“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”(Matteo 5,8-10). Happy Hallowmas! “Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis”. Il 31 ottobre 1512 il Papa Giulio II inaugura la volta della Cappella Sistina completata da Michelangelo Buonarroti dopo quattro anni di duro lavoro “celebrati” nel famoso sonetto “I’ ho già fatto un gozzo in questo stento” e nel film “Il tormento e l’estasi” di Carol Reed basato sul romanzo di Irving Stone. A Roma, ogni giorno, 10-20mila persone nei periodi di massima affluenza turistica, visitano la Cappella Sistina nella Città del Vaticano. Persone di ogni provenienza, lingua e cultura, di ogni religione o di nessuna religione, contemplano gli affreschi della Cappella Sistina: lo “specchio” del Cielo, l’attrazione fatale, l’oggetto del desiderio, l’obiettivo irrinunciabile per tutti. Quel 31 Ottobre del 1512 quando Giulio II inaugura con la liturgia dei Vespri la volta da Michelangelo conclusa dopo un’immane fatica durata dal 1508 al 1512, il Papa non poteva immaginare, come ci ricorda l’Osservatore Romano, che da quei più di mille metri di scene bibliche dell’Antico e Nuovo Testamento affrescate, sarebbe precipitato su Roma e sulla storia dell’arte mondiale un violento torrente montano portatore di felicità ed estesi ma anche di tormento e devastazione, come scrisse il Woelfflin nel 1899 con una bella metafora. Di fatto, dopo la volta della Sistina, la storia dell’arte in Italia e in Europa cambiò radicalmente. Niente fu e sarà più come prima. Con la volta di Michelangelo ha inizio quella stagione delle arti che i manuali definiscono “del manierismo”. La volta — scrive Giorgio Vasari — diventerà la lucerna destinata a illuminare la storia degli stili per molte prossime generazioni di artisti. Oggi cinque milioni di visitatori all’anno all’interno della Cappella Sistina, producono un ben arduo tormento, spaventoso quanto Halloween. La pressione antropica con le polveri indotte, con l’umidità che i corpi portano con sé, con l’anidride carbonica prodotta dalla traspirazione, comporta disagio per i visitatori e, nel lungo periodo, possibili danni per le pitture. In Vaticano potrebbero contingentare l’accesso, introdurre il numero chiuso. Lo faranno se la pressione turistica dovesse aumentare oltre i limiti di una ragionevole tollerabilità e se non riusciranno a contrastare con adeguata efficacia il problema. Gli esperti ritengono però, contrariamente a quanto apparso su alcuni media, che nel breve medio periodo l’adozione del numero chiuso non sarà necessaria. Intanto è urgente mettere in opera tutte le più avanzate provvidenze tecnologiche in grado di garantire l’abbattimento delle polveri e degli inquinanti, il veloce ed efficace ricambio dell’aria, il controllo della temperatura e dell’umidità. Come diceva Giovanni Urbani, alla nostra epoca non è dato avere un nuovo Michelangelo. A noi è dato però il dominio della bellezza, della scienza e della tecnica le quali consentono, pare ragionevole pensare se correttamente applicate, di conservare il Michelangelo che la storia ci ha trasmesso nelle condizioni migliori, per il tempo più lungo possibile. D’altra parte, visitare la Cappella Sistina è salutare per l’anima e per il corpo. Nella festa di Ognissanti (Hallowmas) la Chiesa concede l’indulgenza plenaria (condono della pena per tutti i peccati commessi) ai cristiani (ma anche ai cari defunti in Purgatorio) che si confessano, visitano i cimiteri, recitano il Credo e vanno a messa. Mentre i neopagani e i settari di tutte le gradazioni festeggiano Halloween, il plauso va a quei buoni cattolici che, non soggiogati da stupide e peccaminose mode e cerimonie commerciali, festeggiano Ognissanti il Primo Novembre dedicato a tutti i Santi (quelli del Paradiso e del Purgatorio e tutti quei Cristiani che, in grazia di Dio, possono dirsi Santi) e il Due Novembre i propri cari defunti. E che per tutto il resto del mese continuano a ricordarli con vero e profondo spirito cattolico di carità. Il Primo Novembre, festa di Ognissanti, la Religione Cattolica trionfa sul paganesimo: Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis. Il Due Novembre, commemorazione dei fedeli defunti, si ricordano le Indulgenze della Chiesa per i defunti. Le “condizioni” per l’Indulgenza Plenaria sono: adempiere l’opera prescritta con l’intenzione (almeno abituale e generale) di guadagnare l’indulgenza; confessione e comunione anche nella settimana che precede o segue l’opera prescritta; visita, se richiesta, di una Chiesa o Oratorio pubblico (si può fare dal mezzogiorno del giorno precedente); pregare in qualunque modo, secondo le intenzioni dei Sommi Pontefici, cioè: Esaltazione della Fede; Estirpazione delle eresie; Conversione dei peccatori; Pace tra i principi e governanti cristiani; essere in stato di grazia. Durante l’Ottava della Commemorazione dei defunti (dal 2 al 9 Novembre) l’Indulgenza Plenaria si ottiene per la visita a un cimitero con un’orazione qualunque, anche mentale, per i defunti. Una volta al giorno alle consuete condizioni. Il 2 Novembre e la Domenica successiva (nell’Ottava) l’Indulgenza Plenaria si lucra con la visita di una chiesa o oratorio pubblico recitando sei “Pater-Ave-Gloria”. Ogni volta. Per i fedeli che hanno fatto l’Atto eroico di carità per le anime del Purgatorio, l’Indulgenza Plenaria si ottiene alle consuete condizioni: tutto l’anno ad ogni comunione