L´impasto delle delusioni

Per lei quello di ieri è stato un pomeriggio difficile. Sta cercando di superare il lutto provocatole dalla recente separazione e si sente sola, angosciata; affronta la vita con rabbia, perché «non si era mai immaginata così… senza marito». La sua passione per la pasticceria è l’unica cosa che sembra essere rimasta intatta e così […]

Per lei quello di ieri è stato un pomeriggio difficile. Sta cercando di superare il lutto provocatole dalla recente separazione e si sente sola, angosciata; affronta la vita con rabbia, perché «non si era mai immaginata così… senza marito». La sua passione per la pasticceria è l’unica cosa che sembra essere rimasta intatta e così cucina a mo’ di catarsi, per analizzare il suo dolore fare un esame di coscienza davanti alla batosta inflittale dal destino. Segue alla perfezione le istruzioni della ricetta, come se si trattasse di un incantesimo per riportarla sul cammino della vita coniugale.

Sul tavolo sono già pronti tutti gli ingredienti: farina, zucchero, uova, burro, acqua e lievito, ma l’intero processo dipende dal cuoco, e Guillermina è ansiosa… ha il sospetto che oggi non andrà d’accordo con la preparazione. Si dice che il lievito deve essere trattato in modo speciale perché è molto sensibile: bisogna farlo emulsionare con acqua calda, lasciarlo riposare, e c’è anche chi lo avvolge con un panno o lo fa scaldare sul fornello per portarlo alla temperatura giusta. La sfida delle sensibilità è iniziata! La cuoca, avvolta dall’emotività, non ha pazienza e affretta i tempi… vuole solo risposte!

L’impastatura è la parte più facile: Guillermina ha forza e rabbia per sfogarsi. Con quella stessa energia potrebbe ribaltare facilmente il tavolo. Mescola delusioni, schiaccia disinganni, accarezza frustrazioni, agglutina ricordi, piange inconsolabile e poi ricomincia… I consigli culinari sono ormai lontani: “Il successo di una ricetta dipende non solo dagli ingredienti, ma soprattutto dalle loro proporzioni e dalla preparazione; è lo chef che – con i suoi riti – dà il tocco inconfondibile che supera la condizione nutrizionale degli alimenti”.

Guillermina sente e impasta dolore. Inumidisce il tutto con le sue lacrime e lo condisce con un pizzico di delusione… Non solo trasmettiamo il risultato del nostro lavoro, ma anche tutto quello che sentiamo mentre siamo all’opera. Guillermina ritiene di aver lavorato sodo, ma nessuno apprezza il suo sforzo. Pur sentendosi angosciata, si è messa a cucinare, ma nota con grande delusione che nessuno vuole provare i suoi bignè.

È come se ci fosse un grande cartello immaginario che dice: «Venite a provare i deliziosi bignè fatti in casa (da sola) con ingredienti freschi e di prima qualità, preparati sotto pressione (senza rispettare i tempi) e impastati con furia appassionata. Venite a provare i deliziosi bignè della discordia! Venite! Ve li sto offrendo… Non vorrete mica che me li mangi io…».

Alejandra Daguerre

psicóloga e psicoterapeuta in Buenos Aires

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