“Prendere un Oscar? E’ meno importante di essere qui a Giffoni. E non ho mai evaso le tasse”. Nicolas Cage è la leggenda del giorno al Giffoni Film Festival, il più importante Festival mondiale di cinema per ragazzi. Arriva con un look molto rock, stile “Cuore selvaggio”: jeans, maglietta e giacca blu delavee, rompe il cerimoniale e si butta subito in mezzo ai ragazzi per salutarli e farsi fotografare. Poi si sottopone alle domande dei giornalisti, nessuna esclusa. Gli bastano cinque secondi per rispondere alle voci, rimbalzate dall’estero, di una sua presunta evasione fiscale. “Non ho mai evaso le tasse, altrimenti sarei in galera”, taglia corto. Qualcuno prova a farlo arrabbiare ricordandogli che, oltre all’Oscar del 1996 per “Via da Las Vegas”, nella sua carriera ha vinto anche il Razzy Awards, il premio per la peggiore interpretazione. “Per me i premi non contano molto, non li prendo troppo sul serio. Prendo sul serio altre cose, il Festival di Giffoni, per esempio, che vale più di un premio. Sono orgoglioso delle mie origini italiane, mi piace la cultura, il cibo, la mitologia dell’Italia. Ma sono innamorato dell’idea del Giffoni Film Festival, con ragazzi che arrivano da tutti i Paesi, una filosofia unica al mondo. Che ci insegna che siamo tutti un’unica cosa, siamo esseri umani con le stesse emozioni. Dobbiamo far sì che i ragazzi imparino ad amarsi gli uni gli altri prima che diventino adulti e si odino a vicenda”.
Sui progetti futuri è ancora indeciso. Sicuramente uscirà “The Frozen Ground”, in cui fa la parte di un poliziotto mentre John Cusack sarà un serial killer. ”Poi non so ancora se interpreterò la parte di Thomas Edison nel film su Nikola Tesla, mi piacerebbe fare tutti quei film di cui leggo sui giornali – dice – La verità è che non ho deciso, non ho progetti di produzione e regia, vorrei concentrarmi di nuovo sulla mia carriera di attore, vorrei tornare a fare un film indipendente, tornare alle origini”. Famosa è la sua passione per i fumetti: “Non ne colleziono più adesso – dice – lo facevo quando ero ragazzo, ne leggevo moltissimi. I personaggi dei fumetti sono modelli da seguire per i ragazzi”. In “The Family Man”, uno dei suoi film più famosi, interpretava un manager che sceglieva di tornare indietro nel tempo. “Cosa cambierei della mia vita se tornassi indietro? Questa domanda è un po’ una trappola – dice- Ho vissuto per 48 anni e non cambierei assolutamente nulla”. Il tema dell’edizione di quest’anno del Giffoni Film Festival è la felicità: ”Viaggiare, incontrare posti e poesie nuove mi rende felice”. Che consiglio darebbe ai ragazzi che vogliono fare cinema? “Direi che è un sogno e bisogna portarlo avanti anche se nella vita troveranno persone che diranno ‘no, non ne vale la pena’, persone che proveranno a buttare giù quel sogno, proveranno a vincere loro mettendoti in cattiva luce con brutti articoli su internet o con e-mail che vorranno farti del male. Ma l’arte migliora la vita delle persone. Riesce a combattere il crimine, di questo sono convinto, i ragazzi devono essere educati all’arte, se le persone sono arrabbiate l’arte li rasserenerà, li allontanerà dalle droghe e dalla violenza”. Ringrazia sua madre mentre all’ennesima domanda sul rapporto con lo zio, il regista Francis Ford Coppola, risponde sarcastico: “Sono felice per tutta la famiglia Coppola e penso – sottolineo penso – che loro siano felici per me anche se ho gli occhi azzurri e loro no”.
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