La festa di S. Rocco, a Cabbia di Montereale, è un’insieme di momenti che esprimono al meglio attaccamento al paese, devozione al Santo Patrono, sentimenti religiosi, sano relax all’insegna dell’armo nia e della familiarità, divertimento. Insomma un misto di sacro e profano che rendono questo paesino dell’Alta Valle dell’Aterno accogliente, ospitale, solidale. Qui tutti i suo figli,ambientati nei vari sentieri della vita, tornano ad agosto ed il paese vive intensamente allietato dalle voci festose dei bambini e dalla gente seduta, a dialogare fino a tarda ora, nei muri della vecchia fontana e al fresco dei vari rioni. Cambiano i tempi, le situazioni, viviamo una crisi economica spaventosa ma lo spirito dei Cabbiesi rimane intatto tanto da riportarli al paese ad agosto ed a organizzare una bellissima festa. Quest’anno poi, probabilmente anche a causa delle ottime condizioni metereologiche, c’è stato pienone assoluto. I festaroli hanno organizzata un’ottimo evento , gestito con parsimonia e spirito di servizio, con attrazioni per grandi e piccini, una toccante fiaccolata, spettacoli pirotecnici , gruppi musicali,esibizione di artisti di grido, giochi popolari e trovate dell’ultimo minuto come una gara di dolci che, in chiusura dei festeggiamenti , ha coinvolto e divertito tutto il popolo festoso. Particolare e, per molti aspetti, commovente la Commemorazione dei Caduti di tutte le guerre in piazza al cospetto del loro Monumento alla presenza di Autorità civili, militari, religiose, la preziosa partecipazione degli alpini e di due Crocerossine in alta uniforme. Uscendo dalla chiesa parrocchiale è stata deposta una corona d’alloro, la banda ha intonato le note del Piave e poi il silenzio, due ragazze hanno letto i nomi dei Caduti la folla rispondeva presente, un bambino recava un lumino ed un palloncino tricolore ,partiva un rintocco di campana e lo scoppio di un colpo di mortaio. Ultimata la lettura dei nomi, in un clima di emozione generale, sono stati liberati in cielo i palloncini colorati simboleggianti un bisogno di ricordo e di libertà. Io, come quasi tutti gli anni, su richiesta del comitato organizzativo, ho tenuto un discorso di commemorazione, che riporto di seguito, affinchè i lettori, soprattutto giovani, di questa prestigiosa testata giornalistica apprendano l’importanza ed il valore del ricordo e della memoria. Un grazie di cuore a quanti hanno collaborato alla buona riuscita della festa ed in particolar modo a Tvunoaq che con la bravissima giornalista, Antonella Di Stefano, ha realizzato uno speciale di mezz’ora, con interviste e riprese di Cabbia, molto gradito ed apprezzato da tutto il paese.
Commemorazione Caduti 2012
Autorità civili, militari, religiose, storiche penne nere, valorose e gloriose Crocerossine operatori dell’informazione, cari compaesani, rivolgo a voi tutti un reverente saluto ed il ringraziamento più sincero per la vostra partecipazione a questa toccante cerimonia volta a ricordare e commemorare – con profonda riconoscenza, nel contesto della festa di S. Rocco, cui ognuno di noi è devoto – i nostri fratelli che donarono, giovanissimi, la loro vita per la costruzione di un Paese unito, libero, indipendente obbedendo al richiamo della propria coscienza morale e civile. Commemorare questi figli di Cabbia Caduti in guerra assume oggi, 151° anniversario dell’Unità d’Italia, un particolare valore: è eterno rispetto per l’estremo sacrificio di questi Eroi scritti a caratteri indelebili nella lapide bronzea qui accanto, nel cuore e nell’animo di ognuno di noi. Questo Monumento, emblema di unità del popolo Cabbiese, culla e ricorda i suoi figli immolati a 20 anni per la salvezza della Patria; quella Patria che è sentimento di appartenenza ad un sentire comune come dire un’ entità nazionale espressione d’amore per la libertà, l’ugualianza, la solidarietà, la giustizia, la pace. Sono i nostri Eroi di ieri, di oggi e di domani cui facciamo costante riferimento nell’espletamento dei nostri doveri nei diversi settori della società in cui prestiamo quotidianamente la nostra opera. Questa cerimonia, parte integrante della festa di S. Rocco a tutti gli effetti, ci lusinga, ci onora e ci commuove esortandoci costantemente al rispetto delle regole della diversità, della tolleranza, dell’accoglienza, del vivere civile. Occorre tenere sempre ben presente che ad ogni persona, sebbene possa avere diverso il colore della pelle,nelle vene scorre lo stesso nostro sangue, siamo figli di uno stesso Dio, uomini e donne che camminiamo su questa