Nel giorno nero di Alex Scwhazer, decima giornata di giochi, con i fari puntati sullo stadio olimpico per l’esordio di Yelena Isinbayeva, arriva il settimo oro italiano, con Niccolò Campriani, primo nel tiro a segno, specialità carabina 50 ed il contorno del bronzo (che fa salire il nostro medagliere a 16) di Matteo Morandi negli anelli e quello dell’argento dal trap Massimo Fabrizi.
Brutte notizie, invece, dal peso (con eliminazione di Chiara Rosa alle semifinali) e dalla canoa, dove Maximilian Benassi è stato eliminato nella prima batteria della giornata.
Intanto, nonostante siano passati due giorni e si viva nello choc dell’epo si Schwhazer, non si placano le polemiche all’interno della Nazionale di nuoto.
Questa volta, però, a parlare non sono gli atleti scontenti dei loro risultati né i giornali (accusati dalla Pellegrini e da Magnini di aver creato tutto il polverone), ma il presidente della Federazione nuoto Paolo Barelli: “Qualcuno l’ha fatta fuori dal vaso e la conseguenza è stata esporci ad una figuraccia incredibile. Certi interventi isolati sono stati irresponsabili… Il bilancio non è soddisfacente ma c’erano aspettative esagerate. Noi ci aspettavamo due medaglie, nelle nostre discipline, ancora non è finito il nostro programma. Abbiamo la pallanuoto, il nuoto di fondo, ancora qualche chance c’è, ma siamo a zero nelle piscine”.
Il presidente federale, che nei giorni scorsi aveva incassato la fiducia del presidente del Coni Petrucci, si è detto rammaricato per Tania Cagnotto. “Noi abbiamo toccato le medaglie con un dito con la nostra Tania Cagnotto – ha detto – Non ricordo un margine così ristretto tra una medaglia ed il quarto posto di Tania a 0,20 punti. Nel nuoto, le medaglie potevano giungere da Federica e da Scozzoli. Federica è una grande, da 8 anni è sempre lì e non è detto che debba sempre andare sul podio. Purtroppo i piazzamenti oltre il terzo non contano. In un circo mediatico come le Olimpiadi serve essere campioni. Siamo in carenza di risultati”.
Gioiamo per Marzia Caravelli che si è qualificata per le semifinali dei 100 ostacoli, con il tempo di 13″01 in batteria, ottenendo il quattordicesimo posto complessivo.e per la salita al terzo posto in classifica generale della coppia italiana, nella classe 470 di vela, Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti. , con oggi previste altre due prove e la medal race, riservata ai primi dieci e a punteggio doppio e giovedi, con l’assegnazione delle medaglie. In una giornata di sole e vento medio l’equipaggio italiano è stato capace di un prodigioso recupero nella prima regata dopo aver toccato la boa in partenza e per questo passato per ultimo alla prima boa del percorso.
Ci consola, poi, leggere che il primo di doping ai Giochi di Londra non è nostro, con il Cio che, prima di Alex Scwhazer, aveva squalificato il judoka statunitense Nicholas Delpopolo, trovato positivo ad un controllo dopo la gara olimpica del 30 luglio (categoria 73 kg in cui l’americano si era piazzato 7/o) al metabolita della cannabis.
Ieri, a caldo, e decisamente con grande coraggio, il ‘re degli ottomila’ Reinhold Messner ha detto al Corriere dello Sport: “Mi dispiace moltissimo per Alex Schwazer, che poteva anche vincere. Questa notizia sembra la conferma che oggi senza doping non arrivi più da nessuna parte. Lo dico senza voler diffamare nessuno. Lo sport è ormai solo più un grande circo che costa molti soldi, ma non ha più alcuna credibilità. Ho avuto la fortuna anagrafica, ovvero che all’epoca mia non esisteva ancora il doping”.