fatta in una chiesa o oratorio pubblico; ogni lunedì e, se non si può, la domenica successiva, nell’assistere ad una Messa per le anime del Purgatorio; per i sacerdoti che hanno fatto l’Atto eroico di carità, altare privilegiato. Beati noi perché “facciamo parte di una compagnia spirituale” – ricorda il santo padre Benedetto XVI: una compagnia che vive il Vangelo nella famiglia, nella comunità e nella Eucarestia. Una compagnia che prima di tutto, sempre ed ovunque, pone al centro della vita il rispetto della dignità della persona. Quindi non possiamo che dirci Cristiani beati in quanto “fratelli, collaboratori di Dio nel vangelo di Cristo (1Ts 3,2)” perché il mondo creda non in noi ma nel Redentore Gesù Cristo (mirabili sono gli affreschi medievali nel monastero di Visoki Decani in Kosovo: www.kosovo.net/dec_frescoes.html) Figlio di Dio che duemila anni fa sulla Terra si è fatto pienamente Uomo nell’umiltà di una capanna a Betlemme, in Israele, grazie al “SI” della Santissima Vergine Maria. Un SI pronunciato umilmente all’Arcangelo Gabriele. Un Uomo, Gesù, vissuto in mezzo a noi, ai nostri antenati, condannato ingiustamente, giustiziato sulla croce, morto e, dopo tre giorni, risuscitato dai morti. Questa è nostra Fede che la Chiesa attraverso gli Apostoli, i Santi, i nostri stessi nonni e i genitori, ci ha trasmesso nel Battesimo e nella Confermazione. Miliardi di persone nel passato vi hanno creduto e miliardi di miliardi in futuro vi crederanno grazie alla nostra Fede. Ecco perché non possiamo non dirci Cristiani beati, cioè seguaci di Gesù di Nazareth sulla via della Verità, della Giustizia, della Carità, della Pace, della Fede e della Speranza. Chi nel laicato, chi nella vita consacrata sacerdotale e religiosa, tutti i giorni, in famiglia, nella società, nella cultura, tutti siamo Cristiani. Anche chi dice di non esserlo. Ossia portatori sani di quei valori essenziali della vita e della dignità della persona che, purtroppo, oggi sono tutt’altro che affermati nella nostra società, nella civiltà occidentale. Non possiamo tacere questa nostra appartenenza, pena il tradimento della nostra più intima essenza. Il male e le sue molteplici espressioni “moderne” (laicismo, moralismo anticlericale, indifferenza, razzismo, negatività, vizio, esaltazione della diversità sessuale) che serpeggiano e dilagano nel mondo e sulla rete Internet come uno tsunami, benché assurti a metro di giudizio multimediale di singole persone e intere comunità, non possono vincere su Cristo e non prevarranno sulla Chiesa Cattolica e sui Servi che Dio ha “segnato” (Apocalisse, 7,2-4.9-14) con il Suo sigillo. Ce lo assicura Gesù: “Le porte degli inferi non prevarranno” (Mt 16,18) e ce lo confermano i Santi, noti e ignoti che onoriamo. I Santi non sono supereroi, alla stregua dei grandi personaggi della Marvel, ossia non sono eroi sovraumani nel senso di superiori alla razza umana. Il Santo non supera l’umanità ma l’assume come ha fatto Gesù e si sforza di avvicinarsi il più possibile al modello di Uomo completo e perfetto, il Cristo Re dell’Universo. Le Beatitudini sono la Carta costituzionale del Santo, queste SI superiori alla logica umana. Per questo commemoriamo cristianamente le spoglie mortali dei nostri cari defunti che ci hanno trasmesso la Fede. La lettera «Voi siete tutti fratelli» del Maestro dell’Ordine, inviata a tutta la Famiglia Domenicana, ha dato molto impulso alla preparazione dei Padri Predicatori all’ottavo centenario dalla fondazione ad opera di San Domenico. “Stiamo vivendo un tempo fecondo di speranza – scrive il Maestro – mentre andiamo verso la celebrazione degli 800 anni della conferma dell’Ordine da parte di Onorio III (22 dicembre 1216)”. Grande importanza assume per il cammino spirituale e per la missione dei Domenicani nel mondo, la celebrazione dell’Anno della Fede indetto da Papa Benedetto XVI che ha indicato Maria quale “modello perfetto del sacerdote” ed ha suggerito anche il senso che si deve dare a questo anno particolare. La grande e filiale devozione “domenicana” alla Vergine Maria, scudo alle insidie del Maligno, e l’impegno apostolico della predicazione, possono “ravvivare l’amore e la venerazione per Lei” e lo spirito di fratellanza tra tutti gli esseri umani. La Chiesa di Dio una e visibile, è veramente universale (Cattolica) in quanto mandata a tutto il mondo, perché il mondo si converta al Vangelo, alla Buona Novella. Il Magistero della Chiesa afferma sempre che i cristiani, come ha insegnato il Signore, “si caratterizzano dalla dilezione scambievole”(Gv 13,35). La coesione familiare è la natura propria dei cristiani, l’unità è il loro unico modo di presentarsi al mondo per l’annuncio. Il cristianesimo è uno solo. Questa è l’essenza stessa dell’ecumenismo, la verità insindacabile. Un cristianesimo unito si diffonde ovunque, un giorno forse oltre i confini della Terra quando scopriremo che il Mondo è anche là fuori, poiché è nell’unità della Chiesa che trova espressione viva e feconda l’evangelizzazione di tutti i popoli. La Chiesa intera si estenderà fino ai confini della terra nella misura in cui la sua unità è affermata e realizzata. Dice Gesù: “Che essi siano uno affinché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). Il missionario, il predicatore, è operatore di pace, colui che insegna a credere in Cristo; egli porta all’eroismo la propria vocazione di cristiano. Oggi