La chiusura dello stabilimento dell’Ilva di Taranto avrebbe un impatto negativo di 8 miliardi di euro. Lo dice il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, nel corso dell’informativa nell’aula del Senato. “Il costo di una eventuale chiusura dell’impianto avrebbe conseguenze negative sia dirette che indirette- spiega- che pensiamo debbano essere prese in considerazione nelle decisioni che riguardano il futuro dell’impianto stesso. Complessivamente si determinerebbe un impatto negativo che e’ stato valutato attorno ad oltre 8 miliardi di euro annui imputabile per circa 6 miliardi alla crescita delle importazioni, per 1,2 miliardi al sostegno al reddito ed ai minori introiti per l’amministrazione pubblica e per circa 500 milioni in termini di minore capacita’ di spesa per il territorio direttamente interessato”, sottolinea.
In una fase di “calo globale del mercato e’ evidente che l’eventuale uscita di uno stabilimento come quello di Taranto sarebbe guardata con estrema soddisfazione dai maggiori competitor europei e mondiali”. Per il ministro Passera queste “considerazioni sono certamente importanti, ma in nessun caso possono, naturalmente, giustificare il mantenimento di situazioni di rischio ambientale e per la salute dei lavoratori e dei cittadini al di fuori delle normative”.
“Credo che oggi si possano creare le condizioni per garantire il mantenimento dell’impianto nei limiti di sicurezza nazionali ed europei senza metterne a rischio la sopravvivenza con decisioni che ne comporterebbero nei fatti la chiusura definitiva e irrimediabile”, ha detto. Su queste posizioni, gia’ negli scorsi giorni, il governo, continua, “ha registrato un consenso molto ampio, direi quasi un fronte unitario. Proprio per questo, penso che ci siano tutte le prerogative affinche’ questa grave crisi dell’Ilva, se gestita con senso di responsabilita’, possa diventare un’opportunita’ di sviluppo per Taranto”. Il raggiungimento di “un necessario e doveroso punto di equilibrio tra la continuita’ produttiva di un grande stabilimento.
“Nel corso degli scorsi anni ci sono stati sicuramente danni all’ambiente e alla salute, ed e’ giusto che venga fatta piena luce sull’accaduto”, asottolineato Passera. “I problemi da risolvere sono, infatti, molteplici- prosegue- coinvolgono diversi livelli istituzionali e devono essere affrontati attraverso una strategia complessiva capace di impedire che la situazione si traduca nel dover scegliere tra lavoro e salute: alternativa, questa, che non deve mai essere posta”. Per questo, aggiunge, il governo e’ “intervenuto tempestivamente”.
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