Scongiurato con un tour de force il baratro fiscale USA, le borse ripartono alla grande e si festeggia con una scoppiettante apertura di mercati in tutto in mondo e con Milano con indice Ftse Mib che viaggia in progresso di oltre tre punti e spread, che aveva chiuso il 2012 in area 320, che è passato sotto quota 290, centrando l’obiettivo di 287 indicato da Mario Monti.
Sono tutti euforici in questo inizio d’anno con Monti che, per la prima volta, dice che gli obbiettivi sono: “ridurre la tassazione sul lavoro e parallelamente la spesa pubblica” e in diretta su “Radio Anch’io” dichiara che se la sua coalizione ce la farà nella tornata di febbraio, sarà sua cura mettere meno tasse sul lavoro, per poi sottolineare, di nuovo, che per realizzare le riforme di cui l’Italia ha bisogno, ci vogliono “larghe intese” che superino le vecchia logiche di destra e di sinistra.
“Il polo di destra e il polo di sinistra sono distinzioni che hanno avuto un significato in passato, oggi lo hanno molto meno. La distinzione fondamentale è chi vuole cambiare le cose, in una prospettiva europea, e chi, sia a sinistra che a destra, vuole mantenere le rendite”, afferma Monti, che a Bersani dice: “io sto per le riforme che rendano l’Italia più competitiva e creino più posti di lavoro; ma è difficile ragionare su dove uno sta. Io scendo in campo non schierandomi pro o contro singoli partiti ma fortemente per difendere determinate idee”, mentre a Berlusconi rimprovera di aver usato contro di lui “armi improprie” ed aggiunge: “Considero i valori etici fondamentalissimi. Detesto i partiti politici che usano qualche volta in modo goffo i valori etici, spesso da loro disattesi, nella realtà quotidiana come arma o accetta contro i rivali. Penso ad alcuni esponenti del Pdl”.
Ha auspicato una legislatura costituente per ridurre il numero di parlamentari, semplificare il processo legislativo e promuovere una radicale riforma territoriale dello Stato Monti, adottando, per la prima volta, un linguaggio più politico che tecnico.
Ha detto anche di ritenere che dalla crisi siamo fuori ed ha fatto chiaramente capire che per rendere più competitiva l’Italia occorre ridurre le tasse su lavoro e imprese, tagliare la spesa pubblica e introdurre “un sistema fiscale che consenta una redistribuzione del reddito dai più ricchi ai più poveri”.
Meno esplicito, infine, verso chi gli ha chiesto quale fosse l’orientamento del suo movimento (che ha ricevuto esplicite parole di sostegno dalle gerarchie ecclesiastiche) su temi etici come il riconoscimento del matrimonio tra omosessuali, dicendo che preferirebbe lasciare su questi argomenti “più spazio alle coscienze individuali e al Parlamento”.
Ma la cosa che più ci preoccupa è la sua chiusa su Radio1. A chi gli dice che comunque in undici mesi lui “ha picchiato duro”, replica serafico: “a me veramente sembra di essere stato morbido”.
Intanto, secondo quanto riportato da un nuovo documento dell’Agenzia delle entrate, il bollo sul conto corrente tradizionale, pari a 34,2 euro, non sarà dovuto da chi ha diritto ad avere il conto base, quello che banche e Poste devono offrire per legge a chi ha un reddito molto basso (7.500 euro calcolato con l’Isee).
Saranno inoltre esenti dall’imposta i correntisti con una giacenza media inferiore a 5 mila euro, compresi i conti in rosso che valgono zero. Ad influenzare il pagamento del proprio conto, il calendario del rendiconto: se, per esempio, il conto corrente prevede un resoconto trimestrale il tetto dei 5 mila euro verrà calcolato sommando la media delle giacenze ogni 90 giorni, mentre se il rendiconto è annuale si prenderà come riferimento la media tra gennaio e dicembre e quindi chi avesse in giacenza più di 5 mila euro solo nel primo trimestre dell’anno sarà chiamato a pagare 8,55 euro (un quarto di 34,2) se ha il rendiconto trimestrale.
La seconda parte della circolare dell’Agenzia riporta poi le regole della mini patrimoniale, pari all’un per mille nel 2012 e all’1,5 per mille nel 2013, applicabile a fine anno al valore di tutti gli investimenti finanziari, comprese le polizze unit linked, i conti di deposito online, i buoni fruttiferi postali dal valore di rimborso superiore a 5 mila euro.
A fare le spese di questa mini-patrimoniale, al solito, le famiglie ed i piccoli risparmiatori come si può facilmente vedere dagli esempi su http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2012/12/22/TASSE-In-arrivo-la-mini-patrimoniale-di-Capodanno/349595/
Panorama on line parla di un vero e proprio balzello che porterà nelle casse dello stato 6 miliardi, oltre ai 4 già garantiti dall’IMU, a cui occorre aggiungere la nuova imposta di bollo, dovuta alle nuove norme apportate con i provvedimenti della seconda metà del 2011 su conti correnti, strumenti di pagamento, titoli e prodotti finanziari, che hanno già fruttato alle casse pubbliche da gennaio a ottobre oltre 3 miliardi di euro (+126,6%), come emerge dai dati resi noti dal ministero dell’Economia (vedi: http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2012/comunicato_0182.html).
E non è finita poiché da ieri è scattata la Tobin Tax, che rappresenta l’ultimo tassello di una complessiva revisione delle imposte avviata lo scorso anno prima dal governo Berlusconi e poi da quello Monti con il decreto Salva Italia, con aliquota prevista (ancora l’iter non è completato alle Camere) sulle transazioni finanziarie che è dello 0,05% sulle transazioni di titoli azionari e derivati, anche se si sta pensando di alzare l’aliquota allo 0,2% sulle sole azioni qualora finissero fuori dalla tagliola i derivati, come ha fatto in Francia il presidente socialista Hollande.
Da ultimo l’Iva, che ad inizio anno potrebbe essere estesa anche alla prestazione del servizio di gestione patrimoniale personalizzata, che di solito le banche erogano ai Paperoni (con un patrimonio superiore a 500.000 euro), e che prevede un’aliquota del 21% applicata alle commissioni di gestione pagate dal cliente.
Una tassa che inoltre potrebbe colpire anche l’attività di consulenza in materia di investimenti, anche se non è ancora chiara su questo punto l’interpretazione della norma e si aspettano ulteriori chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Nel caso dell’Iva però va detto, ad onor del vero, che l’esborso non è stato voluto dal governo che ha dovuto recepire una sentenza della Corte di Giustizia Europea in merito all’interpretazione della direttiva Ue che regola le esenzioni dell’imposta sul valore aggiunto.
Carlo Di Stanislao
Lascia un commento