Se non e’ il clima di Calciopoli, poco ci manca. Tra Federcalcio e Juventus e’, infatti, di nuovo muro contro muro dopo le richieste di squalifica di un anno e tre mesi per il tecnico Antonio Conte e per il suo vice Angelo Alessio. Un contrasto mai cosi’ aspro, neppure per la questione delle tre stelle sulla maglia. Ma che la situazione stesse per esplodere si era intuito ieri con il nervosismo dei legali bianconeri che serpeggiava nell’aula dell’ex Ostello della Gioventu’ del Foro Italico dove e’ in corso il processo al Calcioscommesse, dopo il rigetto, da parte della Commissione Disciplinare, dell’istanza di patteggiamento (3 mesi e 200mila euro di ammenda) e il successivo tentativo di ricusare la Commissione stessa.
Il tentativo, nel summit notturno di Torino, di far collimare le esigenze del club e la volonta’ dell’allenatore salentino e’ stato vano. ”Ho rischiato di essere appiccicato al muro quando gli ho parlato del patteggiamento”, ha svelato Luigi Chiappero, uno dei legali del tecnico, nell’arringa difensiva. Conte – che si e’ sempre proclamato innocente rispetto alle accuse del suo ex calciatore ai tempi di Siena Filippo Carobbio – ha detto no all’allungamento del suo stop forzato: meglio provare la propria innocenza. E con questa missione gli avvocati Chiappero, rappresentante anche di Alessio, e Antonio De Rensis sono arrivati in aula intorno alle 14. L’incertezza e’ durata poco: dopo alcune voci, l’annuncio, da parte del Procuratore federale Stefano Palazzi, del patteggiamento del tesserato Ruben Garlini (9 mesi in continuazione della precedente squalifica di 3 anni), la sola posizione rimasta in sospeso assieme a quelle di Conte e Alessio, l’ha confermato.
Prima della richiesta di condanna, il Procuratore ha ribadito ancora una volta l’attendibilita’ del ‘pentito’ Carobbio: ”Avrebbe ottenuto lo stesso sconto di pena se non avesse fatto il nome di Conte – ha precisato Palazzi -. Non esiste il motivo di risentimento personale”.
La palla e’ passata quindi ai legali di Conte, che hanno monopolizzato l’aula per quasi due ore (al netto delle pause concesse). Dura e accalorata e’ stata l’arringa di De Rensis, che ha sottolineato di aver ”apprezzato poco la scivolata del patteggiamento” e di confidare nell”’onesta’ intellettuale” dei giudici; piu’ lunga e pacata quella di Chiappero. ”Se basta la mera probabilita’ del fatto per condannare una persona, non facciamo giustizia”, ha ammonito il legale. ”Affidiamo Conte e Alessio al vostro giudizio con la convinzione che cercherete di capire fino in fondo se quell’uomo visto urlare in maniche di camicia a bordo campo possa davvero essere colpevole. Non vuole perdere mai, soprattutto quando ha ragione”, ha concluso Chiappero.
Per il resto il suo lungo intervento ha inteso dimostrare la ”mancanza di riscontri oggettivi” nelle accuse di Carobbio che hanno portato al deferimento di Conte e del vice per omessa denuncia nelle presunte combine di Novara-Siena e AlbinoLeffe- Siena.
La sentenza e’ prevista tra una settimana, ma la Juve, con il presidente Andrea Agnelli, non l’ha attesa: ”Constato che la Figc e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale”. ”Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le societa’ e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all’onorabilita”, ha attaccato dal sito del club.
”Le valutazioni del presidente della Juventus non sono accettabili e vanno al di la’ di un legittimo esercizio del diritto di critica”, la risposta piccata della Federcalcio, contro cui sono pronti a scendere in piazza i tifosi juventini.
In tutto cio’ sono passate in secondo piano le ultime arringhe, tra cui quella del Grosseto, che rischia la Lega Pro e la radiazione del presidente Piero Camilli. ”Ho visto mio figlio piangere dopo le richieste avanzate dal procuratore Palazzi e questo mi ha fatto male – le parole commosse del patron in aula -: ne’ io ne’ soprattutto la mia famiglia meritiamo questo. Sono una persona per bene accusata da un uomo (l’ex ds Andrea Iaconi, ndr) dalla dubbia moralita”’.
Domani prendera’ il via il processo sugli atti di Bari con 6 club – compresi i tre di A Bologna, Sampdoria e Udinese, e il Lecce che rischia la Lega Pro – e 19 tesserati, tra cui gli juventini Simone Pepe e Leonardo Bonucci. La frattura tra Juve e Figc potrebbe diventare una voragine.
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