Partiti SpA, l’inchiesta di Paolo Bracalini: ‘In Italia si vota contro qualcuno più che a favore di un partito’

Dal PDL al PD, dalla Lega a Italia dei Valori: in un quadro allarmante, completo e perfettamente bipartisan della vita economica dei partiti, Paolo Bracalini nel libro inchiesta Partiti S.p.A. (Ponte alle Grazie editore, pagg 350, euro 14)) con documenti e interviste inedite affronta la questione dei rimborsi elettorali e racconta come recita il sottotitolo […]

Dal PDL al PD, dalla Lega a Italia dei Valori: in un quadro allarmante, completo e perfettamente bipartisan della vita economica dei partiti, Paolo Bracalini nel libro inchiesta Partiti S.p.A. (Ponte alle Grazie editore, pagg 350, euro 14)) con documenti e interviste inedite affronta la questione dei rimborsi elettorali e racconta come recita il sottotitolo “Non solo finanziamenti pubblici, ma società, banche, immobili, sponsor privati e occulti: come e perché i partiti sono diventati imperi finanziari”. In un’intervista a www.fattitaliani.it spiega quando la politica in Italia ha cominciato a trasformare i partiti in S.p.A.: “Paradossalmente il fenomeno si amplia dal referendum che nel 1993 abolisce il finanziamento pubblico. Subito dopo i partiti escogitano una legge, cosiddetta sui “rimborsi elettorali”, che via via decuplica il valore del finanziamento della prima repubblica. Da mille lire a voto, a cinque euro a voto. Con tutta questa liquidità i partiti cominciano a muoversi da Spa: investono in fondi finanziari, cartolarizzano i crediti con le banche, comprano immobili, creano società commerciali. Come ha fatto la Lega nord, che ha addirittura una società che vende bici (Bici padana Srl) e un tour operator leghista”. L’aspetto più sorprendente è la mancanza di controlli sui bilanci dei partiti: “Parliamo di diverse centinaia di milioni di euro – prosegue il giornalista – che finiscono nei conti correnti dei partiti politici, senza che si sappia realmente come li spendono. L’unico organismo che dovrebbe controllare, il Collegio dei revisori dei conti della Camera, non ha reali poteri di indagine, e lo scrive ogni anno nella premessa alla relazione che poi manda ai presidenti di Camera e Senato”. E sulle preferenze elettorali degli italiani dice: “Molti italiani hanno smesso di votare per quel motivo, gli altri alla fine votano i soliti del partito che li convince di più per non far eleggere quelli del partito che li convince di meno. Si vota contro qualcuno più che a favore di un partito”.

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