1 novembre: la crisi colpisce anche i cimiteri

I tagli della spending review non risparmiano nemmeno la vita ultraterrena. La sforbiciata ai bilanci dei Comuni sta infatti mettendo in crisi anche la gestione dei 16.000 cimiteri italiani che in questi giorni si sta stanno preparando alla commemorazione dei defunti del 2 novembre. A lanciare l’allarme è Federutility, la Federazione che associa le imprese […]

I tagli della spending review non risparmiano nemmeno la vita ultraterrena. La sforbiciata ai bilanci dei Comuni sta infatti mettendo in crisi anche la gestione dei 16.000 cimiteri italiani che in questi giorni si sta stanno preparando alla commemorazione dei defunti del 2 novembre. A lanciare l’allarme è Federutility, la Federazione che associa le imprese dei servizi idrici, energetici e funerari-cimiteriali.
“I Cimiteri italiani – spiega Adolfo Spaziani, Direttore Generale di Federutility – registrano un drammatico peggioramento delle condizioni del servizio, a causa dei tagli e di una legislazione incoerente. Non è più sostenibile che il servizio pubblico funerario e cimiteriale sia garantito ai cittadini grazie alla buona volontà dei singoli operatori, nella generale indifferenza della politica”. La stretta di bilancio cui gli enti pubblici proprietari della gran parte dei Cimiteri sono soggetti, incide pesantemente sulla qualità del servizio pubblico e si registra anche la tendenza dei Comuni a ritirarsi dalle gestioni cimiteriali.
C’è poi anche un problema di tipo normativo: il settore dei servizi funerari e cimiteriali da oltre dieci anni è in attesa di una norma nazionale per l’intero comparto, che invece rimane impigliato nelle maglie dell’eterna riforma dei servizi pubblici locali. Le diversificate norme regionali complicano poi un quadro legislativo persino contraddittorio.
Per Spaziani, “l’avvitamento del Legislatore su norme che si pretendono generali ma si applicano ai più diversi settori, come il caso dei servizi funerari e cimiteriali, è paradossale e non più ammissibile. Auspico – conclude il direttore di Federutility – che il governo Monti mostri una diversa sensibilità su questi temi, perché la crisi economica non può travolgere e sminuire anche il valore simbolico e identitario di questi luoghi”. Sono 16.000 i cimiteri italiani, in massima parte “comunali”, che rispondono ad una domanda di sepolture di circa 585.000 defunti all’anno, delle quali la maggioranza trova risposta nella tumulazione (oltre il 52%), nell’inumazione (oltre il 33%) e nella cremazioni (prossimo al 15%).

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