Per effetto della Spending Review, si preannuncia entro il 31 ottobre 2012 la concretizzazione dei tagli del 10% di spesa attribuiti al Ministero dell’Ambiente, fatti ricadere, per la terza volta in due anni, sulle già esigue dotazioni degli organici degli Enti Parco e Aree Protette con pregiudizio irreparabile al loro funzionamento ed esercizio delle funzioni attribuite dalla legge del 91, che in attuazione degli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto degli accordi internazionali, nell’istituire queste aree ha fissato i principi fondamentali per la loro gestione, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del Paese”. Ne dà notizia Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil.
“Nel profilarsi la concretizzazione dei tagli – spiega Barbi – qualsiasi ipotesi di intervento anche migliorativo dell’organizzazione e dell’efficienza degli enti gestori per la salvaguardia del patrimonio naturale vitale per le popolazioni e per l’ambiente e il paesaggio nazionali, nella direzione dello sviluppo sostenibile, in tempi di deficit ecologico e di crisi ambientale-economica, diventa inimmaginabile e impraticabile.
Insieme all’occupazione il rischio è di ridurre l’azione di contrasto alle emissioni di CO2 e di salvaguardia della biodiversità, tema fondamentale sul tavolo dell’Unione Europea, in favore dell’ulteriore dissesto territoriale e dei cambiamenti climatici che stanno aggravando la crisi”.
La Cgil ricorda che il patrimonio naturalistico, in Italia, vanta un’area di 34.000 chilometri quadrati distribuiti in 527 Comuni e garantisce il 3,2% della ricchezza nazionale, alimentando attività nella filiera eco-sostenibile, agricola e nel turismo, con un volume di affari proveniente dalle imprese private pari a 34,6 miliardi di euro nel 2011 (Symbola).
“Ridurre gli organici già sotto il minimo necessario per effetto di tagli precedenti, con reale pregiudizio alla capacità di gestione e al potenziamento delle condizioni per produrre ricchezza e salvaguardia ambientale – conclude il dirigente della Cgil – può riservare costi ben maggiori rispetto alla riduzione di spesa indicata dalla “Spending Review”, pregiudicando sul piano economico, la stessa possibilità di realizzare quel pareggio di bilancio all’origine del provvedimento”.
La richiesta della CGIL è quindi a sostegno della conservazione e la valorizzazione dell’occupazione impiegata in questi enti per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale e nelle attività che stanno producendo ricchezza, ritenendo improponibile nell’attuale fase l’aggiungersi di interventi ulteriormente depressivi per l’ambiente e l’economia del Paese.
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