Fornero: disponibilità, flessibilità e sincerità

“So che c’è molta tensione tra i giovani, perché c’è incertezza e voglia di capire verso quale tipo di economia e di mercato stiamo andando”. Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero ha esordito all’incontro con circa 200 giovani di Forma Veneto e Lombardia ospitato questo pomeriggio da Job Orienta, la […]

“So che c’è molta tensione tra i giovani, perché c’è incertezza e voglia di capire verso quale tipo di economia e di mercato stiamo andando”. Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero ha esordito all’incontro con circa 200 giovani di Forma Veneto e Lombardia ospitato questo pomeriggio da Job Orienta, la mostra convegno internazionale su orientamento, scuola, lavoro.
Come inserirsi nel mondo del lavoro, cosa mettere in risalto in un curriculum vitae, come scegliere se proseguire gli studi: sono alcune delle domande rivolte al ministro dai giovani. Disponibilità, flessibilità, sincerità sono state le parole d’ordine citate da Fornero. “Il nostro mercato del lavoro è segmentato, fatto da steccati che dividono elementi che comunicano molto poco tra di loro – ha spiegato riassumendo la sua riforma -. I mercati che funzionano bene, invece, sono quelli fluidi o dinamici. Quindi la prima cosa da fare era ridurre gli steccati per permettere a tutti, anche gli ‘esclusi’ dal mercato di lavoro di partecipare”. E gli esclusi sono soprattutto i giovani e le donne.

“Vogliamo creare un mercato del lavoro che si allarga ad altri, inclusivo – ha aggiunto -. Non è vero che per far entrare un giovane deve uscire un anziano o che per fare spazio a una donna deve andare via un uomo. Questa concezione del mercato del lavoro è sbagliata e va capovolta”. Giovani e donne vanno sostenuti anche quando puntano sull’imprenditoria, favorendo l’accesso al credito: “Stiamo mettendo a punto un programma che preveda agevolazioni per queste categorie e speriamo sia finanziato dal Fondo sociale europeo” ha annunciato, ricordando anche le iniziative avviate a sostegno di imprese fortemente innovative in fase di start up.

In riferimento al precariato ha precisato che “non è solo un danno per il lavoratore ma anche per l’impresa, perché un’azienda con lavoratori precari ha bassa produttività, non è vitale, dinamica. Al contrario, bisogna alzare il livello di produttività e competitività. Al centro di tutto questo noi mettiamo l’apprendistato (vedi lancio precedente), che con questa riforma dovrebbe diventare il veicolo naturale per accedere al mercato del lavoro da parte dei giovani”.
Per aiutare i disoccupati, infine, servono “professionalità che aiutino nella fase di rientro e che si occupino di far incontrare domanda e offerta. Non basta dare un sussidio economico: bisogna garantire assistenza attraverso servizi attivi su cui si deve investire”. E sulle pensioni ha sottolineato, rispondendo a una giovane, che “la miglior garanzia è il proprio lavoro”. (gig)

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