la cultura del mondo predica la divisione, non l’unità. “Che essi, Padre, siano uno perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). I cristiani sanno che solo attraverso questa unità il mondo crederà in Cristo. Se da un lato questa unità esiste già nella Chiesa di Cristo, dall’altro non è un’unità già attuata completamente e visibile. Dunque va cercata, va voluta, incrementata. Essa sarà in continua crescita fino alla pienezza, fino alla completa fraternità fra tutti i popoli, raggiunta la quale saremo tutti di Cristo. Dunque, l’affare urgente, la formula vincente per la vita, non è la lotteria, ma è la fraternità. Le divisioni non solo contraddicono apertamente la volontà di Cristo, ma sono anche di scandalo ai più piccoli e danneggiano la predicazione del Vangelo ad ogni creatura. Vincere la fraternità e l’amicizia tra i popoli, significa soprattutto abbreviare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo sulla Terra, come promesso. Trick ‘r treat? Dolcetto o scherzetto? L’Armageddon è soltanto finzione? Come finirà il mondo? Con l’esplosione di un super vulcano o un impatto cosmico di livello estintivo? Quando? Il 21 Dicembre 2012? Chi vivrà vedrà. Halloween paradossalmente vissuta come una festa da bambini e adulti cristiani, ci consegna riflessioni amare sullo stato del mondo. La zucca simboleggia una testa di morto e rappresenta l’irlandese errante Jack O’Lantern che secondo la leggenda fece un patto col diavolo non trovando pace né all’Inferno né in Paradiso. In teoria, andrebbe anche bene giocare e finanche esorcizzare questi “mostri”, ma ormai la carnevalata di Halloween, apparentemente innocua, rappresenta una sorta di revival del neopaganesimo e soprattutto uno dei tanti mezzi usati da alcuni per cercare di imporre il pensiero magico-esoterico, formando e riformando la nostra cultura ad accogliere il male come fosse una “declinazione” accettabile del bene. Non ci credete? Secondo l’eresia ricorrente “Halloween è la festa in cui i morti ricevono il permesso di circolare per una notte nel mondo dei vivi”. Come se non bastassero i politicanti italiani a spaventare la gente. Per tale motivo, celebrando la tradizione, molte persone pare che si travestano da personaggi del regno dei morti per sfilare nelle strade delle città anglosassoni e non. “Se volete creare un avatar per l’occasione oppure semplicemente scherzare con le foto vostre o degli amici, “Facinate Halloween” permette di utilizzare 150 elementi per personalizzare le immagini e renderle adatte all’occasione. L’app consente anche di condividere il risultato nei social network. Facinate Halloween pesa 43,7 MB, funziona su iPad e iPhone e si scarica gratis”. Ma il sistema Android ne avrà uno! In fondo Halloween appare soltanto un’altra occasione per festeggiare, lucrare e divertirsi per superare il tempo di crisi economica. Come se i suicidi degli imprenditori in un Belpaese allo sbando totale, possano essere esorcizzati da un culto pagano! Ma dietro la parvenza di festa innocente e spassosa, Halloween si impone come moda e tendenza commerciale nelle giovani generazioni per rendere normali e divertenti aspetti e figure orride e ripugnanti peraltro già presenti nei disgustosi film horror che infestano il cinema, la televisione e internet. Halloween, allora, diventa il fenomeno commerciale di recente importazione americana da festeggiare. Anche se in realtà la festa nasce da un rito celebrato nelle isole britanniche dai Celti: il Samain, oggi una specie di festival della morte di mezzo autunno realizzato per propiziare il favore di divinità pagane, si traduce in “fine dell’estate”, in gaelico. Era il capodanno celtico. Quest’anno sotto gli auspici (terremoti e maree permettendo, negli Usa dell’uragano Sandy ne sanno qualcosa!) della Luna del Cacciatore celebrata dai Nativi Americani come propiziatoria. La Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV nell’Anno Domini 834, decise di spostare la festa di Ognissanti dal 13 Maggio al Primo Novembre proprio per sradicare le superstizioni e gli appuntamenti occultistici derivati dall’antica festa druidica. Neanche a farlo apposta, per quanto prevedibilmente, anche in Italia si è diffuso alla grande in pochi anni. Nei primi Anni Novanta del Secolo Scorso, nessuno avrebbe festeggiato Halloween in Italia. Nessuno avrebbe immaginato che il 31 Ottobre 2012 le nostre strade, vetrine, scuole e case di città e contrade, come nei paesi anglosassoni, potessero popolarsi di zucche a forma di teschio, scheletri, mostri, fantasmi, streghe e zombi e tante altre immagini macabre, impersonate da bambini innocenti e genitori entusiasti Roba di pessimo gusto come i film horror! Come se la realtà non fosse già spaventosa anche per i più piccoli che andrebbero difesi ad ogni costo dal male e dalle sue spietate manifestazioni. Se il mostruoso diventa carino, il terrificante piacevole, il ripugnante esaltante, il demoniaco simpatico, il passaggio successivo è un altro film horror e la perdita di una precisa demarcazione tra ciò è che bene e ciò che è male. Non a caso il Papa Benedetto XVI, proprio all’inizio del suo pontificato, ha indicato nella “dittatura del relativismo” una delle gravi malattie del nostro tempo. Non ci credete? Halloween, dietro la vetrina apparentemente simpatica, è anche e soprattutto una delle principali ricorrenze del mondo satanico. E, in effetti, viene considerato