Mitt Romney, candidato del partito repubblicano per le presidenziali americane del 2012, ha una brillante cultura su cui vale la pena fermarsi a riflettere un po’.
Tempo fa dichiarò di volere essere il presidente di tutti gli americani, non solo di quelli ricchi come lui. Andrebbe bene tutto questo, se non fosse una pezza messa sul bel disastro che aveva combinato qualche giorno prima quando aveva detto che a lui non importava proprio niente di tutti quegli americani, il 47%, che dipendono dallo stato al punto da ritenere che siano dovuti loro assistenza sanitaria, istruzione ed anche lavoro, con il danaro pubblico, quello pagato dal contribuente americano che lavora, guadagna e fa il suo dovere di cittadino anche nei rapporti con il fisco .
Allora Mitt Romney fece una operazione di chiarezza, fece capire bene a tutti come la pensa un uomo milionario repubblicano, che “elude” non evade il fisco, accusato dagli altri aspiranti alla nomina di candidato del suo partito di aver saccheggiato i fondi pensione ed esportato capitali nel paradiso fiscale delle isole Caymane. Fin qui, nulla di nuovo sotto il sole.
Oggi però, ce n’è una da far passare nel dimenticatoio la battuta della Gelmini, allora ministro della pubblica istruzione, secondo cui esisterebbe una galleria da Ginevra al Gran Sasso per far viaggiare i neutrini.
Questa del biondo Mitt dagli occhi chiari, riportata su La Repubblica online di oggi, è esilarante. Riguarda gli oblò degli aerei: “Non capisco perché non li facciano apribili”. Ma è stato a scuola quando era ragazzo? E se ci è stato, che cosa gli hanno insegnato? Ammesso che qualcuno abbia provato ad insegnargli qualcosa, lui che faceva? Dormiva, fumava, altro? Ma che cosa insegnano nelle scuole da lui frequentate? Eppure i mormoni sono brava gente, civili. Ho visitato la loro capitale, Salt Lake City ed il loro stato, lo Utah, detto behive state, lo stato alveare, dove tutte le api operose lavorano senza sosta e producono ricchezza manifestata in grattacieli, ville, macchine. Tutto perfetto, pulito ed ordinato. E’ uno di quegli episodi che mette in discussione la nostra idea di cultura, di sapere, di formazione generale degli uomini e delle donne.
Ancora una del biondo Mitt, “Almeno un genitore deve restare a casa con i bambini”. Siccome le donne hanno diritto di voto, è riuscito ad evitare di dire che le donne devono restare a casa. E questo punto tempo fa generò una bella diatriba sul tema, visto che la Signora Romney ha lavorato in casa, e che la attuale First Lady, Michelle Obama, è un avvocato di successo a Chicago.
Come voteranno gli americani nelle prossime presidenziali? Ieri sera ho sentito Massimo D’Alema che da New York ci ha detto che i democratici sono moderatamente ottimisti al riguardo.
Certo è che se Obama vincerà il suo secondo mandato presidenziale, lo deve non solo a quello che è riuscito a realizzare come presidente, ma anche alla qualità del suo avversario. Ricordiamo che Mitt Romney si presentò anche alle primarie 2008, allora fu sconfitto da John Mac Cain, veterano della guerra del Vietnam, che a sua volta fu sconfitto da Obama. Gli umori degli elettori americani sono cambiati parecchio da allora, e l’attuale presidente stenta a mantenere il vantaggio sull’avversario che gli si avvicina pericolosamente nei sondaggi d’opinione. Più di una volta Obama è stato superato nella raccolta dei fondi e nella spesa per la campagna elettorale. Però vola alto nelle preferenze dell’elettorato femminile.
Fu Lady Michelle, con un bel vestitino colorato ed allegro che spedì nel dimenticatoio i perfetti tailleur pantalone di Hillary, ad aprire la Convention democratica di Charlotte. Saranno le donne a salvare il percorso del Presidente Obama verso il cambiamento per un America migliore?
Emanuela Medoro
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