Non so quale magia ha in mente Mario Monti che, da un lato fa dire a Passera (o, a seconda dei casi alla Fornero), che di risorse ne abbiamo poche o punto e dall’altra: “punta a sbloccare 50 miliardi di euro entro fine legislatura per interventi infrastrutturali”, come ha detto all’inaugurazione del Salone Unica a Fiera Milanocity.
“Quando a questo governo è stato chiesto di trattare un caso non semplice, quello italiano, ci siano posti il tema se fare un’azione di lungo periodo o fare un surfing più lungo possibile sulle onde della tempesta”, ha detto il Primo Ministro, ma quella dei 50 miliardi pare un miracolo analogo al camminare sulle acque.
E un altro miracolo lo pretende nel campo del lavoro, dicendo ai sindacati,incontrati oggi, che dovranno trovare l’intesa per aumentare la produttività del lavoro con gli imprenditori entro l’8 o al massimo il 16 ottobre. Due date che coincidono con altrettanti appuntamenti internazionali a cui evidentemente il Presidente del Consiglio vuole arrivare con qualche risultato in tasca.
L’incontro di oggi a palazzo Chigi con Cgil, Cisl, Ugl e Uil, lo ha visto esordire con la affermazione che a livello internazionale la scarsa produttività del sistema Italia forse ora pesa più dello spread.
Ed aggiungere che il governo italiano deve riuscire a centrare, dopo l’impostazione del riequilibrio finanziario e la riforma del mercato del lavoro, anche uno degli altri punti previsti dalla lettera della Banca centrale europea dell’estate scorsa, sottoscritta dall’allora governo, che prevedeva una maggiore attenzione per la parte di salario legata alla produttività.
Ma anche in questo caso Corrado Passera, a cui Monti ha assegnato il ruolo di ministro di riferimento per questa pratica, ha detto chiaramente che “di risorse non c’è ne sono molte anche se il governo, nella posizione di mediatore che si è ricavato, non mancherà di metterle a disposizione di un accordo”.
Siamo sorpresi e sconcertati come il rappresentante della Uil Foccillo, che si dichiara incredulo su come si possa fare tutto in breve tempo e senza neanche le risorse, tenendo anche conto del fatto che sindacati hanno già fatto gli accordi interconfederali per spingere la contrattazione aziendale, ma il governo ha depotenziato lo strumento togliendo la defiscalizzazione.
In sintesi per Foccillo l’incontro è stato “interlocutorio e inutile”; ma evidentemente lui non crede nei miracoli.
E non ci crede neanche Susanna Camusso che, a parte la solita minaccia di uno sciopero generale, ha avuto l’avvedutezza di rovesciare il ragionamento, dicendo: “La crescita non può dipendere da quello che le parti sociali possono fare a livello di produttività aziendale”, ma piuttosto dalle scelte del governo in materia di lotta all’evasione e alla criminalità, di sostegno alla crescita delle dimensioni delle imprese italiane e interventi strutturali di politica industriale ma anche energetica.
Ai miracoli e cioè alla possibilità di intervenire, senza soldi, su produttiva e salari (stavolta sulla scia delle nozze di Cana), ci crede invece Raffaele Bonanni della Cisl, che cerca anche di indicare una via per favorire lo miracolo (secondo il detto aiutati che Dio t’aiuta): detassare i salari, non immaginando che in questo modo non vi sarebbero neanche i pani e i pesci da moltiplicare.
Più laica e quindi pratica, la agnostica Camusso, che ha proposto di detassare solo le tredicesime (ammesso che ve ne saranno) e di farlo con le risorse della lotta all’evasione, “per ridare fiducia alle persone”.
Questa mattina Monti ha detto che per uscire dalla crisi serve un impegno congiunto di sindacati ed imprese e che il governo è pronto a fare da mediatore.
Ma mentre passo in rassegna tutte queste notizie e dichiarazioni, mi avvedo che vorrà fare molto di più: davvero autentici prodigi.
Per S. Tommaso D’Aquino un miracolo è “ciò che avviene per intervento divino scostandosi dall’ordine normale delle cose”, ma se Monti riesce in quanto detto, si dovrà cambiare la definizione.
Oppure, come notava Paul Davies in “Dio e la nuova fisica” (Ed. Mondadori), come facciamo a sapere quali e quante leggi ci possono essere sconosciute? Magari esistono leggi stranissime che non conosciamo perché non ci è mai capitato di trovarcele sotto gli occhi. E magari una (o anche più) di queste, è ben nota a Mario Monti.
Oppure c’è qualcosa di misterioso nel legame fra Monti e la chiesa. Non a caso ha incontrato in più occasioni Benedetto XVI e, dopo averla minacciata, ha ritirato l’ICI (anzi l’IMU), per tutti i beni ecclesiali, strutture turistiche, alberghi, ospedali, centri vacanze, negozi, se vi è la presenza di una cappella all’interno della struttura, con un risparmio stimato in 2 miliardi l’anno. Che certo non sono tanti, ma certamente sono veri.
Comunque, per il governo Monti, così attento alle direttive europee, una riflessione sull’esenzione Ici alla Chiesa presto si porrà lo stesso. La notizia, infatti, è che l’Unione Europea ha annunciato da tempo l’intenzione di aprire un’indagine formale per aiuti di Stato e incompatibilità con le norme sulla concorrenza proprio su questo fronte e, ameno di un miracolo, si dovrà intervenire.
Carlo Di Stanislao
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