da molti il capodanno dei satanisti e non soltanto dei Celti. Il periodo favorevole per la celebrazione di sabba, cioè riti e messe nere in onore del demonio. Per gli occultisti la notte del 31 Ottobre è uno dei quattro appuntamenti più importanti dell’anno. Anche per la profanazione dei cimiteri, le messe nere, i sacrifici animali e umani e ogni sorta di dissacrazione e sacrilegio sono praticati, esaltati e auspicati. Happy Halloween? Questa strana “festa” per grandi e piccini è ormai diventata anche in Italia il momento per lasciare che la fantasia prenda il sopravvento sulla crisi economica. E se questo significa vestirsi, insieme ai figli, come la creatura preferita del fantastico o raccontare storie di fantasmi in una stanza buia, molti cristiani si lasciano sedurre. Non risparmia neppure gli scienziati della Nasa che oppongono le recenti scoperte della sonda nucleare Curiosity su Marte (www.nasa.gov/mission_pages/msl/news/msl20121030.html) con l’analisi mineralogica preliminare del suolo marziano, a quanto pare, simile a quello delle Isole Hawaii. Un chiaro indizio inequivocabile della vita aliena sugli altri esomondi. Halloween può sembrare solo tutta una questione di costumi e caramelle, ma la festa, relativamente nuova anche per l’America accanto a tutti gli altri riti caraibici sui defunti dove il confine tra cristianesimo e paganesimo è sempre più evanescente, ha fatto breccia nella cultura popolare degli States solo agli inizi del Novecento. Le sue radici nelle credenze pagane risalgono a migliaia di anni fa. Alcune tradizioni di Halloween, come la scultura di Jack O’Lantern, sono basate sul folklore irlandese e sono state tramandate nel corso dei secoli. Mentre le leccornie, le caramelle al mais, le mele caramellate e di cioccolato, sono le più moderne squisite aggiunte di Halloween, un’autentica tentazione per i più piccoli. Che c’entrano allora i ragni, le streghe e il “trick-or-treat”, i simboli della sfortuna, i gatti neri e – santi ministri di grazia soccorreteci! – le molte decorazioni di Halloween? La cattiva reputazione del gatto nero (famoso anche nella serie televisiva classica di Star Trek) risale al Medioevo, precisamente al Seicento a stelle e strisce quando la caccia alle streghe negli Usa era all’ordine del giorno. Anziani e donne soli erano spesso accusati di stregoneria e dei loro gatti neri da compagnia si diceva fossero i loro familiari, animali demoniaci che erano stati donati dal diavolo. Un altro mito medievale afferma che Satana si trasformò in un gatto per socializzare con le streghe. Ma al giorno d’oggi, con l’invasione dei ratti, i gatti neri non sono più sinonimo di sfortuna e malizia: in Irlanda, Scozia e Inghilterra, è considerata buona fortuna incontrare un gatto nero per strada. La vicenda di Jack in realtà affonda le sue radici in una sinistra tragica favola. Il folklore celtico racconta la storia di un contadino ubriacone di nome Jack che cercò di ingannare il diavolo. Non avendo scelta, Jack fece una lanterna con una rapa e un pezzo di carbone ardente che il diavolo aveva preso dall’Inferno. La lanterna usata per guidare l’anima perduta di Jack, avrebbe poi aiutato tutti gli altri spiriti perduti che si aggirano per le strade e le case ad Halloween. Originariamente realizzata con una rapa svuotata e con una piccola candela al suo interno, la lanterna è poi finita sulle facce spaventose scolpite nelle zucche, per terrorizzare gli spiriti maligni. Quando la carestia delle patate in Irlanda nel 1846 costrinse le famiglie irlandesi a fuggire verso il Nord America, la tradizione varcò l’Atlantico. Dal momento che le rape erano difficili da trovare negli States, furono usate le zucche come semplice e pratico sostituto. Agli Americani è sempre piaciuto il folklore medievale. I pipistrelli, i vampiri e le streghe hanno finito per arricchire la favola di Halloween esorcizzandone le minacciose paure. Come quella del pipistrello visto volare sulla propria casa per tre volte: triste presagio che qualcuno prima o poi sarebbe presto morto. Come quella del pipistrello volato in casa il giorno di Halloween: chiaro segnale di una casa infestata dai fantasmi. Senza contare quella dei ragni striscianti che si uniscono alle fila di pipistrelli, gatti neri e cattive compagnie di streghe, stregoni e faccendieri politici italiani un po’ meno diffusi nel medioevo ma altrettanto demoniaci. Una superstizione vuole che se un ragno cade in una lampada a lume di candela e viene consumato dalla fiamma, le streghe si trovano nelle vicinanze. Senza contare la leggenda dell’insetto schiacciato ad Halloween: altra superstizione che vuole che lo spirito di un defunto amato vegli su di voi. L’immagine stereotipata della strega con il cappello a punta nera e il naso bitorzoluto nell’atto di mescolare una pozione magica nel suo calderone, deriva in realtà da una dea pagana conosciuta come “la vecchia”, celebrata durante il Samhain. La vecchia era anche conosciuta come la “madre Terra” che simboleggiava la saggezza, il cambiamento, la “risoluzione” della diversità e il volgere delle stagioni. Oggi, l’onnisciente vecchia megera si è trasformata in minacciosa strega che schiamazza non soltanto ad Halloween. I Celti credevano che dopo la morte tutte le anime sarebbero finite nel calderone della megera che simboleggiava il grembo della madre Terra. Lì, le anime attendevano la reincarnazione. Soltanto