Otto cooperanti italiani bloccati a Gaza City. “La gente è chiusa in casa, terrorizzata”

“Siamo otto cooperanti di Ong italiane, la Acs, Overseas, Educaid, Coopi, Ciss. Come ogni settimana stiamo cercando di raggiungere la West Bank, dove ognuno di noi segue altri progetti in diversi settori anche nel resto della Palestina. Invece da mercoledì, dall’inizio dell’Operazione Pillar of Defence, il forte attacco miliare israeliano ci ha bloccato a Gaza […]

“Siamo otto cooperanti di Ong italiane, la Acs, Overseas, Educaid, Coopi, Ciss. Come ogni settimana stiamo cercando di raggiungere la West Bank, dove ognuno di noi segue altri progetti in diversi settori anche nel resto della Palestina. Invece da mercoledì, dall’inizio dell’Operazione Pillar of Defence, il forte attacco miliare israeliano ci ha bloccato a Gaza City. La situazione è molto pesante, data dai bombardamenti e relative risposte. I border sono chiusi. Il nostro consolato sta cercando di organizzarsi con le Nazioni Unite per farci uscire in sicurezza, ma per il momento non è possibile. Anche in questo momento ci stanno bombardando e non possiamo uscire di casa. Forse domani sapremo qualcosa”.
A parlare è Meri Calvelli, cooperante italiana che lavora con la Acs, Ong di Padova che si occupa di progetti incentrati sull’agricoltura. A Gaza la sua attività si concentra a Khan Younis, nella buffer zone del sud, dove i bombardamenti sono stati incessanti dall’inizio dell’operazione. “Da quando è iniziata è stato un inferno di missili e bombe di ogni specie, cadute sulla popolazione. Purtroppo come al solito ci rimettono i civili. Dalle 15 di mercoledì ad oggi ci sono stati 23 morti e 150 feriti. Ho visitato il principale Ospedale di Gaza, Al Shifa, dove nei momenti di maggior attacco i feriti vengono portati ogni 2 minuti, nelle fasi più intense. Negli ospedali problemi di farmaci e elettricità, come sempre d’altronde”.

Che ci puoi dire dell’offensiva via terra?
Per il momento Israele sta inviando i rinforzi di fanteria su tutti i border, quindi carri armati e riservisti. Ma l’offensiva non è ancora iniziata. Stanno solo posizionandosi. Non abbiamo notizie se è imminente o no, ma dicono di essere passati alla seconda fase dell’operazione. Per il momento
Israel Defense Forces ha mandato alla popolazione sms di avviso con scritto ‘Second phase’.
Se la intendono come invasione di terra, significa che piazzano i carri armati davanti alle case e faranno lo schifo.

Come sta vivendo la popolazione questa attesa?
La gente è chiusa in casa.  E’ terrorizzata. Tutte le attività sono state interrotte. Scuola, attività commerciali. Le strade sono deserte, a parte i mezzi di soccorso che girano in città. Chi deve spostarsi può fermarsi su una zona solo per pochi minuti. La popolazione è terrorizzata. La prima cosa che è venuta alla mente è stata l’Operazione Piombo Fuso del 2009, 23 giorni di inferno. I presupposti ci sono. A livello di bombardamenti il trend è quello, tranne che sono limitate il numero di vittime. Non per questo la situazione è meno drammatica”.

Loredana Menghi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *