“Decidete che una cosa si può e si deve fare e troverete il modo”(Abramo Lincoln). Il “missile” umano Felix Baumgartner conquista arditamente l’Olimpo delle imprese scientifiche e tecnologiche estreme degne di Leonardo, Galilei, Einstein, Hawking e Star Trek. Good job! Fantastico! Il pluridecorato B.A.S.E. jumper europeo Felix Baumgartner di Salzburg (Austria, 20 Aprile 1969), leggenda del paracadutismo mondiale, Domenica 14 Ottobre 2012, con la forza di un toro scatenato e la determinazione di una famelica tigre, si è lanciato nel vuoto da una quota di 39mila metri (128mila piedi, ai confini dello spazio cosmico) raggiungendo la velocità di 1.227,6 Km/h. Per battere il record di altitudine stabilito sull’Oceano Atlantico dal colonnello Joe Kittinger (oggi speaker ufficiale dalla sala di controllo della Missione Red Bull Stratos) il 16 Agosto 1960 nell’ambito del Progetto Excelsior con i suoi 31.333 metri (102.800 piedi). Quota raggiunta da Felix in un’ora e 48 minuti alla velocità di ascesa di 4,7 metri al secondo. Sempre più in alto. Wow! Esattamente sessantacinque anni dopo la celebre impresa di Charles “Chuck” Yeager immortalata nel film “The Right Stuff” di Philip Kaufman (Uomini Veri), Felix si è lanciato anche per gli Stati Uniti d’Europa, in omaggio al Premio Nobel per la Pace A.D. 2012 conferito all’Europa, in memoria del Columbus Day (il 12 Ottobre 1492 Cristoforo Colombo scoprì la futura America). Grazie a un aereo-razzo “Bell XS-1” il pilota americano Charles “Chuck” Yeager diventò il primo uomo a volare più veloce del suono in volo livellato, il 14 Ottobre 1947, volando ad una altezza di 13,7 Km (45mila piedi). Con grande sorpresa furono uditi due fragorosi boati, battezzati “boom sonico”, associati nel linguaggio non scientifico all’abbattimento del muro del suono. Felix si è lanciato nel vuoto, in caduta libera, dai cieli della sorridente cittadina americana di Roswell in New Mexico (Usa), ora famosa non soltanto per gli alieni e l’Ufo Crash del 1947. È un salto gigantesco per l’Umanità. L’ascensore cosmico si può fare! Lo skydiver Felix Baumgartner, l’uomo stratosferico ex pilota di Formula 1 (il regno della Red Bull), è Guinness World Record. Felix, 520 anni dopo la scoperta dell’America, entra ufficialmente nella gloria del paracadutismo estremo sulle note del valzer “Il bel Danubio blu” di J. Strauss, l’altrettanto celebre colonna sonora di “2001:Odissea nello spazio”. Il parà europeo Felix Baumgartner, decollato dalla Base Aerea di Roswell alle 17:30 ore italiane di Domenica 14 Ottobre 2012, è il primo uomo supersonico della Storia. Anche se la Bandiera Europea è la grande assente nella Missione Red Bull Stratos piena di europei! Nel suo volo “no-limits” il 43enne Felix Baumgartner è il primo essere umano a superare il muro del suono in caduta libera grazie a una speciale tuta pressurizzata di nuova concezione che un giorno consentirà a tutti di sperimentare le sue sensazioni, lanciandosi dalla quota orbitale magari raggiunta grazie a un più comodo ascensore stratosferico. Felix Baumgartner entra nella Storia del paracadutismo spaziale estremo. Nello spirito di Star Trek (Usa, 2009) di J.J. Abrams. Stavolta gli alieni di Roswell che pure affollano i musei, le autostrade, i ristoranti western e i mercatini della regione, non c’entrano. Ma come Kirk, Sulu ed Olsen lanciati dalla navetta dell’Enterprise del capitano Pike nell’atmosfera del pianeta Vulcano (minuto 50), il recordman austriaco Felix, dopo il primo volo di prova effettuato il 15 Marzo 2012, sempre a Roswell, saltando dalla capsula a quasi 22mila metri d’altezza e dopo il test-record dello scorso Luglio da 29.610 metri quando raggiunse la velocità di 864 Km/h in caduta libera, Domenica 14 Ottobre 2012 ha compiuto un’impresa storica sensazionale perché in grado di cambiare il mondo: lanciarsi nel “vuoto” da circa 37mila metri, quasi dallo spazio, vuol significare che tutto è possibile. Anche l’inimmaginabile come dimostrano i vincitori del Premio Nobel 2012 per la Fisica riconosciuto ed assegnato dall’Accademia Svedese, il 9 Ottobre, a due scienziati esperti di Sistemi Quantistici: il francese europeo Serge Haroche e l’americano David J. Wineland, “for ground-breaking experimental methods that enable measuring & manipulation of individual quantum systems”, come si legge nella motivazione ufficiale, per aver scoperto le incredibili proprietà dell’interazione tra luce e materia a