Berlusconi su Rai 1 da Giletti ha detto: ‘Contro di me c’é stata una congiura politico-mediatico-finanziaria alla quale si è aggiunta la diaspora di Fini, che portò dall’altra parte eletti sotto il simbolo del Pdl. Poi scoppiò il vero e proprio imbroglio dello spread”.
A Domenica In, Massimo Giletti ha interrotto il Cavaliere dicendo: : ‘Guardi che qui non siamo dalla D’Urso’
‘Se non mi fa parlare vado via, é inutile che prosegua, é la quarta volta che mi interrompe’. Il cav. si alza dalla sedia mentre è intervistato, a Domenica In, sul discorso di Monti. Il conduttore lo fa sedere e gli dà la parola ma avverte, ‘serve il dialogo’ in un dibattito. La replica: ‘fa disinformazione’.
‘Da quando è arrivato il governo tecnico tutto è andato a precipizio. Quella di Monti è un’ operazione che arriva dalla Germania e noi non avevamo alcuna responsabilità di quello che stava succedendo. Governo tecnico ha applicato linea imposta dalla Germania di rigore e austerità che porta ad aumento debito pubblico e recessione’. Lo ha detto Berlusconi rispondendo a Giletti su Rai1.
‘Se vincessi, punterei a una rinegoziazione con l’Europa, perche’ se andassimo avanti col patto fiscale dovremmo togliere dall’economia 50 miliardi all’anno. Il Pil ne soffrirebbe e andremo al disastro”, annuncia Berlusconi.
‘Bisogna dire – aggiunge il leader Pdl – che siamo a meno di cento nel rapporto debito Pil, perche’ per una norma cervellotica una norma dell’Unione Europa considera come Pil solo l’economia emersa, mentre da noi abbiamo un’economia sommersa molto rilevante. Non dara’ soldi all’Erario e dobbiamo continuare la guerra all’evasione in maniera liberale e non come fatto da questo governo. Sommando le due economie si arriva duemila miliardi di Pil’. ‘Io – puntualizza – mi offendo se mi si da’ dell’antieuropeo. Io sono convinto che ci vuole piu’ Europa unita, politicamente, sulle politiche monetarie e anche sulla difesa. Diverremmo una grande potenza militare paragonabile agli americani o ai russi. Bisogna pensare a un’Europa diversa da quella di oggi, non un’Europa dei burocrati, ma un’Europa vicina alla gente’.
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