Dopo oltre sei ore di seduta il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto sanità messo a punto dal ministro della Salute Renato Balduzzi, un provvedimento che, pur arrivando in Cdm ‘sgonfiato’ rispetto a come era stato pensato in partenza (16 articoli anziché 27), introduce numerose novità in materia di sanità e salute.
Fra i punti più importanti, la riforma della medicina territoriale che andrà a modificare il rapporto tra i cittadini e i medici di famiglia, che dovranno organizzarsi in ‘squadre’ e garantire un’assistenza H24 ai pazienti e una serie di misure di contrasto a cattive abitudini, pericolose per la salute, come il fumo e il gioco d’azzardo a rischio dipendenza.
Questa parte del decreto, incentrata sugli stili di vita, ha però subito diversi rimaneggiamenti.
Sul fronte della lotta alla ludopatia, ad esempio, nel testo entrato in Cdm la distanza di sicurezza delle sale giochi da scuole, università, ospedali e luoghi di culto viene ridotta da 500 a 200 metri e viene applicata soltanto ai nuovi esercizi.
Come previsto alla vigilia, nel decreto non è poi stata inserita la tassa sulle bevande gassate e zuccherine, che tante polemiche aveva sollevato: nel testo entrato a Palazzo Chigi compare solo l’obbligo dal 1 gennaio 2013 della presenza di almeno il 20% di succo naturale nelle bevande analcoliche con frutta.
Ha retto invece la norma contro il fumo: multe salate (fino a 2.000 euro) per i tabaccai che vendono sigarette o tabacco ai minori.
Il provvedimento prevede anche tutta una serie di misure che coinvolgono soprattutto i medici ospedalieri: intramoenia; nomine dirigenti; responsabilità professionale.
Un capitolo affronta la questione dell’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea).
E, ancora, novità in materia farmaceutica, come ad esempio la razionalizzazione del Prontuario.
E’ stato invece deciso lo stralcio dal provvedimento delle norme sul fascicolo elettronico, che saranno inserite nel decreto sull’agenda digitale a cui sta lavorando il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Monti ha detto che il nuovo decreto fa si che la sanità divenga una risorsa del Paese e la Finmg, per voce del segretario nazionale Giacomo Milillo, ha dichiarato: “La medicina generale è pronta ad affrontare la sfida della riorganizzazione dell’area delle cure, poiché e un’opportunità che non va sprecata e senza la quale tutta la categoria rischia di essere relegata a un ruolo sempre più marginale nel Ssn. I cittadini rischierebbero di perdere il loro medico di famiglia”.
Critica invece la posizione della Società Scientifica di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), che in particolare critica le norme sull’intramoenia, sulla responsabilità medica e il sistema assicurativo professionale. “Il decretone screditerà ulteriormente le professionalità”, scrive oggi in una sua nota la Sigo, che è la prima categoria a levare gli scudi.
“Siamo sul piede di guerra – ha affermato il presidente Sigo, Nicola Surico -. Questo testo di legge non tratta in modo adeguato validi professionisti impedendogli, di fatto, la libera professione”. Il decreto Balduzzi prevede per i medici che svolgono attività intramuraria fuori dall’ospedale la tracciabilità dei pagamenti, tariffe minime e massime per le prestazioni offerte e un prelievo fiscale del 5% da investire nella riduzione dei tempi d’attesa all’interno del servizio sanitario nazionale. “In segno di protesta contro i provvedimenti sulla intramoenia – annuncia Surico -, siamo disposti a visitare gratis tutte le pazienti ultra 80enni sprovviste di assegni o carte di credito, rilasciando regolare parcella a costo zero. Ma anche in questo caso dovremmo versare la ‘gabella’ del 5% allo Stato per abbattere le liste di attesa troppo lunghe? Se per un esame o un’operazione bisogna aspettare settimane o mesi, la responsabilità non è dei medici ma delle carenze strutturali e di personale che impediscono di far funzionare al meglio sale operatorie e ambulatori”.
Ieri, il Presidente Monti, ha assicurato che la ripresa è vicina e che finalmente “siamo ripartiti” e rincuorandoci con la frase: “Un anno fa rischiavamo una crisi finanziaria come al di là del mare” e lanciando al tavolo con le parti sociali, un appello: “La sorte del Paese è nelle vostre mani”.
Anche se “la ripresa non si vede nei numeri, invito tutti a constatare che è dentro di noi. Adesso è alla portata del nostro Paese e credo che arriverà presto”, ha detto in una lunga intervista televisiva.
“Siamo tra i Paesi – ha sottolineato – che decidono come risolvere il problema greco. Siamo rispettati, inseriti in un circuito di decisioni. Questo non è piovuto dal cielo, ma è il risultato di una presa di coscienza della classe politica, del governo e dei cittadini, per creare una base più sicura all’economia italiana, con gli inevitabili sacrifici”.
Intanto nello stesso consiglio si è detto che per il problema Ilva lo Stato non ha soldi e dovrà l’industria da sola investire per la riqualificazione e nel frattempo continuano i problemi della Alcoa, mentre da giorni, con la caduta di vendite del 20%, si sa che un non meglio stabilimento Fiat (sono parole di Marchionne) in Italia rischia la chiusura.
Inoltre, conti alla mano, la spesa pubblica, invece di ridursi, è aumentata di 6 miliardi, nonostante la cosiddetta spending review e le imposte che sono cresciute in maniera impressionante.
E nonostante Napolitano riaffermi di guardare con ottimismo al futuro e che: “Non c’è dubbio che c’è stata una forte ripresa di fiducia nei confronti della Nazione, anche per merito della personalità di Mario Monti” e, ancora, che .’alto spread tra Btp italiani e Bund tedeschi “non è assolutamente spiegabile sulla base dei dati fondamentali dell’economia,c’è un cospicuo sovrappiù che rappresenta un problema”, da medico mi chiedo se dai segnali concreti possiamo davvero affermare che il paziente stia davvero migliorando o non stiamo facendo altro, disarmati dai fatti e frustrati dai risultati, che suscitare, con parole rassicuranti, un sempre auspicabile “effetto placebo”.
Nichi Vendola nella presentazione della Fiera del Sud 2012, dopo aver affermato che “la vecchia e bella Fiera del Levante di una volta, quella che noi abbiamo amato da bambini, è finita”, dice comunque che quella di quest’anno, dopo tre di vacanza, vedrà presente il presidente del consiglio e costuitirà motivo di speranza autentica per la Puglia e per il Sud.
Ma intanto l’Ilva resta nei pasticci, costretta ad un terribile baratto fra salute ed occupazione e le novità vere no risultano essere di natura espositiva e di offerta, ma legate alla scelta, secondo me del tutto berlusconiana, di mettere assieme l’esposizione di prodotti con tantissimi eventi disegnati con gli espositori.
Tra i vari saloni quello dell’arredamento, dell’edilizia abitativa, dell’agroalimentare, dell’autousato, delle start-up e delle imprese creative, con spazio anche per cinema, moda, arte, musica, mostre e sfilate del settore tessile e manifatturiero. Certamente una grande festa ma che non mi pare porti novità convertibili, almeno nell’immediato, in lavoro, reddito ed occupazione.
Monti ha sottolineato che il filo conduttore dell’azione di governo è stato fin dall’inizio “il miglioramento della produttività totale dei fattori” e in particolare di quella sul lavoro.
Avanti quindi su infrastrutture, ricerca e giustizia, ha sottolineato in una nota di palazzo Chigi.
Bene, ora occorre, immediatamente, che le note si traducano in fatti.
Carlo Di Stanislao
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