la dea, agitando il mestolo, avrebbe permesso alle nuove anime di entrare nel calderone ed alle vecchie di rinascere per la nuova vita. Quell’immagine del calderone della vita è stata poi sostituita dal vapore minaccioso delle streghe medievali. Il manico di scopa della strega è l’altra superstizione ricorrente che ha le sue radici nei miti ancestrali. Gli anziani e le donne introverse accusati di stregoneria, erano spesse volte i poveri che non potevano permettersi nulla, neppure un cavallo come mezzo di trasporto per attraversare i boschi a piedi con l’aiuto di semplici bastoni. Poi sostituiti da scope nella leggenda. Il folklore inglese racconta che durante le cerimonie notturne, le streghe si spalmassero una pozione “volante” sui loro corpi (profumi e spezie) per provare ad occhi chiusi l’ebbrezza del volo onirico. L’unguento allucinogeno che causava intorpidimento, battito cardiaco accelerato e confusione, avrebbe offerto loro l’illusione di essere stati ammessi nei cieli o negli inferi alla presenza della divinità. Durante il Samhain, il velo tra il nostro mondo e il mondo degli spiriti diventa più sottile e i fantasmi dei defunti possono mescolarsi con i vivi. La superstizione, molto viva nei Caraibi e in Africa, è che i fantasmi in visita si possono mascherare in forma umana. Famosa è la leggenda di come un mendicante bussò alla porta di casa durante il Samhain per chiedere soldi o cibo. Allontanarlo a mani vuote significava rischiare di subire l’ira dello spirito e di essere maledetti o perseguitati. Un altro mito celtico vuole che vestirsi come un fantasma potrebbe ingannare gli spiriti maligni a pensare che si sia uno di loro in modo da sfuggire alla loro ira ed alla loro razzia di anime. Negli Stati Uniti il “trick-or-treat” è diventato il tradizione interrogativo “minaccioso” dei bambini di Halloween intorno alla fine del 1950, chiaramente importato dagli immigrati irlandesi. Festa esaltata dal regista Spielberg nel suo kolossal “E.T.”. I colori tradizionali di Halloween di arancione e nero in realtà derivano dalla celebrazione pagana dell’autunno e del raccolto, con l’arancio a simboleggiare i colori delle piante e foglie, e il nero come triste segnale della morte dell’estate. Nel corso del tempo, il verde, il viola e il giallo sono stati introdotti in tutte le altre combinazioni decorative di Halloween. Gli scherzi di quartiere a volte tirano in ballo anche le uova per cristallizzare la malizia e la minaccia, i sentimenti più pubblicizzati dalla “festa”. Eppure gli antichi Celti nel Samhain celebravano con falò, giochi e scherzi comici, la vita e non la morte. Negli Anni Venti e Trenta del XX Secolo, le celebrazioni divennero più chiassose negli States, con atti di vandalismo in aumento tra i giovani adolescenti inquieti probabilmente a causa della tensione provocata dalla Grande Depressione (Jack Santino, “Halloween e altri Festival di morte e la vita”, University of Tennessee Press, 1994). Per arginare i fenomeni di vandalismo, gli adulti cominciarono a distribuire le caramelle. Così fu reintrodotta la tradizione dimenticata del “trick-or-treat” in costume, con la richiesta esplicita di dolci alle porte di casa. Le furberie, le devastazioni e i saccheggi, però, non diminuirono. Molti presero a pretesto la data del 31 Ottobre per dare libero sfogo alle loro violenze. Le mele caramellate divennero subito popolari ad Halloween: il frutto zuccherino servito su un bastone, da allora è la principale delizia dei bambini. Oggi, le mele sono anche ricoperte di cioccolato con noci, senza contare la ricetta con il famoso sciroppo rosso americano a base di frutti di bosco che riscopriamo nel Giorno del Ringraziamento. La fusione di tradizioni celtiche e romane ha poi fatto di Halloween il fenomeno commerciale che conosciamo. Samhain coincideva, infatti, con la festa romana in onore Pamona, la dea degli alberi da frutto. La dea è spesso simboleggiata da una mela: va da sé che il frutto è diventato sinonimo di Samhain, le celebrazioni del raccolto. Nei tempi antichi, la mela (Apple) era considerata un frutto sacro in grado di predire il futuro. Il “bobbing” con le mele è così diventato uno dei giochi tradizionali della fortuna nella notte di Halloween. Ancora oggi si crede che la prima persona in grado di raccogliere una mela in un secchio pieno d’acqua, senza usare le mani, sia destinato a sposarsi per primo. Se ci riesce al primo tentativo, significa che sperimenterà l’amore vero, mentre chi afferra una mela dopo molti tentativi si dimostra più volubile nei suoi sentimenti e sforzi romantici. Un altro mito vuole che per sognare il suo futuro marito, una ragazza debba mettere il suo caschetto di mele sotto il cuscino la notte di Halloween. La caramella di mais, sinonimo di Halloween, è stata inventata alla fine del 1880 e cominciò ad essere prodotta in serie agli inizi del 1900. Il processo originale per fare le caramelle di mais era ingombrante e richiedeva tempo: ogni sciroppo doveva essere riscaldato in grandi tini ed accuratamente versato a mano in stampi di forma speciale. Ma i miti e le leggende metropolitane superano la bontà dei dolcetti di Halloween, non la spietata realtà del mondo. Che i malfattori usino Halloween come un’opportunità per avvelenare i bambini, pare incredibile. Sembra il delitto perfetto concepito da una mente diabolica come nei film horror: attendere i bimbi