partire dalle immagini delle copertine dei suoi album.
Gli stessi curatori del libro, che due anni fa avevano scritto anche: “Rock Around the Screen” e nei primi mesi di questo anno, avevano curato la rassegna “Storie di cinema e musica pop”, con uno degli appuntamenti, “Wings for Wheels: The Making of Born to Run”, dedicato proprio a Sprinsteen; alla rock star americana e al suo rapporto col cinema, al Pan di Nespoli, avevano dedicato una rassegna di tre giorni a maggio scorso.
La loro appassionata analisi parte dalla idea che sono spesso i ribelli senza causa del cinema americano degli anni Cinquanta e Sessanta a ispirare il rock di Bruce Springsteen. Senza dimenticare che il forte impatto di film come “Philadeplhia” o “The Wrestler” è dovuto anche alle colonne sonore che includono canzoni di Springsteen, che per “Philadelphia” ha anche vinto un Oscar.
Forse, però, se proprio si vuol cercare un punto di riferimento nel rapporto tra il cinema e il rocker del New Jersey, occorre fare un passo indietro fino a “Furore” di John Ford, anno 1940, per capire come Tom Joad, l’anti-eroe di John Steinbeck alla ricerca di una “terra fertile” e ripagato con paghe da fame (a cui presta il volto Henry Fonda), abbia fortemente influenzato Springsteen, che ha basato proprio su questo film il suo album “The Ghost of Tom Joad”.
Attualmente il 62enne rocker del New Jersey è di nuovo in vetta alle classifiche con l’album “Wreckin’ Ball” e si è esibito da noi il 7 giugno a Milano, il 10 a Firenze, l’11 a Trieste, riscuotendo il solito, un enorme successo.
Quanto alla 42° edizione del Giffoni Film Festival, la manifestazione, leader di cinema per ragazzi diretta da Claudio Gubitosi, ha come tema la “Felicità”, con un ricco programma partito il 14 luglio e che si chiuderà il prossimo 24 a Giffoni Valle Piana, con, al solito, tantissimi ospiti: da Dianna Agron, star di “Glee”, a Jessica Alba, da Patti Smith a Battiato a Pino Daniele e, ancora, Leonardo Pieraccioni, Jean Reno e Nicolas Cage.
Insomma, undici giorni di cinema, arte, cultura e tanta musica, grazie alla collaborazione del Neapolis Rock Festival, che stanno coinvolgendo non meno di 180mila persone, 30mila in più rispetto al 2011. A
ccanto alle star di Hollywood non mancheranno i protagonisti del nostro cinema e della nostra tv: oltre a Pieraccioni, Anita Caprioli, Ale & Franz, Luca Miniero, Filippo Nigro, Marco Giallini, Francesca Inaudi, Chiara Francini, Sonia Bergamasco, Claudio Gioe’, Mara Venier, Marco Bianchi e Carlo Conti.
Comunque, vero protagonista del Festival, resta il cinema, con 168 opere in programma, fra cui 75 lungometraggi e 84 cortometraggi selezionati su 1800 produzioni in preselezione (in concorso e fuori concorso), serie tv e documentari.
In apertura, dopo la presentazione della madrina Jessica Alba, più raggiante che mai, ha preso il via la prima di quattro serate dedicate a Francois Truffaut, un tributo particolare, a 80 anni dalla nascita del regista, con la proiezione del documentario ”Le spectacle interieur” di Vittorio Giacci e quella dei film ”Il ragazzo selvaggio”, ”I 400 colpi” e ”Gli anni in tasca”.
Come dicevamo, il 19 ci sarà Patti Smith, mentre il 21 luglio l’ospite d’eccezione sarà Jean Reno e, il giorno dopo, ci sarà l’anteprima di “Glee”, con la bellissima Dianna Agron.
Serie televisiva di grande successo e teen musical evento della stagione televisiva italiana 2010, “Glee-Il film”, è il primo episodio della serie, un episodio pilota che esprime le grandi potenzialità dello show e che si dimostra molto attento a conquistare un pubblico più vasto possibile senza però perdere in freschezza e in capacità di rinnovare il genere, specie attraverso una messa in scena e una scrittura che lo distanzia dalle serie indirizzate al pubblico più giovane.
Nel film che vedremo a Giffoni, l’appeal è soprattutto riposta negli extra che partono con un’anteprima non ufficiale del secondo episodio, con un montaggio di quasi quindici minuti di alcuni momenti importanti del secondo episodio (incluso tutto l’incipit fino al termine dei titoli di testa) e rimane piuttosto ignoto dove sarebbe la non ufficialità.
Il secondo contributo Preparare Glee di Ryan Murphy (in inglese il più pregnante Decostructing Glee)è un breve escursus dove viene raccontato il percorso pre-produttivo dello show, il lungo casting e la volontà di utilizzare volti poco noti e musiche di grande impatto.
In Scuola di ballo, sono invece i protagonisti a raccontare i loro personaggi. Chiudono due audizioni: quella di Rachel che interpreta On my own e quella di Mercedes per Respect.
Tornando al festival, la chiusura sarà tutta (o quasi) nostrana, con, il 23, Simona Izzo, Ricky Tognazzi e Filippo Nigri e, il 24, Nina Zilli, la Maratona Disney e l’incontro con Francesco Pannofino e Franco Battiato, grande appassionato di cinema, che debutta in questa arte con il film scritto insieme a M. Sgalambro PerdutoAmor (2003), originale storia di formazione ambientata tra la Sicilia e Milano negli anni ’50 e ’60, con la quale vince il Nastro d’argento 2004 come miglior regista esordiente e nel 2005 dirige A. Jodorowsky nel ruolo di L. Van Beethoven nel molto controverso Musikanten.
Carlo Di Stanislao
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