E’ maledetta la rotta aerea da e per il paradiso venezuelano dell’arcipelago di Los Roques: sono quattro i casi che hanno coinvolto aerei da turismo con a bordo cittadini italiani dal 1997 a ieri, quando e’ scomparso il velivolo che trasportava, tra gli altri, Vittorio Missoni, figlio dello stilista Ottavio. Una tratta a rischio tanto che la Farnesina, cosi’ come i ministeri degli Esteri di Londra e Parigi, da sempre sconsigliano l’uso di velivoli turistici locali, non legati a tour operator, per le escursioni aeree nell’area, “specie se di ridotte dimensioni”, perché “sono spesso coinvolti in incidenti provocati anche dalla scarsa manutenzione”. Questi i precedenti:
2008: il 4 gennaio scompare un bimotore Let 410 della compagnia Transaven. A bordo 14 passeggeri, otto sono italiani: Paolo Durante e la moglie Bruna Guerrieri, le loro figlie Sofia di 6 anni e Emma di 8, Stefano Fragione, Fabiola Napoli, Annalisa Montanari e Rita Calanni. Nell’aprile di quell’anno, Avionews rivela che a bordo c’erano 18 passeggeri e non 14, dando concretezza alle speculazioni sull’ipotesi che l’aereo fu dirottato da narcotrafficanti. Il prossimo 18 gennaio riprenderanno le ricerche del relitto.
2006: il 24 luglio scompare un Cessna partito dall’arcipelago e diretto all’aeroporto Arturo Miquelena di Valencia. A bordo tre italo-venezuelano, Franco Rotunno Diaz, Vincenzo Efrain Rotunno Oteiza e Gabriel Venturi Ariza, e altri due passeggeri. In questo caso, a differenza degli altri, i resti del velivolo vengono ritrovati anche se due mesi dopo. Nessun superstite.
2004: il 12 febbraio un Beechcraft Bonanza, pilotato da Antonio Buzzi, scompare dai radar mentre sorvola il parco Henri Pittier sulla rotta Los Roques-Maracay. A bordo anche le due figlie di Buzzi, Barbara e Betty (39 e 29 anni), e il marito di quest’ultima, Franco Rosetta, di 29 anni. Il pilota aveva avvisato che sarebbe atterrato alla base aerea Libertador di Maracay, dove pero’ non arrivo’ mai.
1997: il 2 marzo un Cessna 402 con a bordo due coniugi veneti, Mario Parolo e Teresa de Bellis, partito da Caracas e diretto sull’isola non è mai arrivato a destinazione. Dei due italiani, che viaggiavano insieme ad altri tre passeggeri, non si seppe più nulla. In un’interrogazione parlamentare dell’epoca, la Lega Nord ipotizzo’, oltre alla tesi dell’incidente, l’ipotesi di ”un atto di pirateria aerea compiuto da organizzazioni di narcotrafficanti venezuelani”.
Sempre attorno all’arcipelago, ma di diverso tipo, fu l’incidente del 3 febbraio del 2002, quando sette italiani si salvarono miracolosamente dopo l’ammaraggio dell’aereo su cui si trovavano, sempre della compagnia Transaven.
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