Ragazza palestinese bloccata a Fiumicino: “Gli israeliani non mi hanno fatto partire”

Ha rischiato di restare tre giorni bloccata all’aeroporto di Fiumicino, senza soldi in tasca e senza le sue medicine quotidiane utilizzate per una malattia cronica. Aya Manaa è una ragazza palestinese (con passaporto israeliano) di 26 anni che ha vissuto in Italia, dove ha studiato tra Pisa e Firenze all’Università di diritti umani e risoluzione […]

Ha rischiato di restare tre giorni bloccata all’aeroporto di Fiumicino, senza soldi in tasca e senza le sue medicine quotidiane utilizzate per una malattia cronica. Aya Manaa è una ragazza palestinese (con passaporto israeliano) di 26 anni che ha vissuto in Italia, dove ha studiato tra Pisa e Firenze all’Università di diritti umani e risoluzione dei conflitti. Avrebbe dovuto prendere l’aereo alle 11.35 di sabato mattina diretto a Tel Aviv, per poi proseguire verso Haifa, la città a nord di Israele in cui è nata e in cui vive. Volava con la Israir airlines e, come ogni volo diretto in Israele e operato dalle compagnie israeliane, partiva dal terminal numero 5. Quando Aya si è presentata al check in, la polizia israeliana, dopo una lunga serie di interrogatori sulle sue amicizie nei paesi arabi, le ha detto che sarebbe potuta partire, ma senza nessuna valigia, né quella che aveva imbarcato e neppure i due bagagli a mano. “Mi hanno detto che potevo tornare ad Haifa, ma senza nessun tipo di bagaglio, perché tutte le mie valigie dovevano essere meticolosamente controllate. Mi hanno detto che ero potenzialmente pericolosa. Potevo partire, ma senza niente addosso, soltanto con i vestiti. Non avevo diritto neppure di portarmi dietro un libro per leggere durante il viaggio aereo e neanche il telefonino”.  Dopo una lunga serie di discussioni, la ragazza si è decisa a partire, senza valigie, ma a quel punto, spiega Aya, “la polizia israeliana mi ha detto che la mia decisione era arrivata troppo tardi, il check in era già chiuso e avrei dovuto attendere tre giorni, fino al prossimo volo della Israir”. A quel punto la ragazza ha deciso di utilizzare un volo Alitalia che partiva alle 22.15, sempre di sabato. “Con Alitalia non ho avuto nessun problema, il check in si è svolto regolarmente e sono potuta partire per Israele, ma ho dovuto pagare il volo di tasca mia e non ho avuto nessun rimborso”.
Quella vissuta da Aya non è una vicenda inusuale. “Sono tanti i cittadini palestinesi – denuncia la ragazza – che, seppur residenti in Israele e con passaporto israeliano, hanno grandi difficoltà a partire con compagnie israeliane”. Una piccola rievocazione del conflitto israelo-palestinese in terra italiana, al terminal numero 5 dell’aeroporto di Fiumicino.

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