I recenti campionati europei, oltre a restituirci una nazionale di calcio in grado di destare un minimo di interesse, hanno avuto il merito (per chi lo considera tale) di dare visibilità a due suoi alfieri, Antonio Cassano e Mario Balotelli, fuoriclasse del pallone a detta di alcuni, personaggi folkloristici per altri, modelli da imitare per molti loro ammiratori; ritagliarsi uno spazio di notorietà nella società attuale è impresa quanto mai ardua ma, qualora ciò accadesse, la logica consiglierebbe di mettersi in evidenza affidandosi a qualità effettive e principi cristallini, da utilizzare soprattutto nell’interesse altrui, constatazione quest’ultima ancor più valida in uno stato di crisi perdurante quale quello attuale in cui solo scelte responsabili, ed in quanto tali socialmente condivisibili, possono aspirare a migliorare una situazione di sfascio per più versi disperata. A dispetto di quanto possano pensare i loro fans, ai quali nessuno nega beninteso di avere dei punti di riferimento, Cassano e Balotelli non si adattano ad esigenze del genere tant’è che, oltre a non possedere quella carica di simpatia da molti attribuitagli, risulta quanto mai arduo assegnare loro dei meriti effettivi, stante la macroscopica evidenza di una serie di difettacci che nessuno dei due si sogna di nascondere e che a ben vedere sono forse il vero motivo del loro successo. Cassano, dopo dieci anni di carriera in cui avrà pure avuto occasione di interloquire con giornalisti e dirigenti, non ha ancora appreso l’italiano, lingua troppo lontana dai suoi riferimenti culturali, mentre l’omofobia è ben presente nel suo dna al punto da esternarla in una infelice intervista rilasciata proprio alla vigilia degli europei, fedele ad una terminologia da età della pietra da imputare in toto al calciatore e non all’intervistatore, nell’assoluta libertà di scegliere gli argomenti e di trasformarli in domande; al fenomeno barese non è stata tesa nessuna “trappola”, ed i suoi difensori dovrebbero interrogarsi su come una persona di quasi trent’anni, privilegiata ed ultramilionaria, possa coltivare simili pregiudizi ed esprimerli con la delicatezza di un cavernicolo. Il lato positivo, se vogliamo trovarne uno, è che Cassano almeno finora ha combinato danni solo a parole, Balotelli al contrario preferisce i fatti, e questi ultimi testimoniano una sequenza di “incidenti” degni delle peggiori tragicommedie e che forse possono essere compresi calandoli in una dimensione patologica; ed effettivamente solo una persona affetta da problemi psichici può mettere in cinta la compagna, la sconosciuta Raffaella Fico, salvo non capacitarsi di quello che è accaduto ed anzi sprofondando in uno stato confusionale di cui neanche le testate di gossip riescono a fornire una spiegazione. Le statistiche ci ricordano che Cassano finora non ha vinto nulla di rilevante, e questo pure significherà qualcosa, Balotelli per contro si è aggiudicato lo scudetto inglese ma a Manchester ben pochi lo hanno notato, essendosi distinto per lo più per le sue dubbie frequentazioni e le immancabili scazzottate. Se vivendo a fianco di Cassano c’è dunque il rischio di rincitrullire, con Balotelli forse si va ben oltre, accostandosi a dei limiti al di là dei quali le bravate di un bullo del pallone possono sfociare in drammi dai quali non vi è ritorno; quel che è peggio, entrambi sono il simbolo vivente di una società di plastica, dalla solida impalcatura berlusconiana che, portata alle estreme conseguenze, si è tradotta in un marasma generale, in cui crisi economica ed ignoranza dilagante stanno portando il nostro paese sull’orlo del dissolvimento. Il dramma della disoccupazione ma anche dei tagli alla cultura, del crollo dei consumi e della vergognosa incompetenza dei nostri governanti non albergano nel cervello di Cassano e Balotelli, il loro cuore batte altrove e se il primo, emulando Berlusconi (a sua volta emulatore di Mussolini) ha dichiarato nell’ilarità generale di avere avuto alcune centinaia di relazioni, il secondo fedele al suo personalissimo pragmatismo, che lo vede in una perenne lotta di classe con chi non lo asseconda, ha letteralmente disintegrato la sua fuoriserie, rivelando al mondo le sue qualità di sciupa soldi e di pericolo vivente per sé ed il prossimo. Nella sua lunghissima storia lo sport ha prodotto molti campioni “scomodi”, Carl Lewis, John Mc Enroe, lo sfortunato Pantani, Coppi e Bartali che in più di un’occasione sarebbero volentieri venuti alle mani, ma quelli citati sono stati dei fenomeni, non a caso i più grandi nelle loro discipline, al confronto dei quali Cassano e Balotelli appaiono delle mezze comparse sorrette da una robusta dose di cialtroneria, esternata in atti istintivi, spesso in raptus, lontanissimi dalla razionalità e dal vivere civile; se uno parla a vanvera l’altro non è da meno nel collezionare figuracce, che poi le turbe impazzino per loro è più che naturale, a testimonianza di un vuoto di valori pauroso simboleggiato ad arte dai due calciatori.
Giuseppe Di Braccio
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