Secondo lo scenario demografico più verosimile, nel 2030, quando chi nasce oggi compirà 18 anni, ci saranno 10 milioni di minori, per un’incidenza pari al 15,4 per cento, 1 su 5 sarà straniero. 60 mila le nascite in meno rispetto al 2011, con un decremento della natalità dell’1,5 per cento , superiore alla media europea. Lo rivela l’ Atlante dell’Infanzia (a rischio) di Save the Children presentato oggi a Roma (vedi lanci precedenti).
Così nel 2030, 100 persone in età da lavoro dovranno farsi carico di 63 inattive, per due terzi anziane. Nel 2050 la fascia di popolazione 83-85 eguaglierà quella 0-2 anni. E nel 2030, quando chi nasce oggi avrà 18 anni e potrà votare, sarà del 4 per cento l’incidenza del voto dei giovanissimi (18-21 anni) rispetto al resto dell’elettorato. Una voce sempre più flebile (-0,2per cento rispetto ad oggi), di nuovo e soprattutto, al Sud (nel Mezzogiorno andrà perso un voto su 5).
Tra le minacce al presente e al futuro dell’infanzia ci sono anche le mafie. Sono circa 700 mila i minori che vivono in uno dei 178 comuni sciolti almeno una volta per mafia negli ultimi 20 anni: comuni (e minori) dislocati nella stragrande maggioranza in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, con alcune propaggini nel Lazio e in alcune regioni del Nord (Liguria e Piemonte). E poi ci sono i territori avvelenati non solo metaforicamente ma anche realmente: quasi un milione e mezzo di bambini e ragazzi italiani – 15 su 100 -nascono e crescono in prossimità di impianti siderurgici, chimici, petrolchimici, aree portuali, discariche urbane e industriali, non conformi, fuori controllo, altamente nocive. Poi c’è il cemento, che mangia verde, salute, benessere: il consumo del suolo marcia al ritmo di 100 ettari al giorno, 10 metri quadrati al secondo. E ci sono edifici insicuri a minacciare bambini e giovani, proprio quelli in cui dovrebbero sentirsi protetti e al sicuro, le scuole: 26 mila non sono state costruite con criteri anti-sismici, mentre solo 3.700 sono a prova di terremoto.
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