Ma una ‘interessante inforgrafica pubblicata dall’Economist lo smentisce: nelle olimpiadi il doping è presente dal 1904 (http://www.economist.com/blogs/graphicdetail/2012/08/daily-chart-olympics-0)
Leggera la lista ci offre non pochi spunti interessanti: fra gli sport, in testa il sollevamento pesi con 30 casi accertati, segue l’atletica con 18; circa la nazionalità dei concorrenti fermati, la Bulgaria guida la classifica con 8 atleti risultati positivi ai test anti doping, a seguire Germania, Stati Uniti ed Ungheria con 5 e, quasi in coda, 2 soli atleti italiani risultati positivi.
In totale, nella storia delle Olimpiadi moderne, i casi di test antidoping positivi sono stati 85, di 44 nazionalità diverse.
I regolamenti anti-doping furono introdotti dal Comitato Olimpico Internazionale solo nel 1967, e il primo atleta ad essere squalificato, nel 1968, fu il 27enne svedese Hans-Gunnar Liljenwall: gareggiava nel pentathlon, vinse il bronzo, ma fu squalificato perché fu trovato con una quantità eccessiva di alcol in corpo. Lui disse di aver bevuto due birre per calmarsi, prima della gara di pistola, ma dovette restituire la medaglia. Pare che diversi altri atleti avessero assunto tranquillanti prima di quella gara, ma non vennero sanzionati perché i farmaci non erano ancora nella lista delle sostanze proibite.
A proposito, poi, di Messner, è tutt’ora in corso un acceso dibattito sul significato della parola doping e sui risvolti che esso comporta: non tutti infatti concordano con la negatività del doping nella pratica sportiva. Vi è infatti chi sostiene che sarebbe più logico liberalizzare il doping in quanto troppo diffuso nella maggior parte degli sport agonistici e quindi fattore discriminante tra chi ne fa uso e può quindi vincere le gare e chi non ne fa uso relegato troppo spesso al ruolo di comprimario. Vi è infine un appunto riguardante la relatività del doping. Quelle sostanze che oggi non sono considerate dopanti in un futuro non molto lontano potrebbero essere considerate tali. Ciò creerebbe secondo alcuni diversità di trattamento tra gli atleti, di oggi e di domani.
I campioni di sangue e di urina che vengono raccolti a Londra verranno conservati per otto anni, in modo da essere disponibili anche nel caso che i controlli diventino più avanzati.
Anche i cavalli usati nelle competizioni di equitazione sono testati (alle Olimpiadi di Pechino, nel 2008, sei risultarono positivi).
In previsione di Londra 2012, ben nove sportivi sono stati sospesi dopo essere risultati positivi ai test dalla Federazione Internazionale di Atletica Leggera. Tra essi il bronzo olimpico di Pechino 2008, l’ucraina Nataliya Tobias, il marocchino Abderrahim Goumri, il greco Irini Kokkinariou, il turco Meryem Erdoga, e tre russe, Svetlana Klyuka, Yevgenina Zinurova e Nailiya Yulamanova. Inizialmente questi sei atleti erano stati sospesi per 4 anni, pena in attesa di conferma dai giudici sportivi dopo che Erdogan, Klyuka, Yulamanova e Zinurova, hanno confessato Gli altri atleti coinvolti sono la bulgara Inna Eftimova, risultata positiva all’ormone della crescita, mentre l’ucraina Antonina Yefremova per tracce di testosterone sintetico.Niente Londra anche per Mariem Alaoui Selsouli. La Iaaf ha confermato che la marocchina è risultata positiva a un diuretico, il furosemide, in occasione di un test effettuato lo scorso 6 luglio a Parigi.
I giochi finiranno la prossima domenica e poi, dal 20 agosto al 9 settembre, Londra ospiterà la XIV edizione dei Giochi Paraolimpici, sparsi un po’ in tutta la città, ma soprattutto nell’East End di Londra.
E speriamo che, in questo caso, sia il gesto atletico e non chimico a richiamare la nostra attenzione.
Carlo Di Stanislao
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