L’Umbria e l’emigrazione. Una ricerca inedita per omaggiare il Ministro francese Aurélie Filippetti

In occasione della visita a Gualdo Tadino del Ministro francese alla cultura Aurélie Filippetti, la cui storia personale è legata alle vicende migratorie della sua famiglia, venerdì 23 novembre alle ore 17.00, sarà presentata presso la Mediateca del Museo dell’Emigrazione, l’ultima pubblicazione del Centro Studi: “L’Umbria e l’emigrazione. Lavoro, territorio e politiche dal 1945 a […]

In occasione della visita a Gualdo Tadino del Ministro francese alla cultura Aurélie Filippetti, la cui storia personale è legata alle vicende migratorie della sua famiglia, venerdì 23 novembre alle ore 17.00, sarà presentata presso la Mediateca del Museo dell’Emigrazione, l’ultima pubblicazione del Centro Studi: “L’Umbria e l’emigrazione. Lavoro, territorio e politiche dal 1945 a oggi”. “Una ricerca inedita”, spiega il Direttore Catia Monacelli, “che per la prima volta affronta con un certo rigore scientifico i dati numerici dei flussi migratori che hanno riguardato l’Umbria dal secondo dopoguerra, con una lucida “radiografia” delle partenze”. Alberto Sorbini, studioso di migrazioni e Direttore della collana editoriale, sottolinea come “il fenomeno migratorio abbia inciso profondamente sul tessuto culturale, sociale e lavorativo dell’Umbria”. Gli anni della ricostruzione sono per la regione anni difficili, in cui i problemi antichi e quelli più nuovi legati alla struttura del mercato del lavoro, alla conformazione del territorio e all’assetto produttivo si sovrappongono tra loro fino ad esplodere periodicamente. Una delle conseguenze più visibili di questa congiuntura storica è l’aumento vertiginoso dello spopolamento di intere aree e il parallelo sviluppo di diversi fenomeni migratori. L’emigrazione all’estero è solo una tra le tante tipologie migratorie che caratterizza gli umbri nel dopoguerra, e anzi spesso rappresenta l’esito finale di un percorso che li ha visti prima spostarsi verso le pianure, poi verso i piccoli e medi centri urbani e poi nelle grandi città dell’Italia centro – settentrionale. “In fatto di destinazioni e di articolazione dei flussi”, chiarisce l’autore Michele Colucci, ricercatore del Cnr e docente di Storia contemporanea all’Università della Tuscia, “la realtà umbra del dopoguerra è segnata da una notevole mobilità verso i paesi dell’Europa centrale, da una dimensione temporanea e rotatoria dell’esperienza lavorativa fuori confine, da una diffusa specializzazione professionale, in cui il lavoro operaio e minerario risultano predominanti”. L’emigrazione influenza il dibattito tra i partiti e il sindacato, attraversa i luoghi pubblici più diversi: tutti sono in qualche modo costretti a fare i conti col fenomeno e tutti o quasi tutti contano un parente, un amico, un paesano, un conoscente che è partito, è tornato o è ripartito ancora o non è mai tornato. Nel frattempo, il flusso di rimesse che proviene dall’estero rappresenta un sostegno eccezionale ai redditi e i consumi nella regione, contribuendo a una determinante integrazione dei bilanci familiari. La presentazione del volume sarà presieduta dal Sindaco Roberto Morroni, interverrà il Presidente del Consiglio Regionale dell’Emigrazione Fausto Galanello e presenteranno il volume alla presenza dell’autore Enrico Pugliese, docente all’Università di Roma La Sapienza ed Alberto Sorbini, Direttore dell’Isuc. Durante la manifestazione sarà possibile visitare gli spazi espositivi del Museo dell’Emigrazione Pietro Conti con ingresso libero. Per informazioni: 075 9142445 – info@emigrazione.it.

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