innocenti per poi avvelenarli con dolci contaminati. Eppure, in un solo caso un bambino americano di otto anni morì avvelenato nel 1974 nel mangiare dolci di Halloween. L’assassino condannato, Ronald Clark O’Bryan, fu giustiziato nel 1984. Ci fu poi lo strano caso in Ontario del 2008 quando un gruppo di bambini in un quartiere trovò pillole medicinali in scatole sigillate di Smarties. I pericoli di Halloween sono ben altri per i bambini. Halloween è il giorno più letale dell’anno per incidenti stradali. Una media di 5,5 bambini muore dopo essere stati colpiti da un veicolo negli Usa il 31 Ottobre di ogni anno, a fronte di una media di 2,6 morti di bambini negli altri giorni dell’anno. Un altro mito vuole che bande armate vadano a caccia di “pit bull” per le strade delle città. Il messaggio, diffuso su Facebook e Twitter, alcuni anni fa costrinse i proprietari dei cani a sbarrare le porte di casa il 31 Ottobre perché Halloween era stata ufficialmente dichiarata la “Giornata Nazionale delle Uccisioni dei Pit Bull”. Mazze da baseball, coltelli, mattoni e veleni (hot-dog imbevuti di liquidi letali) venivano indicati come gli strumenti ideali per uccidere i cani. Chiaramente la bufala “Uccidi un Pit Bull ad Halloween”, fu scoperta non prima che un’ordinanza comunale ne proibisse la soppressione. Lo scherzo funzionò. Come la massima che Halloween sia più costosa del Natale. In realtà, Halloween non offre un grosso impulso all’economia degli Usa. La spesa per i costumi di Halloween e caramelle in pochi miliardi di dollari l’anno è un’inezia rispetto alle vendite natalizie che possono superare i 600 miliardi dollari, crisi permettendo. Laddove la spesa per la festa del papà è sui 12,7 miliardi di dollari e la festa della mamma sui 14,1 miliardi di dollari (2009). Altro mito? I reati sessuali sui minori. Come i racconti sulle caramelle e le mele avvelenate, l’idea che i bambini possano essere l’obiettivo di pervertiti, pedofili e delinquenti sessuali “trick-or-treaters” di tutti i generi, sembra essere un’altra leggenda metropolitana. Secondo uno studio pubblicato nel 2010, pare che non esista una correlazione e un incremento di crimini sessuali perpetrati contro i bambini il giorno di Halloween. Dei 67.307 reati sessuali non familiari registrati negli Usa, nessuno pare sia stato commesso ad Halloween. Laddove l’85 per cento dei bambini vittime di abusi sessuali sono violentati da conoscenti e il 47 per cento delle vittime vengono abusate da familiari. C’è poi il mito dei vampiri. La saga cinematografica “Moon” docet. Sono reali come i lupi mannari? Molte persone ci credono per davvero. Altre per divertimento. Eppure le ragioni matematiche per cui i vampiri non possono esistere, sono più che solide. Se i vampiri stile Dracula fossero veri, nel senso classico di succhiatori di sangue umano delle loro vittime così trasformate in altri vampiri, l’intera popolazione mondiale sarebbe stata già trasformata in mero 2,5 anni dalla pubblicazione dei primi famosi resoconti. Insomma, saremmo già tutti dei Dracula da 400 anni, dallo scoppio dell’ultima supernova galattica osservata! Con una popolazione umana di poco più di 5 milioni nell’Anno Domini 1600, ogni vampiro avrebbe avuto il tempo di “convertire” come minimo una persona al mese. La Terra sarebbe stata contaminata dai vampiri in meno di tre anni. E questo è desumibile tenendo conto della crescita della popolazione umana. Chiaramente la festa di Halloween è un buon giorno per donare il proprio sangue. È un gran giorno anche per i medici dentisti. I bambini vanno incontro a tutta una serie di patologie dentarie, dalla rottura alle carie. Una vera manna. Effetti collaterali delle caramelle di Halloween, degli spuntini a base di dolci, dei mostruosi batteri che si nutrono di zuccheri e di altri carboidrati nelle puerili fameliche fauci. Il consiglio è sempre quello di potenziare l’igiene orale dei bambini: è meglio mangiare cinque barrette di cioccolato in una sola volta che mangiarne una ogni poche ore senza lavarsi i denti? Nel primo scenario gli acidi si accumulano in bocca e la saliva naturalmente li neutralizza nel corso di un’ora o giù di lì, aiutata da un buon dentifricio. Nel secondo scenario si espongono i denti all’attacco degli acidi tutto il giorno: troppi per la saliva e per lo spazzolino. Rimpinzarsi è consigliabile? Non per tutti gli stomaci. Le patatine fritte e i salatini sono anche peggiori del cioccolato, perché questi carboidrati cotti avvolgono i denti offrendo ai batteri della bocca qualcosa da assaporare più a lungo e generando così più acidi. Anche se può sembrare strano, sostituire al cioccolato le caramelle di frutta, è in realtà la mostruosa decisione peggiore per i denti. Le caramelle gommose che si appiccicano a un molare fino al Giorno del Ringraziamento, non sono altro che fonte di guai per i denti dei piccoli e dei grandi. Fatte salve le calorie inglobate con i primi freddi: dal generoso 2 per cento della dose giornaliera raccomandata di ferro presente in una barretta all’un per cento di vitamina A di caramelle in gran parte prive di sostanze nutritive. Il Kit Kat, ad esempio, contiene più di 200 calorie per porzione, il doppio di quelle che si trovano in una grande mela. Dolci sconsigliabili ai bambini obesi, non solo americani, che soffrono di forme di pre-diabete e diabete di tipo 2. Carie e malattie gengivali, le cui cure sono