”C’e’ stato un dato molto forte nel sud e di questo sono orgoglioso”. Lo sostiene Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, nella conferenza stampa del post primarie.
”Al sud – ha detto – alcuni effetti della crisi si sono sentiti piu’ che altrove e noi da anni abbiamo particolare attenzione al sud. Inoltre come segretario del Pd mi sono tolto alcune soddisfazioni: le primarie le ho volute a prezzo anche di una scelta forte, dalla nascita del Pd l’unico cambio di statuto che si e’ fatto e’ stato per fare queste primarie aperte. Ho insistito – ha detto ribadendo il concetto espresso a caldo dopo la chiusura dei seggi – anche per il ballottaggio, altrimenti avrei vinto con 9-10 punti di vantaggio. Faremo anche questa ulteriore tappa che che ci aiutera’ a crescere”.
Bersani ha voluto ringraziare anche volontari ed elettori: ”quello che abbiamo fatto – ha detto – rimette in moto la politica italiana, perche’ si vede la forza di energie democratiche che ci sono nel paese. E’ la volonta’ di esserci e di contare”
Ho votato Renzi non il partito
Vista da 7500 KM di distanza la votazione sulle primarie del Partito Democratico e’ la conferma che l’Italia (o almeno una larga parte di Italia) sta cercando di uscire dalla melma del pantano mediatico-commerciale in cui l’ha gettata un ventennio di berlusconismo e di leghismo trucido e sgangherato alla Bossi.
Ho votato Matteo Renzi turandomi il naso. Ho votato il giovane, nuovo protagonista della politica italiana. Ma ho votato controvoglia un partito che non si sa bene che cosa voglia e da quante anime sia caratterizzato.
Si e’ ripetuta per chi scrive la stessa situazione di precedenti elezioni, quando il mio voto e’ andato a Romano Prodi perche’ ne ammiro le qualita’ scientifiche, professionali e soprattutto la moralita’.
Ma anche allora la compagnia di giro nella quale Prodi era immerso per forza di cose non mi convinceva. Come del resto le pugnalate inferte per due volte al Professore-Premier da parte degli stretti compagni di cordata hanno pienamente confermato.
Molti commenti al primo turno delle primarie mettono in rilievo che molti elettori di destra hanno sopportato lunghe attese pur di votare Renzi.
Avere accanto voti di destra e’ un fatto scandaloso per i duri e puri dell’estrema sinistra. Il che conferma invece come il tanto decantato bipolarismo sia un oggetto misterioso in Italia.
Sia il PD che il PDL sono movimenti politici inquinati da un estremismo fondamentalista. Da una parte un corpo politico alimentato prevalentemente da componenti del fu Partito Comunista, dall’altra uno pseudo movimento liberale che di liberale nulla ha essendosi spostato ad oltranza su posizioni di estrema destra.
Da qui l’interrogativo che assale alla vigilia di ogni tornata elettorale gli elettori moderati, quelli di centro che costituiscono l’ago della bilancia di ogni scelta di governo.
Da qui le migliaia di consensi che Matteo Renzi ha ricevuto e continuera’ a ricevere da parte di tanti liberali italiani.
Qui negli Stati Uniti il Partito Democratico ha confini bene delimitati nei confronti di frange estremiste di sinistra. Altrettanto non e’ stato per i repubblicani il cui spostamento all’estrema destra, dovuto al movimento Tea Party, ha creato un vuoto pneumatico nel bacino di utenza elettorale di centro. Ed hanno perduto clamorosamente alle ultime presidenziali nonostante i due miliardi di dollari investiti in videoclip negative nei confronti di Obama.
Il mio voto a Matteo Renzi e’ stato dato ad un giovane progressista non a un partito costituito in larga parte da rottami di quel comunismo del quale chi scrive porta ancora i segni addosso.
Insipide valutazioni personali, si dira’. Di cui non ci scusiamo con il Lettore.
Avv. Oscar Bartoli