L’agenzia Moody’s rivede al ribasso le prospettive dell’Efsf, il fondo salva Stati europeo da ‘stabile’ a ‘negativo’, dopo la revisione, sempre al ribasso, delle prospettive di Germania, Olanda e Lussemburgo. L’annuncio e’ giunto al termine della burrascosa giornata finanziaria di ieri per le Borse e i titoli di Stato delle due grandi economie della periferia dell’area euro, sempre più impelagate nella crisi sui debiti pubblici. A Milano il Ftse-Mib ha chiuso al meno 2,71 per cento dopo esser arrivato a cedere più del 3 per cento, con lo spread Btp-Bund in salita a 536 punti base, sui massimi da inizio anno. Ieri Piazza Affari aveva già ceduto un 2,76 per cento che seguiva il pesantissimo meno 4,39 per cento di venerdì scorso.
Uno spread fra Btp e Bund che si allarga sempre di più……erano 531 il 15 novembre, il giorno prima dell’insediamento di Monti. Otto mesi sembrano bruciati in pochi giorni. E ormai l’attenzione è tutta rivolta alle decisioni di Bruxelles, in evidente ritardo, e all’intervento possibile, probabile a questo punto, della Bce. La sintesi la fa il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera: un segnale che riesca a tranquillizzare i mercati e, quindi, raffreddare lo spread, “lo deve dare l’Europa, è ora che lo dia”.
Ma più che l’Italia, al centro del mirino dei mercati, in questo momento, è sempre la Spagna, mentre l’ipotesi che anche la regione della Catalogna debba chiedere il salvataggio allo Stato centrale aumenta i timori quest’ultimo possa a sua volta dover chiedere un ulteriore aiuto ai Paesi dell’area euro, dopo quello già deciso per ricapitalizzare le banche.
Intanto il ministro dell’Economia spagnolo de Guindos e il tedesco Schaeuble, in una nota congiunta, auspicano una “veloce applicazione delle decisioni del Consiglio Ue del 29 giugno”.
L’Europa ha fatto progressi e le decisioni prese al vertice di fine giugno sono “significative. Ora devono rendere operative queste decisioni”. Lo ribadisce il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, sottolineando che l’Europa deve anche creare una maggiore unità nel sistema bancario.
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