Sono terminate poco fa (dopo un’ora dall’apertura del processo alla Commissione Grandi Rischi) le repliche dei pubblici ministeri Roberta D’Avolio e Fabio Picuti. La prima a parlare la D’Avolio: “La pubblica accusa ritiene opportuno esplicitare alcune repliche, saranno brevissime. Un silenzio da parte nostra potrebbe essere considerato un atto di superbia o presunzione oppure di acquiescenza”.
“La testimonianza indiretta – ha aggiunto – e’ quella di chi narra non quello che ha visto ma quello che gli e’ stato narrato di essere stato visto. Le testimonianze dei parenti delle vittime non possiamo ritenerle indirette, hanno riferito sui comportamenti tenuti dalle vittime. Se non e’ piu’ possibile sentire la fonte diretta perche’ sono persone decedute, in questo caso la prova indiretta e’ pienamente utilizzabile. L’avvocato Petrelli – ha sempre sottolineato il pm D’Avolio – ha detto che l’oggetto di questo procedimento rimane inconoscibile. I motivi dell’agire umano di cui ha parlato non sono altro che le motivazioni esplicitate nella requisitoria, fattori condizionalistici alternativi che potrebbero aver indotto le vittime a restare in casa. Si tratta di analizzare ciascuna testimonianza, valutare i fattori e verificare quali di questi possano escludersi”.
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