“È sbagliato prendere delle decisioni sulla base di azioni estreme. Bisogna che siamo tutti consapevoli che un piano di lungo respiro sulla non autosufficienza richiede dei tempi che non possono essere collassati da uno sciopero della fame o da manifestazioni di questo tipo”. È quanto ha affermato Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali a margine del convegno di Unioncamere a Roma sulla protesta del Comitato 16 novembre, dopo l’emendamento che stanzia solo 200 milioni per le non autosufficienze e sulla minaccia di scendere in piazza senza ventilatore polmonare di scorta. “Non voglio in alcun modo sottovalutare l’emergenza e la gravità del problema – ha aggiunto Guerra -, ma è evidente che siamo in una situazione che è molto vincolata sia dal punto di vista delle risorse che dal punto di vista dei processi decisionali. Stiamo tenendo insieme un governo in cui sono presenti anime diverse con priorità diverse. In un contesto in cui la priorità è la tenuta dei conti pubblici, la sensibilità rispetto ai temi sociali è articolata in modo diverso, ci sono tempi che non sono riconducibili a proteste estreme”.
Per il sottosegretario, seppur lontana da quanto desiderabile, la quota che verrà destinata alle non autosufficienze sarà “assolutamente adeguata per far fronte almeno alle esigenze delle persone più gravemente non autosufficienti, in particolare i malati di Sla”. Per Guerra, però, “la sollecitazione del Comitato è ovviamente più ampia. Farei torto alle persone malate di Sla se non prendessi in considerazione che la loro richiesta va in direzione di una impostazione più ampia della soluzione al problema della non autosufficienza”. “Penso che bisogna lavorare per un progetto più ampio – ha aggiunto il sottosegretario -. All’emergenza sicuramente si darà risposta perché su questo c’è una convergenza unanime, ma il processo è lungo, bisogna avere pazienza, essere tenaci e ben venga che le associazioni ci tengano il fiato sul collo”. Sulla ripartizione del fondo Catricalà, per il sottosegretario “sembra che si converga verso una attribuzione maggioritaria della quota dei 900 milioni al sociale. L’articolazione fra un fondo per la non autosufficienza e il fondo nazionale per le politiche sociali, invece, è ancora in discussione, però l’indicazione che ci viene da tutte le forze parlamentari, che è anche l’indicazione che il governo stesso ha dato, è che ci sia una garanzia a favore delle persone gravemente non autosufficienti e non solo dei malati di Sla, che sicuramente rientrano dentro questa categoria”.
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