Gli Stati Uniti d’America visti dall’Italia: aspetti di una campagna elettorale

Jim Messina, dirigente della campagna “Obama for America” ha mandato una lettera di ringraziamento a tutti i sostenitori e volontari della recente campagna elettorale di Barack Obama. Vale la pena leggerla perché spiega con quali risorse materiali ed umane è stata condotta la campagna vincente. Mi pare che sia in un sentito riconoscimento del valore […]

Jim Messina, dirigente della campagna “Obama for America” ha mandato una lettera di ringraziamento a tutti i sostenitori e volontari della recente campagna elettorale di Barack Obama. Vale la pena leggerla perché spiega con quali risorse materiali ed umane è stata condotta la campagna vincente. Mi pare che sia in un sentito riconoscimento del valore della partecipazione popolare al processo per la costruzione del consenso elettorale e la selezione della classe dirigente.

Barack Obama questa volta ha vinto in misura imprevedibile sia per i tanti grandi elettori conquistati che per voto popolare, mentre tutti i sondaggi di opinione davano un testa a testa,  con un leggero vantaggio di Mitt Romney. Es. : il sondaggio Gallup finale dava  Romney-Obama 49 a 48. Mitt Romney, impreparato alla sconfitta, ha ritardato parecchio ad ammetterla, e, nel  suo discorsetto finale,  piuttosto imbarazzato, ha fatto ricorso alla fede religiosa, annunciando che pregherà perché le cose vadano per il meglio.

Jim Messina inizia la sua lettera dichiarando che tante volte, durante la recente campagna, sostenitori  e volontari erano scoraggiati, poiché l’idea prevalente era che i Democratici sarebbero stati schiacciati dal denaro dei Repubblicani e dalla influenza degli interessi speciali. Insomma, nessuna campagna sembrava poter superare una realtà sfavorevole.

Jim Messina scrive:

 “ L’anno scorso un grande giornale americano si chiedeva se Obama fosse finito. Due settimane fa, un altro titolo diceva:”Può vincere Obama?”Martedì sera tutti avete dato una risposta a quei dubbi: Sì, è possibile.”

Bussando alle porte, organizzando telefonate, mettendo in cassa  pochi dollari  ciascuno, è venuta fuori una campagna senza precedenti… Avete provato che, milioni di persone ordinarie che si impadroniscono di una causa, sono ancora la forza più potente del processo politico. Avete dimostrato che l’organizzazione della base e piccole donazioni sono il modo giusto e  più efficace  per vincere.”

Queste parole sono un richiamo fortissimo all’impegno nel sociale e nel politico da parte di tutti, giovani ed anziani, uomini e donne, ad un impegno teso al governo dello stato, non alla mera protesta parolaia che non va oltre lo sfogo del malcontento.

Nel caso del Presidente Obama l’impegno dei volontari era per:  un governo di pace per porre fine alle guerre, per qualche forma di equità fiscale, per ridurre la disoccupazione, proteggere la  salute dei cittadini  ed i risparmi di tutti, anche quelli sudati e piccoli, e per investire nell’istruzione, nella ricerca scientifica e tecnologica, nelle arti e nella cultura. Difficilissimo dovunque, non solo in Italia.

Per terminare queste brevi note, qualche osservazione sulla raccolta dei fondi fatta dal partito democratico. Si sa che questa campagna è stata costosissima, circa 6 miliardi di dollari. Per parte mia, collegata con i siti del Presidente Obama, posso testimoniare di aver ricevuto tante ed insistenti lettere di richiesta di donazioni. Per fare le donazioni, però si doveva dichiarare di essere cittadini americani, e scrivere su appositi modelli l’indirizzo completo. Se tentavo di comunicare con gli scriventi, solo per dire che non potevo fare donazioni essendo italiana, scattava una risposta automatica di ringraziamento etc. etc. E così infine mi sono vista arrivare lettere di sollecito, ed ho scoperto che avevo un numero di codice a cui corrispondeva il resoconto della somma delle mie donazioni, pari a zero, ed il suggerimento di farne al più presto una di almeno 5 dollari. E così, nonostante il mio impegno a scrivere articoli per i giornali online, devo essere finita in una lista nera del partito democratico americano.

Emanuela Medoro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *