Carte clonate: tre in manetta, anche ex 007 romeno

Transazioni in mezzo mondo, acquisti simulati con carte di credito clonate in Europa, Usa e Canada grazie a ”pacchetti” di codici e dati anagrafici acquisiti con estrema facilita’ in vari paesi. E al centro della rete, un ex agente dei servizi segreti rumeni con precedenti per rapina, armato fino ai denti. Con l’operazione ‘Top-Up’, la […]

Transazioni in mezzo mondo, acquisti simulati con carte di credito clonate in Europa, Usa e Canada grazie a ”pacchetti” di codici e dati anagrafici acquisiti con estrema facilita’ in vari paesi. E al centro della rete, un ex agente dei servizi segreti rumeni con precedenti per rapina, armato fino ai denti. Con l’operazione ‘Top-Up’, la Guardia di finanza e la Polizia di Pesaro hanno scoperto un giro internazionale di estorsioni, ricettazione e clonazione di documenti informatici, arrestando l’ex spia rumena e due suoi complici, una stilista e un ex pugile di Fermignano. Sono state accertate operazioni illecite per circa 10 milioni di euro.

L’indagine pero’, spiega il col. Francesco Pastore, comandante della Gdf pesarese, e’ solo all’inizio: il sospetto e’ che l’organizzazione criminale sia molto piu’ vasta e di livello superiore, con un perno in Romania, maggior paese produttore di bande magnetiche e bancomat. Trenta le perquisizioni condotte da un centinaio di agenti anche in Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige e Lombardia, e 65 mila i file che gli specialisti delle Fiamme gialle e della Polizia dovranno visionare per ricostruire tutti i traffici illegali. Sono stati sequestrati un revolver, una pistola Beretta risultata rubata a un vigilante, caricatori, lettori di bande magnetiche, carte di credito contraffatte, e, a casa dell’ex agente romeno a Monzuno (Bologna), giubbotti antiproiettile con protezioni in acciaio, come quelli in dotazione alle forze speciali.

Era lui, il romeno, un uomo alto un metro e novanta, esperto di arti marziali, con un”’incredibile agenda di contatti internazionali”, a procurare codici da riprodurre per prosciugare conti correnti di ignari cittadini e fare acquisti fittizi con carte di credito per lo piu’ a fido illimitato, una di una grossa azienda statunitense. La banda incassava il 60% delle ‘strisciate’ (molte da 30-40 mila euro) mentre ai negozianti o ristoratori compiacenti andava il restante 40%. E se qualcuno di loro era titubante, doveva vedersela con l’energumeno romeno.

I primi sospetti degli investigatori risalgono allo scorso mese di marzo. Sono scattati controlli in mobilifici, boutique, negozi di telefonia, alberghi del Pesarese, mentre la stilista, autrice anche di un cortometraggio pubblicitario, e il compagno, un ex pugile dilettante, venivano pedinati insieme al romeno. La coppia non si separava mai da una valigetta in cui i finanzieri hanno trovato varia documentazione e un pc dal quale sarebbero partite gran parte delle intrusioni in conti home banking. Altre verifiche riguardano gli strani flussi di denaro sui conti delle aziende dei due arrestati italiani, forse scatole vuote.

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