L’Università del Salento è stata bocciata: ad emettere questa sentenza lo studio de Il Sole 24 Ore che ha elaborato, sulla base dei dati Miur, Almalaurea, Stella e Istat, la classifica generale delle migliori università italiane. Il ranking annuale degli Atenei statali mostra un’Italia spaccata in due: la parte bassa della classifica è occupata quasi interamente dagli atenei meridionali; ai vertici ci sono il Politecnico di Milano (856 punti) e Torino (842 punti), Modena e Reggio Emilia (765). Il Politecnico di Bari (567 punti) si piazza invece al 22simo posto, mentre l’Università di Bari al 42esimo (396 punti). Foggia si piazza al 53simo posto (333), mentre l’Università del Salento al 55simo, nonché terzultimo (314 punti).
I criteri della classifica sono i seguenti: il tasso di dispersione, l’affollamento, il rendimento e i giusti tempi per l’ottenimento della laurea a garantire l’efficienza dell’organizzazione, mentre i risultati occupazionali aiutano a capire le possibilità lavorative al termine del percorso formativo. Il rapporto fra i crediti previsti dai piani di studio e quelli effettivamente ottenuti dagli studenti misura l’efficienza dell’ateneo, e per stabilire se l’organizzazione ostacola o aiuta gli studenti nello svolgere una carriera di studi ordinata.
«La classifica del Sole24 Ore è una pubblicità ingannevole nei confronti degli studenti e contro le università del Sud tutte, più o meno, in coda» – dichiara il professor Vincenzo Zara, delegato del rettore alla didattica – «Cercano di far credere che siano state valutate le eccellenze, ma in realtà è soltanto l’analisi di contesti socio-economici che viene testata nella classifica che, alla fine, ci penalizza. Basti pensare al parametro dell’attrattività o dei fondi dagli enti esterni: sono due aspetti che ci penalizzano, ma legati essenzialmente alle caratteristiche del territorio».
Eppure l’Università del Salento, con i suoi Master Europei, ha dato prova di reperire fondi anche da enti esterni (le borse della regione) e di attrattività (oltre 100 iscritti, alcuni anche senza borsa); a ciò si aggiunga l’essenziale apertura all’Estero, con un primato tutto pugliese: il primo Master con tre diversi sedi nel Vecchio Continente, ossia Puglia, Bruxelles, Polonia.
European Translator, Tourism Management, European ICT, European Business Law, EU Projects, e Human Resources Management: i sei corsi, della durata di un anno, si articolano in una fase d’aula di 504 ore (gennaio-luglio), seguita da uno stage di 300 ore (settembre-dicembre 2012). L’ultima fase della didattica si è svolta a Bruxelles, mentre gli stage si inizieranno a settembre: ai migliori corsisti saranno assegnati borse stage per le istituzioni europee a Bruxelles, mentre altri cinquanta potranno usufruire del neonato accordo con l’ANCI che mette a disposizione 50 posti presso le amministrazioni comunali pugliesi. Ma sono tante le opportunità lavorative di cui si stanno studiando i dettagli in questi giorni.
«La classifica del Sole 24Ore non mi stupisce: gli Atenei statali soffrono per lo strapotere degli Atenei privati. Quella dei Master Europei è un’iniziativa che mancava in Puglia e forse in tutto il Sud – spiega la Prof.ssa Barbara Wojciechowska, Direttore dei Master Europei – per cui dobbiamo ringraziare la Regione e l’Università del Salento per aver creduto in noi. Abbiamo dimostrato di avere nella nostra terra un potenziale giovanile che ha voglia di imparare e di lavorare, con coraggio e con tanto studio. I ragazzi stanno imparando quanto è importante l’internazionalizzazione e l’investimento per il proprio futuro. E molti hanno già trovato lavoro, anche all’estero. Noi stiamo portando avanti il nostro progetto, e abbiamo grandi cose in mente per il futuro dei giovani pugliesi».
«La convenzioni stage dei Master Europei» – precisa Sergio Adamo, Coordinatore interateneo Placement Master Europei – «possono aiutare i giovani pugliesi ad aprire maggiormente gli orizzonti delle nostre università e ad orientarle verso la nuova realtà professionale globalizzata. Gli imprenditori pugliesi ed europei richiedono un tipo di formazione che forse le nostre università non sono in grado di fornire al meglio. I Master Europei, attraverso le partnership con le migliori università polacche, consentono di rispondere alle sfide professionali poste dal terzo millennio».
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