ignote in Italia a qualsivoglia Programma Legislativo Nazionale Sanitario di Salute Pubblica, sono i principali problemi che la festa di Halloween può solo contribuire a denunciare apertamente. Patologie connesse a una cattiva digestione, con annessi attacchi cardiaci, ictus e tumori, infezioni derivanti da infiammazioni e derivati. Se pensate che le caramelle siano l’unico elemento malsano di Halloween, considerate questo: i bar si moltiplicano a ritmi parossistici in Italia. Gli alcolisti aumentano tra i gli stessi bambini e i pre-adolescenti. Anche se dieci birre lavano via le caramelle gommose più ostinate, sarebbe consigliabile allontanare i bambini dai bar piuttosto che servire loro alcolici che la Legge vieta espressamente di vendere! Anche se accompagnati da adulti. Il rituale annuale di Halloween, allora, da festa demoniaca a base di spaventosi costumi e maschere fatti in casa per la crisi economica, può essere l’occasione per difendere l’innocenza dell’infanzia oggi perduta. Perché al di là dell’apparente innocuo divertimento, Halloween è anche un parco giochi che minaccia, a vario titolo, la sicurezza dei bambini. Nel buio di questa festa strana, ci sono cose che vanno attentamente analizzate, come il proliferare di film horror che lungi dal denunciare il traffico degli organi umani e le uccisioni di bambini e ragazzi vivi e sani per l’espianto, offrono uno spettacolo indecente all’umanità futura. Sempre che ne esisterà una! I genitori incoraggino i propri figli a studiare ed a lasciar perdere i fantasmi e i piccoli folletti vedi portafortuna di quartiere. Il quadrifoglio più utile è la razionalità. Il fatto è che i genitori, spesse volte, sono più piccoli e immaturi dei loro figli involontari partecipanti di un rituale impossibile da difendere. Perché l’ingrediente fondamentale nella ricetta della paura di Halloween è, naturalmente, la morte. Curiosamente Halloween è una festa nella quale gli adulti “assistono” i bambini in comportamenti tabù e fuori limite massimo! È sorprendente, come rilevano molti antropologi, che la notte di Halloween, la morte e i temi relativi siano da intendersi come intrattenimento per i bambini stessi che gli adulti sono tenuti a proteggere. Eppure viviamo in mondo che espone i piccoli a tragedie incredibili. Pensiamo ai figli degli omicidi che rimangono soli, senza né padre né madre. Costretti a crescere velocemente dopo quella mostruosa catastrofe familiare. Per loro Halloween non potrà mai sussistere! Per la maggior parte dei bambini, in un’età in cui generalmente non sperimentano funerali di famiglia o gravi malattie, il 31 Ottobre rappresenta un appuntamento introduttivo al tema della morte? Ma non in questi termini. Perché Halloween, se è vero che offre la possibilità per gli adulti di spiegare ai piccoli temi scomodi come la malattia e la morte mai pubblicizzati in Tv, non offre un approccio razionale, sicuro e stabile dal punto di vista psicologico. I bambini sono anche adulti a modo loro. Bambini di appena cinque e sei anni, non fanno distinzione tra morte reale e figure scheletriche comprate al supermercato, appese tra gli alberi e le pietre tombali false sul prato di casa! I bambini vedono le cose su un loro piano vero e proprio, in contrapposizione agli adulti che cercano di esorcizzare i temi reali della morte in spettacoli, luci, colori, film, divertimenti e cocktail nel segno di Halloween. Gli scienziati osservano i bambini rannicchiati dalla paura di fronte agli schermi televisivi e dei computer portatili (videogiochi compresi) infestati di scene cimiteriali alla Halloween. I bambini interpretano le paure di Halloween in modo diverso a seconda delle loro situazioni personali, come la recente morte di un parente o un animale domestico. Un’esperienza particolarmente straziante ad Halloween potrebbe avere effetti di lunga durata. Gli esperti ricordano i colloqui con soggetti adulti che descrivono il loro “trick-or-treat” vissuto all’età di otto anni: uno scherzo spaventoso come una bara reale visualizzata nel soggiorno, può segnare la vita! Ogni Halloween nel mondo si vedono i bambini portati al Pronto Soccorso con problemi legati ai costumi: le macabre maschere interferiscono con la visione reale e gli abiti larghi ed estesi oltre le caviglie portano a inciampare e cadere. È semplicemente inconcepibile il fatto di vedere dei bambini a spasso per strada dopo il tramonto: mettere del nastro riflettente sui costumi e sulle borse, e consigliare loro di portare con sé una torcia elettrica, non può bastare. L’altro mito è quello del calo delle nascite ad Halloween. Sorprendentemente, le nascite spontanee non possono che aumentare quando i fattori positivi aumentano di pari passo con la volontà che può avere un impatto su diversi fattori ormonali. Parallelamente le paure possono provocare effetti indesiderati. Alcuni studi suggeriscono che la volontà umana può trionfare su tutto il corpo, anche nei casi dei malati terminali che potrebbero beneficiare dell’atmosfera di festa! Non di Halloween perchè i risultati sembrano affermare il contrario. Le vacanze in genere hanno forti connotazioni emotive: San Valentino è associato alla felicità ed all’amore. Mentre le associazioni di Halloween sono molto più oscure e indecifrabili. I ricercatori hanno utilizzato i dati dei certificati di nascita per studiare il numero dei parti che si sono svolti una settimana