Il Senato ieri ha dato la fiducia al decreto della spending review, accettando parte degli emendamenti richiesti in questi giorni, a gran voce, dal volontariato e dal terzo settore tutto. Il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il volontariato esprime soddisfazione : “Apprezziamo il ripensamento su alcune scelte che avrebbero cancellato organismi fondamentali nelle relazioni fra le istituzioni e il terzo settore, come alcuni Osservatori, e condizionato i contributi pubblici di natura economica al privato sociale con criteri tipici del comparto profit. Una buona notizia che, una volta confermata dalla Camera dei Deputati, porterà sollievo ad una fatica innaturale.” commenta Stefano Tabò – presidente di CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato.
“Mentre le realtà del mondo del volontariato dovrebbero essere messe nella condizione di valorizzare le loro migliori energie, sollecitando ed attivando il ricco giacimento di risorse umane, diffuso nei territori, in un progetto di rilancio del nostro Paese inclusivo e sostenibile, quelle stesse realtà sono costrette ad adoperarsi per salvaguardare ciò che dovrebbe essere considerato non solo naturale ma anche indispensabile, in una logica di bene comune e di interesse pubblico.
La spending review ci conferma che anche le manovre economiche non sono mai svincolate da un modello sociale di riferimento e che l’impostazione culturale ancora prevalente colloca le organizzazioni sociali ai margini dello Stato e del Mercato. La crisi economica in atto dovrebbe finalmente convincere anche chi si trova in posizioni culturali arretrate eppure, come è apparso in questa circostanza, si tende a pensare, normare, governare, con gli schemi concettuali che hanno già palesato gravi limiti e che, di fatto, ci hanno già impoverito.
I Centri di Servizio per il Volontariato sono nati per promuovere e sostenere le organizzazioni di volontariato ed i valori che il volontariato stesso ha maturato e coltivato nel tempo. La vicenda che oggi commentiamo ci conferma che il nostro compito non può essere disgiunto da un’azione capace di un cambiamento culturale a largo raggio. In questa direzione saremo capaci di rafforzare il nostro impegno”.
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