In una Taranto “blindata” per ordine del prefetto, un corteo simbolico ha percorso poche decine di metri sulla centrale via D’Aquino, in contemporanea con l’inizio del vertice con i ministri Clini e Passera in prefettura.
“Oggi lavoriamo, poi alla fine rendiamo conto’, dice il ministro dello Sviluppo. Il ministro dell’Ambiente indica ‘una strada per ricondurre la questione nell’ambito delle leggi nazionali e delle direttive europee, senza la necessita’ di provvedimenti straordinari”.
“Abbiamo già impegnato e finanziato 90 milioni di euro e abbiamo in animo di finanziarne a breve altri 56: per un totale di 146 milioni che l’Ilva mette per l’ambiente”. Così il commissario dell’Ilva, Bruno Ferrante, dopo il vertice di Taranto con i ministri. L’azienda “accoglie con favore l’iniziativa del ministro Clini di aprire subito un tavolo per la nuova procedura Aia”, afferma Ferrante. “Non siamo fuorilegge. La legge l’abbiamo sempre osservata e rispettata”, ribadisce Ferrante. “Ci muoviamo e ci siamo sempre mossi rispettando le prescrizioni dell’Aia”, sostiene. Ferrante sottolinea: “Dimostreremo la volontà di risanamento e di messa in sicurezza”, aggiungendo che “se c’è una strada anche piccola per far prevalere il dialogo la percorreremo”. “C’è l’impegno – sottolinea – a velocizzare al massimo le procedure. Credo che alla fine il buon senso e la ragione dovranno prevalere” conclude il presidente Ilva Bruno Ferrante.
‘Taranto libera’, ‘Riva boia’, alcuni degli slogan: applausi per il gip Patrizia Todisco e per le vittime dell’Ilva.
Fischi e urla contro il governo, invece, nella manifestazione organizzata dal comitato “Cittadini liberi e pensanti”, alla quale hanno partecipato in duemila fra operai Ilva, mitilicoltori, allevatori, cittadini dei quartieri vicini all’Ilva, ma anche medici ed altri professionisti. Fra queste la pediatra Annamaria Moschetti che dal palco ha detto: “Sono 14 anni che vedo bambini morire. Anni fa il sindaco vietò ai bimbi di giocare nei prati al quartiere Tamburi, dicevamo sempre alle famiglie di lavarli bene dopo che avevano giocato. In quale altra città del mondo succede? Oggi non è cambiato niente, Clini chieda scusa a questi bambini meno fortunati di suo nipote” (rispondendo alla dichiarazione del ministro per l’Ambiente che giorni fa disse che non farebbe vivere suo nipote al quartiere Tamburi).
“I politici non si accorgono che qui avviene un genocidio – urla un cittadino – in ogni famiglia c’è un morto per tumore”. “Io vivo ai Tamburi – dice Emilio, un operaio Ilva che vive nel quartiere a ridosso dei parchi minerali – vivo con le finestre chiuse, quando i miei bimbi giocano sul balcone diventano neri, sembra che hanno lavorato in fabbrica con me”.
Fischi anche per il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, e slogan: “Il governo oggi doveva venire a chiedere scusa per le morti a Taranto”.
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