Univaq, Tiberti:conflitto d’interessi del Rettore non più sostenibile/video

Torna a parlare del Rettore Di Orio e delle strutture universitarie “strapagate” il professore Sergio Tiberti, ex consigliere d’amministrazione dell’Università dell’Aquila, che dopo aver sollevato il caso dello sperpero di soldi pubblici creato dall’affitto della ex optimes da parte dell’Università, oggi in conferenza stampa ha denunciato tutti i problemi connessi alla gestione dell’attuale Rettore, di […]

Torna a parlare del Rettore Di Orio e delle strutture universitarie “strapagate” il professore Sergio Tiberti, ex consigliere d’amministrazione dell’Università dell’Aquila, che dopo aver sollevato il caso dello sperpero di soldi pubblici creato dall’affitto della ex optimes da parte dell’Università, oggi in conferenza stampa ha denunciato tutti i problemi connessi alla gestione dell’attuale Rettore, di cui rivendica la necessità di sospendere il mandato.
A commentare la richiesta di rinvio a giudizio del Rettore di Orio, insieme a Tiberti c’erano Marco Valente, componente del Senato accademico, Pierluigi Beomonte Zobel e Brunello Oliva del precedente Cda e Francesco Bizzarri della rappresentanza sindacale unitaria universitaria. Quella parte dell’università che vuole allontanarsi dalle posizione del rettore e che entra nella parte lesa dall’inchiesta sugli affitti della ex optimes, come riconosciuto dal Pm dell’inchiesta sugli affitti David Mancini.
La vicenda della ex optimes è legata alla stipula del contratto di 6 anni, e rinnovabile per altri 6, subito dopo il sisma tra l’Università dell’Aquila e Marcello Gallucci, come legale rappresentante della Gallucci Srl, un contratto che molti all’epoca definirono “una follia”, in quanto esisteva uno scarto consistente tra la cifra stabilità cioè un milione e 240 mila euro e quella che, secondo una stima di organi tecnici statali e un’attenta analisi di mercato, era corretta di 715 mila euro, quasi la metà. Come se non bastasse, al contratto si aggiungono i lavori di adeguamento della struttura. Un contratto misto, dunque, oltre che di locazione anche di appalto. La società Gallucci secondo l’accusa, avrebbe beneficiato quindi di un “vantaggio patrimoniale ingiusto”, in quanto – come riporta l’avviso della conclusione delle indagini preliminari – il contratto concluso “violava i principi di economicità, imparzialita’, trasparenza, proporzionalità. Inoltre, l’accusa riscontra che non si è tenuto conto delle possibili alternative, essendo stato omesso che era disponibile l’immobile della ex Sercom.
Per il Pm il vantaggio recato alla società Gallucci è stato riscontrato anche nella fase di assegnazione degli appalti, conferiti alla stessa Gallucci srl e alla Fiordigigli Sabatino & Figli Srl, impresa del cognato di Gallucci Marcello.

Lisa D’Ignazio

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