A partire dal 2014, alla fine del percorso previsto dalla riforma Fornero e dalla legge di stabilita’, un pensionato da 1.000 euro netti al mese “di fatto si trovera’ la tredicesima mangiata perche’ gli spariranno 900 euro”. A lanciare l’allarme e’ Alessandro Alberani, segretario della Cisl di Bologna, giudicando come provvedimento “assolutamente sbagliato” il blocco dell’indicizzazione al costo della vita, che per i pensionati comportera’ “una perdita di potere di acquisto molto rilevante”: 40 euro al mese nel 2012 e altri 30 euro nel 2013, dunque 910 all’anno dal 2014 per una platea (quella delle pensioni da 1.405 euro lorde al mese) che sul territorio bolognese conta circa 80.000 persone. “I pensionati sono finiti nel dimenticatoio”, manda a dire Alberani.
Il blocco dell’indicizzazione di fatto “e’ una patrimoniale subdola che i pensionati andranno a pagare per il resto della loro vita”, aggiunge Sergio Palmieri, segretario della Fnp-Cisl bolognese. Inoltre, “i provvedimenti di riduzione del cuneo fiscale sono giusti ed urgenti” ma “e’ inaccettabile- afferma Palmieri- che si vadano a cercare le risorse nella stessa categoria dei contribuenti”. Per il sindacato i soldi vanno trovati intervenendo sugli stanziamenti per i caccia bombardieri o per la Societa’ per il ponte sullo stretto di Messina, “non a danno- mette in chiaro Palmieri- di pensionati e lavoratori”.
Il segretario della Fnp, poi, si sofferma sulla condizione dei pensionati con reddito inferiore ai 7.501 euro all’anno, classificati come incapienti: nel 2012, secondo i calcoli della Cisl, un reddito mensile lordo di 570 euro si sta svalutando di 17 euro al mese per un totale di oltre 220 euro all’anno. Tra loro c’e’ anche chi puo’ contare su altri redditi, sottolinea Palmieri, “ma per tutti gli altri servono precise misure di sostegno”. Infine, la Fnp giudica “del tutto inadeguato” il provvedimento preso sul Fondo nazionale per la non autosufficienza: “200 milioni di euro sono assolutamente insufficienti”, avverte Palmieri.
Su tutti questi temi il sindacato intende dare battaglia. La protesta avviata con la manifestazione del 31 ottobre al Paladozza “dovra’ assumere una dimensione nazionale e da parte della Fnp c’e’ la piena disponibilita’”, assicura Palmieri, perche’ “e’ venuto il momento di far sentire con piu’ forza la nostra voce al Parlamento e al Governo”.
In base allo studio presentato oggi alla Cisl, sul territorio bolognese si contano (all’1 gennaio 2012) 339.210 pensionati, il 34% della popolazione, con un eta’ media di 74,1 anni ed una pensione media da 912,97 euro al mese. In Emilia-Romagna, invece, i pensionati sono un milione e 532.239 (34,4% della popolazione), in maggioranza donne (59,3%), con un’eta’ media di 73,9 anni ed una pensione da 832,34 euro al mese (1.134 per gli uomini e 625 per le donne). Nella classificazione per fasce di eta’, in base ai dati del 2011, il 79,1% dei pensionati della regione e’ over 65 ed il 12,4% si colloca tra i 60 ed i 65. Dai 65 in su, le donne rappresentano una percentuale maggiore (82,4%) rispetto agli uomini (74,2%). I pensionati titolari di una pensione lorda inferiore ai 1.000 euro al mese sono il 72,5% (un altro 15,4% si colloca tra i 1.000 ed i 1.500, il 6,4% tra i 1.500 e i 2.000).
Nell’ultimo decennio, si legge sempre nel report, e’ diminuito l’accesso alla pensione da parte dei lavoratori dipendenti (-13%) e dei coltivatori diretti (-11%), mentre crescono artigiani (+42%) e commercianti (+37,5%): effetto, secondo Cisl e Fnp, sia della crisi che delle riforme portate avanti dai governi Prodi e Berlusconi. Per il 2012, poi, “e’ persino troppo facile prevedere una brusca frenata di tutti i pensionamenti- scrive la Cisl- a seguito dei cambiamenti introdotti dalla riforma Fornero, i cui effetti si accentueranno del 2013 in avanti”. Un ultimo dato riguarda le quasi 85.000 nuove pensioni liquidate in regione nel 2010: quelle riconosciute per invalidita’ civile (30.708) superano quelle per lavoro dipendente (26.522), un fattore che per il sindacato deriva “in larga misura dalla perdita di lavoro da parte di soggetti gia’ in possesso di un grado di invalidita’ sufficiente per il riconoscimento di un assegno di pensione”.
Crisi: Cisl, ”sparisce la tredicesima dei pensionati”
A partire dal 2014, alla fine del percorso previsto dalla riforma Fornero e dalla legge di stabilita’, un pensionato da 1.000 euro netti al mese “di fatto si trovera’ la tredicesima mangiata perche’ gli spariranno 900 euro”. A lanciare l’allarme e’ Alessandro Alberani, segretario della Cisl di Bologna, giudicando come provvedimento “assolutamente sbagliato” il blocco […]
I VECCHI..I VECCHI purtroppo senza il vigore fisico per rimediare all’ingiustizia a suon di sprangate!!!!!!!!!!!!!!!!
tolgono soldi a chi non arriva alla fine mese. I nostri amati governaninti invece non calano di un euro! Vergogna! Gli consiglio di mandare in pensione a 100 anni così non ci saranno più problemi! La soglia delle 1000€ al mese è per chi già sta’ morendo di fame!
stanno sistemando i conti dell’Italia con i soldi dei pensionati.E’ vergognoso che nessuna forza autorevole si sia indignata e non abbia bloccato la norma che toglie l’indicizzazione della pensioni.Hanno sistemato gli esodati, anziche’ prendere da chi ha capitali consistenti, togliendo l’indicizzazione alle pensioni che vergognosamente hanno ritenuto ricche, cioè di 3000 euro lordi al mese che tolte le tasse diventano circa 2000 cioè pensioni appena sufficienti. Con questi errori tutti questi politici saranno spazzati via!