Il 2013 è l’Anno europeo dei cittadini. Ma i senza dimora con problemi di salute mentale, uno dei gruppi più emarginati, rischiano di non avere peso nè visibilità in queste celebrazioni. Ieri la Feantsa, federazione che raccoglie le principali associazioni che si occupano di senza dimora in Europa, è stata ascoltata in audizione dal Parlamento europeo su questo tema. “L’Anno europeo 2013 non può essere sviluppato nel vuoto. – ha sottolineato la federazione – La cittadinanza attiva dipende dall’inclusione attiva e una società democratica non può dirsi tale senza la garanzia di un livello minimo di vita”. La preoccupazione è che il dibattito sull’Anno europeo, dedicato ai cittadini, sembra lasciare indietro un “elemento fondamentale”: le profonde disuguaglianze ancora presenti in tutti gli Stati membri dell’Ue. In particolare sono le disuguaglianze sanitarie a generare un impatto sulla vita delle persone più vulnerabili, ostacolando la loro partecipazione alla vita sociale. “Un’assistenza sanitaria di qualità – sottolinea – è la chiave per mantenere una vita dignitosa, l’accesso a essa non è equamente diffuso in tutta la popolazione. Le persone che vivono in condizioni di povertà tendono ad avere esigenze sanitarie più grandi, ma anche più difficoltà di accesso alle cure. E in nessun caso questo è evidente come per le persone senza dimora con problemi di salute mentale”.
Nella maggior parte dei paesi europei l’incidenza dei problemi di salute mentale è più elevata negli homeless che nella popolazione generale. “Mentre disuguaglianze sanitarie incontrate dai gruppi esclusi sono stati riconosciuti dalla Commissione europea e al Parlamento europeo come un grosso problema, – sottolinea la Feantsa – non si sta facendo abbastanza in termini di proposte reali per una soluzione”. L’organizzazione, insieme a Mental Health Europe, propone di creare un piano d’azione europeo in materia di senzatetto, che includa i problemi di salute mentale, e una strategia di attuazione completa. “Le disuguaglianze sanitarie dovrebbero essere riconosciute e affrontate nel quadro dell’Anno europeo 2013, in modo da garantire che abbia davvero un impatto positivo su tutti gli europei”.
Il diritto alla salute per le persone senza dimora dovrebbe essere al centro delle azioni intraprese dagli Stati per migliorare la salute dei loro cittadini, ridurre le disuguaglianze di salute e di fornire un buon livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini senza distinzione”, ha detto il direttore di Feantsa Freek Spinnewijn. “Chiediamo – ha aggiunto Maria Nyman , direttore di Mhe – che il 2013 sia un anno europeo inclusivo, un anno che metterà in evidenza e aiui tutte quelle persone che oggi non possono godere la loro cittadinanza europea, perche alcuni dei bisogni e dei diritti fondamentali non vengono rispettati o soddisfatti”.
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