Tappa aquilana della campagna elettorale di Nichi Vendola. Il presidente della regione Puglia, candidato alle primarie del Centrosinistra, ha visitato due luoghi simbolo della ricostruzione sociale post sisma: piazza d’arti e il CSV.
Secondo Vendola i tagli al welfare del governo Monti rappresentano un giudizio culturale ingiustificato, e caratterizzano il governo tecnico come un governo di destra, nel quale lo stato fa la parte dell’elemosiniere.
“La ricostruzione non può non mettere al centro i bisogni di socialità e cultura, una città senza un museo – ha aggiunto – è priva di radici, una città senza biblioteca non si arricchisce. Io sono una persona malinconica, oggi ho trovato qualche ragione di speranza”.
Diversi sono stati i punti trattati dal candidato alle primarie del centrosinistra, come ad esempio il diritto alla cittadinanza italiana per chi nasce in Italia, abbandonando l’idea Ius Sanguinis. Ha criticato inoltre il dispendioso acquisto degli F35, collegandolo con la questione della riduzione dei fondi destinati ai malati di SLA.
Per il cambiamento Vendola ritiene sia necessario abbandonare il linguaggio commercial-pornografico che si è fatto Stato, il mondo “fondato sul culto dell’ombelico”.
Manca poco ormai alle primarie del centrosinistra, durante le quali gli elettori saranno chiamati a Scegliere tra Vendola, i big Bersani e Renzi e gli outsider Puppato e Tabacci. La candidatura del presidente della regione Puglia rappresenta l’incognita per queste elezioni: in passato Vendola ha dimostrato più volte di essere in grado di vincere confronti del genere.
Fabio Zenadocchio
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