La Corte europea dei diritti dell’uomo ha bocciato la legge 40 che impedisce la diagnosi pre-impianto sull’embrione, ma consente l’aborto nel caso emergano nel nascituro anomalie genetiche gravi. L’Italia è stata quindi condannata a risarcire una coppia italiana portatori sani di fibrosi cistica con 15mila euro. La Corte osserva “l’incoerenza del sistema legislativo italiano” e dice che la legge “lascia ai richiedenti una sola opzione, che genera angoscia e sofferenza: intraprendere una gravidanza attraverso metodi naturali e abortire nel caso in cui un esame riveli che il feto è malato”. Ma non si tratta di una decisione definitiva: entro tre mesi entrambe le parti potranno fare ricorso per andare di fronte alla Grande Camera e cercare di modificare la sentenza.
Oltre ai 15mila euro che Roma dovrà versare loro “per danni morali”, ci saranno altri 2.500 euro per le spese legali sostenute.
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