terra incontro al destino. I nostri Caduti, questi baluardi della storia, conobbero perché nessuno conosca mai più, l’assurda bestialità della guerra e l’umiliazione della povertà. Erano gente della nostra gente poco più che giovincelli dediti agli umili e faticosi lavori dei campi, alle proprie famiglie, quando giunse la chiamata alle armi abbandonarono il lavoro, il calore della loro terra ed intrapresero la strada senza ritorno della peggiore follia che qualsiasi scellerata mente umana possa arrivare a concepire. Lasciando Cabbia si recavano davanti la chiesa del Santo protettore e segnandosi con la croce gli chiedevano aiuto e protezione; altrettanto facevano le loro madri, le spose, i fratelli che vivevano con trepidazione il dramma della lontananza e del pericolo costante. A costoro – nella loro diversità di idee e di pensiero, ma accomunati dai nobili ideali di difesa e salvezza del Paese, dall’invasore straniero, fino all’estremo tributo della vita, la nostra riconoscenza e l’eterno ringraziamento alla memoria. I Monumenti ai Caduti, indelebile segno di ricordo, sono presenti anche nei più minuscoli e sperduti paesini dello stivale intenti ad insegnare ai nostri ragazzi, figli del benessere e del consumismo talvolta sfrenato,che si debbono impegnare in difesa dei valori supremi della fratellanza, della solidarietà, della pace poiché quanto verificatosi precedentemente potrebbe, ma auguriamoci mai, anche ripetersi. Ricordare per costruire un mondo migliore, Ricordare per evitare gli errori del passato, Ricordare per avere il coraggio di guardare negli occhi di un bambino certi di fare costantemente la nostra parte per garantirgli un futuro di pace, benessere serenità. Ci batteremo tenacemente nella estrema difesa della pace in ogni angolo del globo terrestre: che sia pace non solo dalla guerra ma dall’ assurda ingiustizia della povertà e della disperazione in cui versano ancora oggi, all’inizio del terzo millennio, tanti troppi popoli del pianeta. Non si può né si deve altresì dimenticare che la guerra con il suo carico di odio e di violenza,costituisce solo una forza disgregatrice atta ad indebolire e distruggere l’intera umanità,esercitando un influsso nefasto negli animi. Necessario e di primaria importanza quindi il ricorso ai giovani alla cultura alle forze sane del Paese alla capacità di stare insieme, uniti e coesi,nella diversità e nel rispetto delle regole e del vivere civile quale valore fondante di ogni Comunità e di tutte le democrazie. Diceva Primo Levi : “ Se comprendere è impossibile… conoscere è necessario “ciò ci deve far meditare con l’ausilio della storia; una valida ragione per riflettere onde evitare errori del passato facendo in modo che chi non ha, fortunatamente, vissuto quella bestialità della mente umana, quell’assurda tragedia, sappia con esattezza cos’è accaduto. Un altro grande, il presidente della Repubblica, Sandro Pertini in un discorso alla nazione ebbe a dire:” Si svuotino gli arsenali, si riempino i granai” il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra”. Questi sentimenti di altruismo e generosità debbono diventare con forza e convinzione la struttura portante della nostra società, il superamento di tutte quelle logiche e degli steccati egoistici individuali per dire forte e chiaro: No alla violenza, alla barbarie a qualsiasi forma di intolleranza e discriminazione. Allo stesso modo, papa Giovanni Paolo II°, da poco santificato, si esprimemeva così: “ No alla guerra …la guerra non è sempre inevitabile è sempre una sconfitta per l’umanita“. Noi auspichiamo che tali insegnamenti siano un testamento morale per le generazioni future affinchè si adoperino per la difesa e la salvaguardia della pace: bene supremo dell’intera umanità e valore fondante della civiltà e della democrazia.Tutti dobbiamo coltivare e perseverare il sogno e l’ obiettivo che il tricolore, quale vessillo di pace e d’amore, sventoli alto in ogni angolo del mondo. Doveroso ricordare, con i nostri Caduti, i tanti uomini che hanno sacrificato le loro esistenze, adempiendo al proprio dovere, nelle tante missioni di pace; i Caduti del lavoro, le vittime innocenti del terremo che colpì tre anni fa la nostra terra e recentemente l’Emilia Romagna. A loro il mio commosso pensiero. Un sentito ringraziamento a tutti voi che avete presenziato questa celebrazione testimoniando ancora una volta coscienza civile e condivisione del sentimento di appartenenza a questa nostra piccola, grande, comunità di montagna. W i Caduti, W Cabbia, W l’Italia!
