Prima sono stati paragonati ad una canzone di Ron e poi, grazie all’abile fotomontaggio di un ragazzo del movimento “Senza Paura”, al titolo di un film francese d’animazione dove anche i più duri cattivacci si sciolgono davanti al candore della protagonista.
Sono certamente la coppia più strana della politica italiana la Meloni e Crocetto, lui gigante buono di area liberale e fondatore di Forza Italia e lei identitaria ex giovanile Msi-An, insieme e decisi a giocarsi il tutto per tutto, loro che erano candidati alle primarie che Berlusconi ha chiuso in un cassetto e che dal quel cassetto, ora, vogliono scappare.
Per adesso hanno fondato un movimento dal nome esplicito: “Senza Paura” e raccolto attorno a loro consenso soprattutto giovanile, fatto di persone che si definiscono di destra ed antimontiane e che, forse, si tramuterà in partito, per fermare, hanno detto nella loro sortita pubblica il 16 dicembre, il declino del paese.
Certo il loro sarà un cammino duro, ma altrettanto certamente disperderanno i voti di quelli che nel Pdl non credono più tanto.
Come ha scritto sul Sole 24 Ore Daniele Bellasio, oggi, i leader che vincono, gli esponenti che sanno emergere e i movimenti che hanno successo sono quelli che non sono soltanto una mera fotografia di qualcosa, la semplice rappresentazione di qualcuno o di qualche interesse e/o progetto, sono quelli che sanno essere la trama di un racconto, di una serie televisiva, di un film in tempo reale e in presa diretta fatto di immagini e parole e alla fine voti nelle urne.
L’esempio più evidente (ma non certo il solo), è Silvio Berlusconi; ma anche la saga padana di Umberto Bossi che ha riempito per anni palcoscenici diversi, perfino grandi prati come a Pontida, con simboli e personaggi tutti particolari, con colori predominanti e oggetti di culto in negativo e in positivo.
E, a sinistra, ci ha provato (riuscendoci però in parte), Walter Veltroni, che di cinema se ne intende, mentre Romano Prodi ha fatto e fa un po’ eccezione, perché sono stati i suoi nemici interni e le loro trame a renderlo non soltanto un premier credibile ma anche il personaggio di una storia, di un viaggio, come quello in pullman della sua prima campagna elettorale.
E forse nel caso del “cattivissimo” duo del “gigante e della bambina”, saranno proprio gli strepiti di Scajola e La Russa a fare il gioco della strana coppia.
Certamente il progetto di Crosetto-Meloni è ardito, ma comunque meno velleitario di quello di Emilio Fede e del suo movimento di opinione, “Vogliamo Vivere”, fondato dall’ex direttore del TG4 per anni evangelista del verbo di Berlusconi, poi messo bruscamente in pensione da Mediaset, nato tra Anacapri (nella villa della moglie Diana De Feo), Perugia, Milano, Varigotti e Forte dei Marmi, con una traccia misteriosa apparsa su Twitter a ridosso di Ferragosto e lancio a fine novembre in piazza San Babila, nota per il “discorso del predellino”, con uno slogan scritto su manifesti 6×3, che suona come una presa in giro: “La dignità è un diritto”.
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