livello quantistico, primo passo verso gli iper-veloci computer quantici e il volo interstellare. Siamo già nel futuro anche grazie a Felix! La quota operativa è stata raggiunta, alla velocità massima di ascesa di 7.9 metri al secondo (velocità massima di 200 Km/h al suolo, causata dalle potenti correnti a getto d’alta quota tra i 10 e i 13mila metri), grazie a un pallone stratosferico alto 212 metri, largo 130 metri, riempito con 850mila metri cubici di Elio, il secondo elemento più abbondante nell’Universo. Una speciale capsula pressurizzata con aria equivalente alla quota di 16mila piedi, ha ospitato Felix nella sua ascesa di un’ora e mezza fino all’altezza di lancio dove le temperature possono raggiungere i meno 56.7 gradi Celsius. La capsula “Zenith” che dopo le missioni stratosferiche di Felix atterra più o meno dolcemente nel deserto del New Mexico (lo scorso Luglio, nonostante i 150 “drop test” effettuati dagli ingegneri, si danneggiò!), è un gioiello tecnologico di 1315 Kg. Alta poco più di 3,3 metri, con un diametro alla base di 2,43 metri, ha uno spazio abitabile all’interno di appena 1,82 metri. Piena di computer, sensori e telecamere pronte a monitorare tutte le fasi della missione durante l’ascesa ed a immortalare il grande salto di Felix. “Naturalmente amo le sfide – rivela Felix Baumgartner – sin da piccolo sono sempre stato molto competitivo. Il motivo per cui lo faccio è che mi è sempre piaciuto volare, essere un paracadutista. Lo sono stato prima da militare nell’esercito, e dopo 10 anni sono diventato un base-jumper”. Si prepara da cinque anni in modo molto scrupoloso a questa impresa. A 37 Km di quota, pressione e temperature sono tali che un uomo non potrebbe sopravvivere.“È la tuta pressurizzata a mantenere Felix in vita – spiega John Kittinger, ex dententore del record di quota in caduta libera, da 31.333 metri – è una nuova generazione di tute spaziali e lui in qualche modo l’ha testata per i futuri astronauti”(www.youtube.com/user/redbull/stratos). Il volo di Baumgartner dura circa 15 minuti, cinque dei quali in caduta libera a “Mach 1”, la velocità del suono. L’impresa sensazionale ha anche un significato scientifico e tecnologico di prim’ordine. Felix Baumgartner, cittadino europeo, classe 1969, di professione paracadutista estremo, corona un sogno coltivato per anni: diventare l’uomo più veloce del mondo. Ci è riuscito. Felix è decollato con una speciale capsula stratosferica agganciata a un grande pallone riempito di Elio dal deserto del New Mexico. In meno di tre ore ha raggiunto la quota di lancio. Dopo aver effettuato tutti i controlli tecnici, ha depressurizzato il suo guscio lanciandosi nel vuoto. Nei cinque minuti di volo libero Felix è riuscito a superare la velocità del suono (1193,4 Km/h). Per sopravvivere allo shock generato dall’onda d’urto creata dal suo stesso corpo, Baumgartner può solo assumere la posizione a proiettile con le gambe unite e le braccia perfettamente aderenti al corpo. Un piede fuori posto o una mano leggermente protesa verso l’esterno, sarebbero stati fatali non solo per il successo della missione. Il corpo dell’atleta avrebbe iniziato a roteare su sé stesso a velocità altissima, oltre i 100 giri al minuto, mettendo a rischio la sua stessa vita, anche se uno speciale paracadute si sarebbe automaticamente aperto tentando di fargli riprendere il controllo della situazione. Avvicinandosi agli strati più bassi e densi dell’atmosfera Baumgartner ha rallentato progressivamente la sua corsa. A 1500 metri di altezza ha aperto il paracadute per atterrare a decine di chilometri dal luogo di partenza. Durante la missione l’uomo-proiettile Felix Baumgartner si è avvalso della protezione di una speciale tuta di volo pressurizzata simile a quelle indossate dagli astronauti: un gioiello tecnologico che lo ha protetto dalle temperature estreme dei quasi 37mila metri di quota, ma anche dalla pressione atmosferica che oltre i 18.900 metri è così bassa da provocare una rapida espansione dei gas disciolti nel sangue con conseguenze letali. Il salto che ha proiettato l’europeo Felix nella Storia, non è motivato solo dall’amore per il rischio e dal desiderio di battere un record che resiste da 52 anni grazie a Joe Kittinger, ma anche dalla volontà di dare un contributo allo sviluppo delle tecnologie per l’esplorazione pubblica e privata dello spazio. La tuta di Baumgarter e il suo stesso corpo erano pieni di sensori che