Anche se la Merkel frena e dice di porre limiti agli aiuti, le decisioni annunciate ieri dalla Bce guidata da Mario Draghi, mettono a segno due vittorie: una finanziaria e una politica. Quest’ultima potrebbe fare la differenza per il futuro dell’eurozona, con un risultato senza precedenti nella storia recente dell’integrazione europea.
Poco prima che il presidente della Bce comunicasse l’esito dell’ultimo Consiglio direttivo, gli allarmi dell’Eurotower sono scattati. Sembrava che all’interno dell’istituto di Francoforte fosse scoppiato un incendio, ma si trattava solo di un falso allarme. Le fiamme che hanno reso infernale la recessione di alcuni paesi europei come la Grecia è però divampato ormai molto tempo fa, e il surplus di tensione prima della riunione di ieri non era assolutamente necessario per i banchieri centrali.
Poi, il consiglio della Bce ha ribadito l’irreversibilità dell’euro e ha spazzato dal tavolo l’ipotesi di una moneta unica “a due velocità”. E, cosa ancora più importante, lo ha fatto all’unanimità, con la sola eccezione scontata del membro tedesco Jens Weidmann.
E l’effetto di tale decisione non tarda a farsi sentire: lo spread tra Btp e Bund continua a diminuire e dopo l’apertura a 364 punti base contro i 374 di ieri, stamani è ulteriormente sceso sotto 350, con una reazione a ribasso anche tra i Bonos spagnoli e i titoli tedeschi.
Mario Draghi ha mantenuto le promesse e svelando il piano di azione della BCE, resi liberi i Paesi in difficoltà di respirare.
Acquisti illimitati di titoli di breve termine (1-3 anni) dei paesi in difficoltà che saranno sterilizzati completamente per mantenere invariata la quantità di moneta in circolazione.
Lasciati invariati, invece, i tassi d’interesse nel Vecchio Continente allo 0,75%. Ora i riflettori tornano a puntarsi sulla Federal Reserve. Oggi saranno comunicati i dati sui non farm payrolls, fondamentali per dare indicazioni sulle prossime strategie della banca centrale statunitense. Un dato molto debole (consensus 130k) potrebbe, infatti, convincere il governatore della FED, Ben Bernanke, a lanciare un nuovo piano di quantitative easing (QE3) per rilanciare la ripresa dell’economia USA e neutralizzare gli effetti negativi del fiscal cliff di fine anno.
E ieri, a Piazza Affari , il Ftse Mib ha evidenziato un rialzo del 2,40% a 16160 punti, con gran denaro sui bancari (Banca MPS +6,20%, Unicredit +4,50%, Ubi Banca +3,80% e Intesa Sanpaolo +3,50%) grazie alla forte flessione dello spread.
Ora si attende, per il 15, la decisione della suprema corte tedesca, ma a rincuorarci è il fatto che la reazione della Germania alla vittoria della linea Drgahi non è stata rabbiosa.
In fondo, Angela Merkel ha dato il via libera a Draghi ormai da più di un mese, avendo ottenuto a livello europeo il proseguimento del rigore che ha caratterizzato la gestione della crisi dei debiti sovrani.
Un giornale conservatore come Die Welt ha titolato ” I mercati festeggiano la morte della Bundesbank” per descrivere il boom dei mercati finanziari seguito all’annuncio di Draghi. Faz, il quotidiano più vicino alla Cdu della Merkel, ha rimarcato come il fronte dell’Europa del Nord, finora compatto nella difesa dell’austerità, sia stato diviso da Draghi.
I toni rimangono critici ma sommessi, almeno per il momento, visto che lo stesso membro tedesco del Board, Asmussen, ha votato a favore del nuovo intervento della Bce.
Ma non possiamo gioiere stamani, apprendendo che, nella notte, un barcone con a bordo decine di persone, è naufragato a circa dodici miglia dall’isola di Lampedusa.
Fin’ora sono stati tratti in salvo 56 migranti: quarantasei trovati sull’isolotto di Lampione, dove sono arrivati a nuoto, uno tratto in salvo da un elicottero in alto mare, cinque dalla Guardia di Finanza e altri due da una nave della Nato. Tra i superstiti c’e’ anche una donna in stato di gravidanza, me le sue condizioni non sarebbero gravi. Si cerca ancora, con l’ausilio di navi ed elicotteri, per ritrovare gli altri dispersi.
I superstiti sostengono che a bordo del barcone fossero fra 120-150 individui.
E sempre oggi, si apprende di un’atra tragedia del mare, con una strage di migranti annegati davanti alle coste occidentali della Turchia, mentre scappavano dalla guerra e dalla fame, insieme a genitori e parenti, su una barca naufragata quando era arrivata a soli 100 metri dalla salvezza. Molti di loro erano bambini tra cui neonati. Secondo le prime ricostruzioni a bordo della carretta del mare naufragata vi erano 31 bambini, tra cui 3 neonati. Le persone adulte sarebbero state 30, ma numeri più precisi si sapranno solo nei prossimi giorni. Intanto proseguono le ricerche di altre possibili vittime e, forse, di qualche sopravvissuto.
Finora i sopravissuti al naufragio sono 46, inclusi il capitano e il suo secondo, entrambi turchi ed entrambi arrestati.
Sulla “carretta” siriani, palestinesi, qualche iracheno: migranti che sognavano l’Europa. L’Europa ormai al collasso, che comunque, come scrive Mario Nascinbeni, pur non più in grado di assicurare occupazione neanche ai ‘nativi’, continua a rappresenta un miraggio per chi è in fuga dalla sua terribile realtà.
Carlo Di Stanislao
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