Crisi: aumentano gli occupati e si allontana la pensione

L’Annuario statistico italiano dell’Istat riferito al 2011, anno in cui, si legge, sono 22.967.000 gli occupati, in aumento, dopo due anni di discesa, di 95.000 unita’ rispetto all’anno precedente, rivela che nonostante la crisi aumentano gli occupati. E’ l’effetto della riforma Fornero delle pensioni che trattiene piu’ a lungo sul posto di lavoro rimandando l’uscita […]

L’Annuario statistico italiano dell’Istat riferito al 2011, anno in cui, si legge, sono 22.967.000 gli occupati, in aumento, dopo due anni di discesa, di 95.000 unita’ rispetto all’anno precedente, rivela che nonostante la crisi aumentano gli occupati. E’ l’effetto della riforma Fornero delle pensioni che trattiene piu’ a lungo sul posto di lavoro rimandando l’uscita soprattutto tra gli over 65.
Il risultato complessivo e’ la sintesi di una riduzione della componente italiana, controbilanciata dall’aumento di quella straniera (+170.000 unita’). La quota di lavoratori stranieri sul totale degli occupati raggiunge il 9,8% (9,1% nel 2010). Gli occupati crescono sia nella classe di eta’ centrale, fra i 35 e i 54 anni (+143.000 unita’), sia soprattutto fra gli over55 (+151.000 unita’). L’aumento dell’occupazione nelle classi di eta’ piu’ adulte puo’ essere ricondotta ai requisiti sempre piu’ stringenti per accedere alla pensione, che spostano in avanti il momento di uscita dal mercato del lavoro. Considerando la posizione professionale, la crescita degli occupati riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti (+130.000 unita’), mentre gli indipendenti tornano a ridursi (-0,6%, pari a -36.000 unita’) dopo il leggero incremento osservato nel 2010.
A livello di settore di attivita’ economica, l’agricoltura registra una nuova flessione (-1,9%, pari a 16.000 unita’ in meno), mentre l’industria in senso stretto segna, dopo tre anni di calo, un moderato recupero (+1,4% pari a +63.000 unita’). Prosegue a ritmi piu’ sostenuti il calo nelle costruzioni (-5,3% pari a -102.000 unita’) mentre nei servizi l’occupazione torna a crescere (+1%, pari a 151.000 unita’ in piu’), dopo la sostanziale stabilita’ del 2010.
Il tasso di occupazione e’ al 56,9%, valore che si mantiene ampiamente al di sotto della media Ue (64,3%); quello maschile si attesta al 67,5%, mentre il tasso riferito alle donne si posiziona al 46,5%. Rimangono ampi i divari territoriali, con il tasso di occupazione che al Nord e’ oltre venti punti piu’ elevato di quello dell’area meridionale. Dopo tre anni di incremento, nel 2011 il numero delle persone in cerca di occupazione e’ rimasto sostanzialmente invariato rispetto a un anno prima; pressoche’ stabili sono stati anche i tassi di disoccupazione (all’8,4%) e di inattivita’ (al 37,8%, un decimo di punto in meno rispetto al 2010).

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