Via i campioni, spazio ai giovani: e’ questo lo slogan di Lorenzo Insigne e dei tanti ‘baby’ che in questo inizio di stagione stanno conquistando i riflettori e rinfrescando il calcio italiano.
”E’ un bene che in Italia si facciano giocare i ragazzi ora che gli Ibrahimovic, i Thiago Silva e via dicendo se ne sono andati – dice il 21enne attaccante napoletano – Ora sta a noi ripagare la fiducia”. Pensa a se stesso ma anche agli altri talenti emergenti ”come Immobile e Florenzi, che hanno iniziato col botto la stagione”; come Verratti col quale Insigne ha giocato nel Pescara di Zeman: ”Ancelotti ci voleva entrambi al Paris Saint Germain? Non lo so. Ora con Verratti ci siamo ritrovati qui. L’errore da non commettere? Sentirci gia’ arrivati, quando raggiungi certi livelli devi continuare a dare tutto. Perche’ ci metti un attimo a tornare indietro”.
Intanto dopo Mazzarri che gli ha dato la maglia di Lavezzi (”In estate ho parlato con la societa’, non era sicuro che restassi ma io lo volevo tanto e alla fine, lavorando sodo, ce l’ho fatta”), anche Prandelli lo ha voluto premiare convocandolo in Nazionale (lasciando a casa Cassano) per le qualicazioni mondiali contro Bulgaria e Malta. ”Avevo due sogni, esordire in A col Napoli e arrivare in Nazionale, li ho realizzati. Non mi aspettavo un’accelerata cosi’ alla mia carriera – dice, con dedica alla famiglia e alla fidanzata Jenny
-. Per un giovane e’ un’occasione importante. Credo di aver
fatto bene con Zeman la scorsa stagione e poi in ritiro col Napoli. Sul momento non credevo alla convocazione ma ieri sera mi e’ parso strano non essere i convocati in Under 21 e allora ho capito che era tutto vero. Alla fine penso di aver meritato. Ho ancora tanto da imparare ma lavoro duramente”. Mettendo a frutto gli insegnamenti ricevuti e avendo tra gli obiettivi anche il Mondiale 2014: ”Zeman e Mazzarri sono diversi, col primo, che mi ha insegnato tantissimo, facevo piu’ l’esterno d’attacco; col secondo gioco piu’ da seconda punta”. Prandelli lo ha definito attaccante moderno: ”Significa che bisogna correre tanto, il calcio e’ cambiato, un attaccante oggi deve aiutare prima di tutto la squadra dando anche una mano in fase difensiva. A Napoli con Cavani, cui solo poco tempo fa facevo da raccattapalle, facciamo proprio questo”.
Ma questo Napoli e’ pronto per lo scudetto, sara’ duello con la Juve? ”La Juve e’ una grande squadra piena di campioni, non mi fido di Inter e Milan ne’ della Roma, che con Zeman puo’ fare cose importanti. Ma il Napoli – gonfia il petto – se continua a giocare cosi’ puo’ giocarsela con chiunque. Sogno di vincere qualcosa di importante con questa maglia, scudetto, Coppa Italia”. Magari con qualche gol alla Del Piero, a cui Insigne si ispira piu’ che a Cassano: ”Antonio e’ un grande campione, io devo ancora dimostrare tutto. Ma siamo diversi. Io mi ispiro a Del Piero, ho sempre ammirato i suoi gol, provo spesso il suo tiro a giro – sorride -. Mi dispiace che abbia lasciato la A proprio quando sono arrivato io, avrei voluto incontrarlo, scambiarci le maglie. E’ ancora senza squadra? Diro’ a De Laurentiis di portarlo a Napoli”.
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