Antonio è mieloleso da quando a 16 anni ha avuto un incidente agonistico. Oggi ne ha 32 e si domanda se il suo corpo, così cambiato, può ancora piacere alle persone. Letizia ha avuto un’ischemia a 44 anni e oggi è su una sedia a ruote. È vedova e grazie agli incontri su Internet ha vissuto una nuova giovinezza alla ricerca dell’amore. Franca ha un figlio uscito dal coma, Davide, che frequenta prostitute perché pensa che nessuna ragazza vorrebbe avere una relazione con una persona nelle sue condizioni. Antonio, Letizia e Franca sono alcuni dei protagonisti di “Sesso, amore e disabilità”, il film realizzato dall’associazione Biblioteca Vivente Bologna, che tratta con franchezza e sensibilità della vita sessuale e affettiva delle persone con disabilità motoria e sensorial. “La vita sessuale e affettiva delle persone con disabilità è una questione negata – racconta Elisa Magnani, presidente di Biblioteca Vivente Bologna – Oggi, nel nostro Paese, spesso rimangono insoddisfatte le legittime aspirazioni alla felicità di quasi 2 milioni di cittadini e cittadine disabili, che non possono vivere la propria vita in pienezza e responsabilità. In questi anni, anche grazie alle nuove tecnologie, varie persone si sono impegnate per promuovere un cambiamento in questo campo, ‘mettendoci la propria faccia’: questo film è un modo per sostenerle e unire le forze per una società più giusta”. Il film sarà proiettao il 30 ottobre alle 18 nell’auditorium di Sala Borsa nell’ambito del festival GenderBender.
Trenta persone, uomini e donne, con e senza disabilità, eterosessuali e omosessuali, di età diverse e con diverse situazioni, hanno accettato di raccontarsi in prima persona davanti a una telecamera. “La semplice e intensa narrazione degli intervistati fa del video un media destinato a informare il grande pubblico che non ha frequentazioni particolari con la disabilità e a rappresentare chi invece la vive tutti i giorni, sia in totale solitudine che in una relazione di coppia – racconta Adriano Silanus, regista – La voce intima e non interpretata dei protagonisti è accompagnata da quella dei loro amici, familiari e partner e da quella di esperti e il video è montato come un collage in cui le interviste sono proposte lungo un percorso che tocca diversi temi, introdotti da brevi riflessioni fuori campo, dall’innamoramento alle difficoltà fisiche, dalla vita di coppia alle possibilità tecnologiche e mediche, dalla maternità agli stereotipi della società”. Per realizzare il film e raccogliere le voci dei protagonisti, Silanus ha percorso oltre 9.000 chilometri in tutta Italia. “Il documentario ci mostra ancora una volta che l’idea che i disabili siano asessuati è un comodo alibi per risposte che la nostra società e la nostra cultura non sono pronte a dare – dice Priscilla Berardi, curatrice scientifica del progetto – L’essere umano tende naturalmente al piacere, al benessere fisico e affettivo che assumono ancora più significato e importanza se si vive una condizione di difficoltà o privazione. I tabù e le paure possono essere abbattuti solo con un’informazione accurata e capillare e solo con l’esperienza, la condivisione e la comunicazione. Non dimentichiamoci quanta crescita, per i disabili e i non disabili, può venire dall’amare, dall’essere amati e dal provare piacere”. (lp)
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