Nando Giammarini
Ero lì ad assistere alla cerimonia di Commemorazione, toccante come tutti gli anni. Non nascosi la mia emozione quando furono chiamati per nome i Caduti e Nando ricordò, giustamente, quelli del lavoro e le vittime del terremoto, dell’Emilia e dell’Abruzzo. Pienamente d’accordo superare gli steccati “egoistici ed individuali” per un futuro di pace. E’ il modo migliore per ricordare quanti, a Cabbia e nell’ Italia intera, sacrificarono la loro giovane esistenza per la salvezza della Patria. Complimenti, uno splendido discorso.
Commovente cerimonia e bel discorso di commemorazione anche se un pò lungo ma ci voleva; non poteva trascorrere la festa di S. Rocco senza ricordare i nostri Caduti.La presenza delle Crocerossine è stata davvero una bella idea per quanto loro hanno fatto e fanno in tempo di guerra e di pace. Complimenti a Nando, grazie a questa testata per aver pubblicato l’articolo e a Tvunoaq per il meraviglioso servizio su Cabbia
Buona sera e scusi sig. Giammarini; lo scorso anno dalle pagine del Capoluogo, ebbi modo di polemizzare con lei e con suo fratello ( i gemelli di Cabbia) a proposito del mancato discorso di commemorarazione dei Caduti di Cabbia in occasione del 150°, anniversario dell’ Unità d’ Italia. Lei rispose molto garbatamente al mio intervento dettato da un risentimento personale, essendo figlio di un Caduto in guerra, e dal chiaccherio della piazza che asserivea non lo avesse tenuto per motivi politici; essendo cambiata amministrazione ed il Sindaco era espressione di uno schieramento opposto al suo, militante del PD.Giustamente mi fece notare, cosa che apprezzai moltissimo, che i Caduti non hanno colore politico, sono figli dei loro paesi e dell’Italia intera, Poi mi spiegò che la responsabilità era dei festaroli che, da organizzatori e gestori della festa, non l’avevano invitata.Purtroppo quest’anno non ero presente alla cerimonia, perchè in ferie a luglio. Non le nascondo che leggo quotidianamente i giornali on line abruzzesi e speravo ardentemente di trovare una simile notizia,ora finalmente è arrivata e ne sono davvero lieto. Non mi ero sbagliato i gemelli sono due persone per bene stimati in tutta la zona e ben distinguono l’aspetto politico dal rapporto di amicizia e di rispetto che riescono ad intavolare con tutti.Complimenti a Nando per il bellissimo discorso, che mi ha preso fino all’emozione, denso di calore e di umanità. Grazie di cuore e spero di incontrarla l’anno prossimo a Cabbia.
Grazie a Lei sig Perugini, per le belle parole di stima nei confronti miei e di mio fratello e l’onestà intellettuale che la distingue.Non si deve scusare di nulla, non essendo del posto non può conoscere le nostre tradizioni. Ho comunque apprezzate le sue rimostranze poichè dimostrano rispetto ed attacamento alla memoria dei nostri Caduti. La verità è rivoluzionaria e prevale sempre. Spero, un giorno non lontano, di conoscerla personalmente.