hanno registrato l’evoluzione dei suoi parametri vitali offrendo ai ricercatori materiale unico per approfondire gli effetti della velocità e dell’accelerazione su fisico e cervello. Il suo volo potrebbe essere utilizzato come primo test per un sistema di rientro d’emergenza degli astronauti e dei turisti spaziali che, grazie alla liberalizzazione dell’impresa spaziale privata, cominceranno ben presto ad affollare la stratosfera e l’orbita della Terra. Il 15 Marzo 2012 Felix aveva completato con successo il primo test impegnativo, saltando nei cieli del New Mexico da 21.818 metri di quota (altezza raggiunta in 75 minuti il 14 Ottobre 2012). Lo skydiver raggiunse l’altezza di lancio in circa 90 minuti a bordo della speciale capsula pressurizzata sollevata da un pallone stratosferico. Baumgartner poté così testare per la prima volta le performance della tuta spaziale di volo, oltre la Armstrong Line, cioè la quota compresa tra i 18.900 e i 19.350 metri di altezza dove l’acqua entra in ebollizione a 37 gradi Celsius, la normale temperatura corporea umana. Raggiunta la quota prevista per il test Baumgartner ha completato una “check list” di 39 controlli, ha depressurizzato la capsula e si è lanciato nel vuoto. In pochi secondi ha raggiunto una velocità di oltre 580 Km/h e dopo 3 minuti e 43 secondi, a poco più di 2000 metri di altezza, ha aperto il paracadute. Il jumper europeo ha toccato terra senza alcun problema a quasi 50 Km dal luogo del decollo. Felix è stato immediatamente accolto da un equipe medica che lo ha sottoposto a un check-up completo trovandolo in perfetta salute. Oggi l’obiettivo di Baumgarntner è anche quello di aprire la strada ai primi voli privati dell’uomo nella stratosfera e nello spazio. Secondo gli esperti tutto è possibile, per amore della libera scienza, se Dio lo vuole. E, a quanto pare, gli sponsor e le corporation ci credono. Anche gli esperti di tecnologia aerospaziale di tutto il mondo guardano con interesse i progressi del recordman europeo (http://felixbaumgartner.com/) Felix. A 37mila metri di quota, dopo due ore e 10 minuti di volo, la pressione esterna è inferiore allo 0.24 per cento del suo valore al suolo e la temperatura è di meno 15 gradi Celsius (durante l’ascesa, alla prima ora di missione, sotto i 20 Km di quota, ha toccato i meno 67,3 gradi). Gli esseri umani, anche se acclimatati, non possono sopravvivere oltre 26mila piedi d’altezza senza una maschera di ossigeno. Felix Baumgartner è stato raggiunto alla base Red Bull Stratos di Roswell dalla sua famiglia. La ragione dello slittamento della Missione Red Bull Stratos, era dovuta all’avvicinarsi al New Mexico orientale, durante lo scorso weekend, di un fronte freddo con temperature nettamente più basse che hanno generato “dust devil” al suolo: piccoli tornado che hanno creato non pochi problemi al pallone stratosferico. La velocità del vento (5,5 metri al secondo) e la temperatura al suolo (più 14 gradi Celsius) il 14 Ottobre 2012 sono state perfette per il lancio. “Cosa ho pensato lassù? Di non lasciarci le penne” – rivela Felix Baumgartner. Per la sfida più grande della sua vita e la più importante di tutti i tempi, pianificata per “aiutare la ricerca della Nasa sulle potenzialità del corpo umano nello spazio”, Felix, nella sua caduta verso la Terra, ha coperto la distanza di un chilometro in meno di quattro secondi, trasformarsi in un missile umano. “Un salto nell’ignoto, nessuno può prevedere realmente come reagirà il corpo umano nel passaggio alla velocità supersonica” – spiega Felix che ha un rapporto speciale con Dio. “Non so se credo in Dio, l’unica cosa che so è che credo in me stesso” come la sua fidanzata consapevole del rischio, entusiasta e pronta a seguirlo ovunque. Il rischio è altissimo “ma per la prima volta mi sento davvero pronto, fisicamente e psicologicamente, altrimenti non sarei felice di alzarmi tutte le mattine con il pensiero che sto per farcela, volare più in alto di tutti”- ha dichiarato Felix, il vero supereroe europeo nato per volare. Grande è la soddisfazione della Nasa. Dopo 90 minuti di volo, Felix contempla la madre Terra da 25.900 metri di quota. Sempre più in alto. In un’ora e 45 minuti, Felix raggiunge i 30 Km d’altezza. La Capsula naviga decisamente prima verso ovest sud-ovest, poi verso nord. A 120 minuti dal lancio, Felix sovrasta il New Mexico a 34mila metri di quota. Meno 23,3 gradi Celsius avvolgono la Capsula. A 34.668 