Libertà di parola e libertà di “Segno”

I miei occhi scorrevano le parole di una missiva scritta da un lettore sordo profondo, Matteo Ferri, che il giornale online www.abruzzo24ore.tv ha pubblicato il 31 agosto 2012 al seguente indirizzo: “La lingua dei Segni riconosciuta dalla Provincia dell’Aquila, ma non è la via giusta”. La pagina, che ospita la missiva, riporta il titolo:“La lingua […]

I miei occhi scorrevano le parole di una missiva scritta da un lettore sordo profondo, Matteo Ferri, che il giornale online www.abruzzo24ore.tv ha pubblicato il 31 agosto 2012 al seguente indirizzo: “La lingua dei Segni riconosciuta dalla Provincia dell’Aquila, ma non è la via giusta”.

La pagina, che ospita la missiva, riporta il titolo:“La lingua dei Segni riconosciuta dalla Provincia dell’Aquila, ma non è la via giusta”.

Lo stesso testo è stato pubblicato dal sito www.sardegnareporter.it.

Mi ha colpito il suo pensiero secondo cui “La LIS (la cosiddetta Lingua Italiana dei Segni) non è una Lingua ma uno strumento comunicativo conosciuto e utilizzato solo da una piccola minoranza di non udenti […].”

Io sono del parere personale che la lingua dei segni italiana (LIS) sia una lingua con regole morfologiche e sintattiche al pari di lingue vocali[ndr:Volterra V, (a cura di),  I segni come parole – La comunicazione dei sordi, Boringhieri, Torino, 1987]come risulta anche da numerose ricerche linguistiche, tra cui in particolar modo quelle dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione presso il CNR di Roma.

Perché criticarla?

Si tratta di una libera scelta per chi sordo o udente vuole segnarla.

Si tratta di un diritto inviolabile <<dell’uomo [sordo] sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità>> [ndr:Art.2 della Costituzione italiana, http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html] ed è compito della Repubblica riconoscere e garantire il suo diritto e di richiedere l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

L’Amministrazione Provinciale dell’Aquila, che è uno dei rami amministrativi del Governo, ha dimostrato di rispettare l’Art. 2 della Costituzione Italiana, riconoscendo la Lingua dei Segni Italiana come una lingua vera e propria con una delibera  [ndr: Verbale di deliberazione del Consiglio Provinciale n.40 del 02/08/2012 ].

Ricorrendo all’appello dell’Art.3 della Costituzione Italiana, sostengo che il sordo, come tutti i cittadini udenti, debba avere pari dignità sociale e debba essere uguale <<davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali[ndr: Art.3 della Costituzione italiana, http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html]>>.

È compito dell’Amministrazione Provinciale dell’Aquila così come quello <<della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese[ndr: Art.3 della Costituzione italiana, http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html]>>, riconoscendo le loro esigenze.

Tra questi cittadini, ci sono i sordi con le loro esigenze.

Esigenza che può essere Tecnologia, conosciuta da Tutti.

Esigenza che può essere Italiano, riconosciuto come Lingua.

Esigenza che può essere Lingua dei Segni Italiana che però non è ancora riconosciuta come tale.

La LIS, riconosciuta ora come lingua dall’Amministrazione Provinciale dell’Aquila, è una lingua a tutti gli effetti.

Una Lingua.

Come sostiene la Costituzione, è umanamente doveroso rispettare l’Uomo per il suo esser-ci[ndr: Heidegger M.,Lettera sull’<<Umanismo>>, Adelphi, Milano, 1995] e per la lingua che sceglie.

Chi sordo sceglie l’italiano, è liberissimo di farlo.

Chi sordo bilingue [ndr: Il sordo bilingue è colui che conosce la lingua dei segni italiana e l’italiano parlato e/o scritto. Cfr Maragna S., La sordità. Educazione, scuola, lavoro e integrazione sociale, Hoepli, Milano, 2000]sceglie la lingua dei segni italiana, è liberissimo di farlo.

Libertà significa rispettare l’Uomo.

Roberta Masci

 

Una risposta a “Libertà di parola e libertà di “Segno””

  1. emanuela ha detto:

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