Ansia, preoccupazioni e richieste di chiarimenti per i vaccini ritirati dal mercato a causa di alcuni effetti indesiderati. Nonostante l’arrivo del freddo e l’insorgere delle prime forme influenzali, ancora non esiste un vaccino che possa combattere la malattia. Ma i vaccini non sono sempre la soluzione, e occorre fare molta attenzione.
«Si possono avere delle controindicazioni in seguito alla somministrazione del vaccino antiinfluenzale – spiega il Prof. Eustachio Nettis, Vice Presidente SIAIC, Società Italiana Allergologia ed Immunologia – un’accertata ipersensibilità al principio attivo o a qualsiasi eccipiente in esso contenuto, allergia all’uovo (anche se, in realtà, è stato osservato che la concentrazione delle proteine dell’uovo in tali vaccini risulta così bassa da renderli sicuri e ben tollerati anche in soggetti con allergia all’uovo), alle proteine del pollo, ad antibiotici o alla formaldeide. La somministrazione del vaccino non deve essere effettuata nei pazienti con affezioni febbrili o infezioni acute in atto. Non è certo che una risposta protettiva si possa ottenere in tutti i soggetti vaccinati.»
Gli specialisti della SIAIC precisano che, come per tutti i vaccini, la risposta anticorpale può risultare insufficiente in pazienti affetti da immunodeficit e ridotta in soggetti sottoposti a trattamento con farmaci immunosoppressori.
La SIAIC, per un corretto uso dei vaccini, fornisce tre consigli:
1) il soggetto da vaccinare deve essere in buono stato di salute (non deve presentare malattie infettive in atto o stati febbrili),
2) i vaccini antinfluenzali, essendo preparati con virus inattivati, non possono rendersi responsabili di infezioni da virus influenzali, pertanto, dopo la somministrazione della dose consigliata, il soggetto vaccinato potrebbe manifestare, a distanza di 6-12 ore lievi e transitorie reazioni indesiderate (febbre, dolori articolari e muscolari) della durata di 1-2 giorni,
3) qualora si verificassero lievi disturbi post somministrazione, sarebbe opportuno il riposo e, in caso di necessità, il ricorso a blandi anagesici e/o antipiretici.
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