Ex boss della SCU lamenta trasferimento a Bad’e Carros di Nuoro

C’è anche Marcello Dell’Anna, 45 anni, di Nardò, neo dottore in Giurisprudenza, tra i 18 ergastolani che, di recente, sono stati trasferiti da Spoleto nella Casa Circondariale di Bad’e Carros di Nuoro. L’uomo, in carcere da 20 anni, lamenta di essere stato mandato a Nuoro per la necessità di aumentare i posti letto della sezione […]

C’è anche Marcello Dell’Anna, 45 anni, di Nardò, neo dottore in Giurisprudenza, tra i 18 ergastolani che, di recente, sono stati trasferiti da Spoleto nella Casa Circondariale di Bad’e Carros di Nuoro. L’uomo, in carcere da 20 anni, lamenta di essere stato mandato a Nuoro per la necessità di aumentare i posti letto della sezione AS3 del carcere umbro.

“Tale assegnazione – ha scritto alla presidente di SDR Maria Grazia Caligaris – ha compromesso seriamente il mio lodevole percorso rieducativo, i miei studi universitari e i miei affetti familiari. Noi detenuti non siamo considerati persone ma pacchi postali, numeri di matricola, mere pratiche da evadere in spregio di questo Stato che vanta illustri nomi di civiltà e giustizia”. “Il caso dell’ex esponente di spicco della Sacra Corona Unita – sottolinea Caligaris – richiama con evidenza la questione della territorialità della pena e del peso da riconoscere alla rieducazione specialmente quando è attestata da encomi per comportamenti distinti, pubblicazioni di libri e diplomi di laurea. Il principio della rieducazione, sancito dalla Costituzione e dalla legge sull’Ordinamento Penitenziario, non può essere sacrificato per ampliare il numero dei posti letto. In questo modo non solo si demotiva il cittadino privato della libertà ma si ledono i suoi diritti negando la stessa funzione dell’Istituzione carceraria”. Marcello Dell’Anna, che ha ricevuto diversi encomi per meriti diversi dopo un lungo periodo di carcere duro a Novara, è autore di due libri. Lo scorso 25 maggio ha ottenuto 14 ore di libertà, senza scorta, in occasione della laurea che ha conseguito a Pisa con il massimo dei voti. Sposato e padre di un giovane di 24 anni, intendeva proseguire gli studi essendosi iscritto ad un ulteriore corso ma il trasferimento gli impedisce di continuare il percorso riabilitativo e formativo. Ha quindi inoltrato al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria un ricorso gerarchico per un immediato trasferimento in un Istituto dove sia possibile studiare e effettuare i colloqui con i familiari. Sta lavorando a un nuovo libro nonostante negli ultimi sette mesi abbia subito due trasferimenti. Dopo 7 anni a Livorno è stato trasferito a Spoleto e quindi a Nuoro. “Essere detenuto a Nuoro è come se mi avessero riportato indietro di vent’anni e questo mi rifiuto di accettarlo perché il mio passato è per me morto e sepolto. Io rappresento la vittoria del sistema carcerario sul crimine”.

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