metri Felix infrange il record conquistato da Prater e Ross del 1961 nel primo volo umano con un pallone stratosferico. È il primo grande record di Felix. La temperatura esterna sale a meno 18,9. Alle 20 ore italiane Felix raggiunge e supera la strabiliante quota operativa di 39mila metri (128mila piedi) e si prepara alla depressurizzazione della Capsula. A due ore e 33 minuti dal lancio, lo sportello della Capsula viene aperto verso l’interno. Ci sono meno 1,5 gradi Celsius nello spazio esterno. La pressione esterna è dello 0.12 per cento di quella del suolo. Felix si affaccia sull’abisso a 2 ore e 35 dal lancio. Poi il tuffo nel vuoto. Felix impiega circa 40 secondi per superare la barriera del suono. La sua tremenda accelerazione ben presto è frenata dalla collisione con le particelle d’aria dell’atmosfera, ossia dalla resistenza opposta dall’aria al suo corpo in caduta libera, in grado di controbilanciare la forza di gravità per spingere Felix verso l’alto. Più veloce è un corpo in caduta, infatti, più grande sarà la resistenza opposta dall’aria. Per cui Felix è sottoposto a pressioni, accelerazioni e decelerazioni molto importanti. Ma fino a una certa velocità massima chiamata “velocità finale” quando la forza frenante controbilancia perfettamente quella gravitazionale. A quel punto Felix smette di accelerare. In condizioni normali, raggiunta la velocità terminale, un corpo si muove conseguentemente a velocità costante. Ma non esattamente quando le forze esterne non rimangono costanti. Felix, infatti, sperimenta strattoni e forze supplementari che solo uno skydiver esperto è in grado di sopportare. Di conseguenza la sua velocità finale “locale” di 100-200 miglia orarie viene raggiunta solo a una quota molto più bassa, poco prima di aprire il paracadute a 5mila piedi di quota. A quel punto Baumgartner è sicuro di potercela fare. Perché tutto è sotto controllo. Non prima di sperimentare l’uscita dal volo supersonico quando il suo corpo, impattando con i gas atmosferici sempre più densi, esce fuori letteralmente dal guscio d’aria ad altissima pressione del volo supersonico ben visibile nei caccia a reazione quando infrangono il muro del suono. Un silenzio irreale avvolge Felix durante il volo supersonico: in realtà non è mai solo perché sempre collegato via radio alla base Red Bull Stratos di Roswell. È ciò che si prova volando oltre la barriera del suono: il primo “bang”, il silenzio e poi il secondo “bang”. Prossimo alla sua velocità massima, quasi tutta l’energia potenziale gravitazionale persa nella caduta viene convertita in calore. La sua salvezza è nella tuta spaziale dentro la quale Felix pesa 110 Kg. Ciò significa che alla velocità del suono, Felix è in grado di generare 300 kilowatt di calore durante la caduta libera. La sua temperatura corporea, se la tuta non fosse isolata termicamente dall’ambiente esterno, a quel punto aumenterebbe di un grado Celsius al secondo, risultando fatale. Il calore esterno, però, si disperde altrettanto rapidamente nella gelida atmosfera in quei pochi secondi supersonici. Felix, che non si è ancora lanciato dall’orbita terrestre (mai dire mai!), non viene avvolto da un guscio di fuoco come accadrebbe al rientro da un volo orbitale. Le protezioni della tuta assicurano la sua sopravvivenza al volo stratosferico. Il rischio estremo senza precedenti sperimentato da Felix che ha aperto il paracadute dopo 4 minuti di caduta libera, 15 minuti prima dell’atterraggio, all’ultimo istante utile, laurea il campione mondiale Felix Baumgartner nell’Olimpo degli immortali ed eleva all’ennesima potenza il successo di una missione straordinaria per un record storico conseguito da un uomo coraggioso che oggi brilla nel firmamento della Galassia (www.redbullstratos.com/). La tigre è libera. Tutti hanno dei limiti, ma non tutti li accettano per amore della libera Scienza. Questo è anche il senso del Premio Nobel per la Pace conferito all’Europa, cioè ai suoi cittadini. Questo è lo spirito europeo. L’Inno alla Gioia di L.V. Beethoven è tuo. Il Parlamento Europeo tributi gli onori dovuti. Go Felix!
© Nicola Facciolini
La velocità max di Felix è stata aggiornata. La stima ora è di Mach 1,24 pari a 1.342,8 Km/h in caduta libera da 39mila metri di quota. Il volo supersonico, trentacinque secondi dopo il tuffo, è durato circa 5 secondi, tuttavia Felix per 4 minuti e 20 secondi ha mantenuto una velocità compresa tra gli 800 e i 1200 Km/h circa.