prima e dopo il giorno di San Valentino ed Halloween dal 1996 al 2006. Oltre 1,6 milioni di nascite per San Valentino e 1,8 milioni di nascite per Halloween! I ricercatori hanno poi confrontato giorno per giorno le differenze di nascite naturali, indotte e da cesareo correlate ai giorni di festa. Quello che hanno trovato è stato sorprendente: a San Valentino la probabilità di parto è aumentata del 5 per cento rispetto alle settimane precedenti e successive. Le nascite da travaglio spontaneo sono state del 3,6 per cento, mentre le nascite indotte sono salite del 3,4 per cento. Le nascite da cesareo erano del 12,1 per cento più probabili a San Valentino, il che potrebbe far pensare che le donne deliberatamente scelgano di avere bambini nel San Valentino Day. Halloween ha mostrato un effetto speculare. Tutti i tipi di nascite sono diminuiti il giorno di Halloween rispetto alle due settimane di contorno, come i ricercatori hanno riferito sulla rivista “Science Social & Medicine”. La possibilità di dare alla luce il giorno di Halloween è diminuita per un totale dell’11,3 per cento, rispettivamente con un 16,9 per cento in meno, un 18,7 per cento delle nascite in meno indotte e un 5,3 per cento in meno di nascite spontanee. Questione di mente? Non c’è modo di sapere se i cambiamenti nel parto spontaneo accadano perché le madri consapevolmente sperano di non partorire ad Halloween, preferendo il sogno del Valentine’s Day per le feste di compleanno, o se il processo possa essere inconscio. In entrambi i casi, i risultati suggeriscono che i fattori psicologici e culturali possono essere in gioco nel processo apparentemente spontaneo. Poiché lo studio era basato sui certificati di nascita, non c’era modo di analizzare cosa le mamme nello studio provassero per le nascite in quelle festività. Per scoprire perché le vacanze sembrano influenzare la tempistica delle nascite, i ricercatori dovrebbero condurre uno studio molto più analitico sulle madri in attesa, per monitorare i loro livelli ormonali e i sentimenti che provano per certe giornate speciali come potenziali date di nascita dei loro figli. Fatto sta che ogni anno i bambini e gli adulti, anche in Italia, che ad Halloween vestono in abiti ridicoli per le strade delle nostre città e contrade, in una strana “missione” espiatoria” tra campanelli, scherzi e sacchetti con caramelle, contribuiscono a cambiare molte cose della nostra vita sociale, antropologica e psicologica. Che fare? Disapprovare e dissociarsi dalle “feste” di Halloween, non basta. Da cristiani, facendolo, non ci si arrende a subire quella che, purtroppo, non è soltanto una moda apparentemente inarrestabile, ma un chiaro attacco alle nostre radici culturali e religiose. Ma bisogna andare oltre Halloween. Combattere il male, i mali, le malattie. A questo proposito vale la pena di leggere il sonetto di Michelangelo sulle fatiche della volta Sistina, datato A.D. 1509 dal Guasti, 1510 dal Frey. Alla destra dei versi è il disegno di un uomo che dipinge in piedi una figura in alto, come in un soffitto, in evidente relazione col tema del sonetto stesso (Rime e Lettere di Michelangelo, a cura di Paola Mastrocola, Torino, UTET (Classici italiani), 1992, pp. 70-71). Il lavoro degli affreschi della Cappella Sistina è descritto nei termini di una disumana fatica fisica sino ad una sorta di vera e propria trasformazione deformante del corpo. Le lettere di questi stessi anni confermano lo stato di isolamento e di estrema prostrazione – un condurre la vita totalmente astratto dalle più comuni regole dell’umanità, in una dimensione irrealistica in cui esistono solo più le imperiose ragioni dell’arte – a cui lo obbligò l’impresa della Sistina:«Io mi sto qua malcontento e non troppo ben sano e con gran fatica, senza governo e ssenza danari» (Lettere, 34); «Io sto qua in grande afanno e con grandissima fatica di corpo, e non ho amici di nessuna sorte, e no’ ne voglio: e non ho tanto tempo che io possa mangiare el bisonio mio» (Lettere, 39). Lo stile del sonetto è realistico-grottesco, secondo un modello burchiellesco-bernesco che, sempre a proposito del suo corpo, Michelangelo riprenderà molti anni più tardi per il capitolo 267. Per entrambi questi componimenti valgano i riferimenti ai poeti realistico-giocosi del Quattrocento (Burchiello, Pistoia, Francesco Cei), e soprattutto al sonetto del Burchiello che inizia «Son diventato in questa malattia, / come graticcio da seccar lasagne» (Sonetti del Burchiello, ecc., Londra, 1751, p. 100. cit. in Girardi, Studi, p. 74). Anche Condivi e Vasari riportano un quadro delle difficoltà e dei disagi fisici cui l’artista dovette far fronte, ma, come rileva la Barocchi, mentre i biografi ne danno una «tranquilla illustrazione» appellandosi oltretutto ad una categoria – quella di «fatica» -, che, almeno dal Vasari è generalmente considerata indispensabile a conseguire dei frutti in arte, Michelangelo qui presenta un’ironia venata di «sarcasmo e tormento» (cfr. Barocchi, Comm. II, pp. 12-15 e pp. 447-8). La bellezza degli affreschi della Cappella Sistina e del monastero di Visoki Decani in Kosovo, invitano all’umile riflessione razionale sulla nostra Fede, sulla nostra Speranza, sulla nostra Carità, sulla nostra Vita in Cristo eternamente Beati. Sono la nostra migliore risposta alle mostruosità di Halloween.
Nicola Facciolini
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